sabato 29 dicembre 2012

Green Day - Dos!





Se con Uno! ci si preparava ad andare  con Dos! siamo nel pieno della festa e in Tre! c’è  confusione e  disordine.
Billie Joe presentava così questa trilogia e per quanto riguarda il genere musicale: Uno! avrà un carattere power-pop, Dos! uno stile garage-rock, Tre! sarà epico.

La cosa che balza subito all’occhio e all’orecchio e che l’unico singolo dell’album Stray Heart, non è contenuto nella versione in vinile, ma sostituito  da Drama Queen, presente invece nel cd di Tre!.

Uno! è stato un ritorno al punk Green Day vecchio stile ed è stato un buon connubio tra presente e passato.
Da Dos! ci si aspettava qualcosa di più.
Nemmeno dopo ripetuti ascolti si ha la sensazione di essere di fronte ad un disco. È solo un insieme di canzoni, alcune più che riuscite, altre solo riempitivi.
Il breve intro See You Tonight è solo una strimpellata con parole buttate lì, che vorrebbe ricordare Song of the Century di 21st Century Breakdown.
Il primo lato, nonostante qualche calo, è tematico e l’ultima traccia Drama Queen è la giusta conclusione.
Attraverso queste canzoni si può riconoscere lo stato del protagonista nella festa. C’è eccitazione, strane riflessioni, giochi di società, e innamoramento delirante.



Il disco poteva benissimo concludersi qui, perché nel secondo lato del vinile ci sono canzoni slegate e distanti. Ashley era perfetta per Uno! ma qui non c’entra niente. Baby Eyes e Lady Cobra sembrano le brutte copie delle canzoni del primo lato.
Senza nessun preavviso arriviamo a Night Life, un bizzarro e malriuscito tentativo di rap-rock, poi ripassiamo  alla confusione di Wow! That’s Loud.
A concludere questo strano secondo (evitabile) capitolo c’è Amy, scritta in memoria di Amy Winehouse.

Più che un disco sembra una compilation di canzoni deformi.



Voto:  4/10

Green Day  Dos! (2012)

Side Tres
See You Tonight
Fuck Time
Stop When The Red Lights Flash
Lazy Bones
Wild One
Makeout Party
Drama Queen

Side Cuatro
Ashley
Baby Eyes
Lady Cobra
Nightlife
Wow! That’s Loud
Amy

UK Album Chart: #10
US Album Chart: #9

All words by Billie Joe Armstrong.
All music by Green Day.
Additional vocals on ‘Nightlife’ Lady Cobra.
Recorded at:  Jingletown recording, Oakland, CA.
Cover photo: Mike Dirnt
The album is dedicated to FAMILY, FRIENDS, FANS & PUNISHERS.

Green Day are:
-          Billie Joe Armstrong (guitars, vocals)
-          Mike Dirnt (bass, vocals)
-          Trè Cool (drums, percussion)
-          Jason White (guitar)

lunedì 24 dicembre 2012

Conosciamo i Barclay James Harvest

Per il mio filone personale sul prog, signore e signori e con inmenso piacere che vi presento sul palco del Terzo lato del vinile i Barclay James Harvest, un gruppo rock inglese conosciuto per la sua musica psichedelica e il primo progressive rock. Vorrei con questo specificare il primo progressive rock, cioè quello puro quello vero, quello che mi piace classificare tra il 1968 e il 1976 o giù di li. Questa band è stata fondata nel 1969 da John Lees (voce, chitarra) proveniente dalla band Keepers, Les Holroyd (basso, chitarra, tastiera, voce) proveniente dalla band Wicked, Stuart "Woolly" Wolstenholme (voce, mellotron, tastiera) anch'esso dei Keepers e Mel Pritchard (batteria, percussioni) sempre proveniente dai Wicked. Nel 1970 pubblicano il loro primo album dal suono progressive, dove veniva ampiamente usato il mellotron. Ma è con la pubblicazione dei tre successivi album che la band comincia a godere di una certa popolarità in Gran Bretagna. Successivamente passano alla Polydor ed il derivante album pieno di melodia conferma l'ottimale stato compositivo della band. Nel 1976 con l'album Octoberon i B.J.H ricevono forti consensi nell'Europa continentale in special modo in Germania. Nel 1978 Woolly Wolstenholme ha lasciato la band. Rimasti in trio i BJH nel novembre del 1979 pubblicano l'album Eyes Of The Universe; nel 1981 sarà la volta di Turn Of The Tide, album che andò forte sopratutto in Germania e Francia. L'esibizione di Berlino del 31 agosto, a cui partecipano circa 175.000 spettatori, verrà poi immessa sul mercato con il nome A Concert For The People. I successivi due album sembrano evidenziare una certa crisi di creatività ed i Barclay James Harvest si prendono un anno di riflessione. Usciranno altri album che tuttavia non riescono a riportare il gruppo in auge. L'ultimo disco ufficiale è River of Dreams del 1997 dove oramai le sonorità progressive pure sono già belle che dimenticate. Successivamente John Lees e Woolly Wolstenholme hanno prodotto due dischi sotto il nome Barclay James Harvest through the Eyes of John Lees. Gli altri due membri Les Holroyd e Mel Pritchard hanno invece pubblicato un album come Barclay James Harvest featuring Les Holroyd, su quale ramo sia meglio scegliere non l'ho ancora capito, ma credo che nell'incertezza non farò questo passo e non li seguirò, rimanendo attaccato all'amarcord dei vecchi proggaroli quali erano. Nel 2004 il batterista Mel Pritchard è deceduto. Il 13 dicembre 2010 Woolly Wolstenholme si è tolto la vita all'eta di 63 anni. Di li in poi non ne so più nulla, e sinceramente mi ritengo fortunato già di essermi informato e di aver trovato tutto questo sui Barclay a 23 anni.



Di loro ho trovato traccia anche nel libro di Cesare Rizzi "Progressive", che ne parla così: "Una delle formazioni storiche del progressive inglese cosiddetto (pastorale), un pop sinfonico incentrato sulle tastiere e su atmosfere di grande rilassatezza e delicato lirismo poetico..."



Non voglio soffermarmi su un solo disco, forse farò delle recensioni più avanti, perché il mio intento natalizio era quello di farvi conoscere un gruppo a molti sconosciuto, posso però consigliarvi tre dischi di questo bel gruppo. In primis vi consiglio di ascoltare e perché no anche acquistare "se lo trovate", Once Again del 1971, poi un bel disco pieno di Mellotron e sintetizzatore, Everyone is everybody else del 1974, e per finire Gone to earth del 1977, fuori tempo massimo, con il prog vero in declino ma il migliore fatto con l'etichetta Polydor.



Formazione
John Lees: voce, chitarra
Les Holroyd: basso, chitarra, tastiera, voce
Stuart "Woolly" Wolstenholme: voce, mellotron, tastiera
Mel Pritchard: batteria

Discografia
Compilation
1972 - Early Morning Onwards
1977 - The Best of Barclay James Harvest
1979 - The Best of Barclay James Harvest, Volume 2
1980 - Mockingbird/Best of
1981 - The Best of Barclay James Harvest, Volume 3
1985 - The Compact Story of BJH
1987 - Another Arable Parable
1990 - Alone We Fly
1991 - The Harvest Years
1992 - The Best of Barclay James Harvest
1993 - Sorcerers and Keepers
1996 - Endless Dream
1997 - The Best of Barclay James Harvest
1997 - Mocking Bird
1999 - Master Series
2000 - The Collection
2001 - Mockingbird
2001 - Mocking Bird - The Best of Barclay James Harvest
2005 - All is Safely Gathered In
Discografia Barclay James Harvest Through The Eyes Of John Lees
1999 - Nexus
2000 - Revival - Through the Eyes of John Lees
Discografia Barclay James Harvest featuring Les Holroyd
2002 - BJH featuring Les Holroyd - Revolution Days
2003 - Live in Bonn
2003 - Evolution Years - The Best of Barclay James Harvest featuring the songs of Les Holroyd
2006 - Classic Meets Rock double CD with Prague Philharmonic Orchestra
2006 - Classic Meets Rock DVD with Prague Philharmonic Orchestra

giovedì 20 dicembre 2012

Cesare Cremonini Live 2012



In campo musicale guardiamo oltreoceano e oltremanica, ma per quanto io non mi sento italiano, la nostra musica occupa un ruolo importante nelle nostre radio e nei nostri momenti da ricordare.
Vuoi per l’immediatezza della comprensione, per la melodia scorrevole o per la grande voce di chi canta, certi brani e certi cantanti ci rimangono impressi per sempre.
A dirla tutta la vecchia generazione era abituata meglio di noi, loro avevano Renato Zero magro e truccato, Claudio Baglioni senza raccolte, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Franco Battiato; noi abbiamo Ligabue, Vasco Rossi, Gianna Nannini, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Tiziano Ferro.



Da bambino, quando frequentavo la quinta elementare, ricordo che rimasi subito attratto da un gruppo capeggiato da uno strano tizio con i capelli rossi, che cantava la canzone della Vespa.
Erano i Lunapop, ed io comprai la musicassetta per sentirla nel walkman.
Si pensava fossero una meteora ma gli altri singoli Un Giorno Migliore, Qualcosa di Grande, Se Ci Sarai e Resta Con Me furono accolti con grande clamore e l’album che li conteneva …Squerez? rimane uno dei rari dischi italiani che ha superato un milione di copie vendute.
Il gruppo, come ricorderete, pubblicò solo quell’album e si sciolse nel 2002, Cesare Cremonini, l’allora frontman del gruppo, intraprese una carriera solista senza capelli rossi.
Ha pubblicato Bagus, Maggese, Il Primo Bacio Sulla Luna e pochi mesi fa è uscito La Teoria Dei Colori.

Dal triste giorno in cui apprendemmo lo scioglimento dei Lunapop sono passati dieci anni e Marco ed io, che all’epoca andavamo in classe insieme facendo una cuffia per uno con il walkman per ascoltare quelle canzoni, decidiamo che è giunto il momento di incontrare dal vivo questo nostro idolo adolescenziale, che nel frattempo è cresciuto molto sia a livello di testi che di musica.

È il 13 novembre e al Palalottomatica sono le 21.10. Inizia il concerto e subito si respira un clima di spensieratezza e allegria tra le note di Il Comico e Dicono Di Me.


 Lo show ha i suoi momenti più sentiti quando Cesare raggiunge un pianoforte tra la gente e inizia a cantare Vieni A Vedere Perché e Niente Di Più.

I colori della cover del cd sono in tutta la scenografia del palco e in questi tempi sempre più grigi e critici, perdersi tra le tonalità mescolate dei ricordi su 50 Special e Marmellata #25 è una sensazione positiva che toglie qualche ombra e dona più luce alla Luna.


Setlist
Il Comico
Stupido A Chi?
Dicono Di Me
Amami (Quando è Il Momento)
Le Tue Parole Fanno Male
Padremadre
Latin Lover
L’Uomo Che Viaggia Tra Le Stelle
Non Ti Amo Più
Figlio Di Un Re

Due Stelle In Cielo
Vieni A Vedere Perché
Tante Belle Cose
Niente Di Più
Maggese

Mondo
Una Come Te
La Nuova Stella Di Broadway
50 Special
Il Sole
Marmellata #25
Il Pagliaccio
Le Sei E Ventisei
I Love You
Hello!
Un Giorno Migliore

domenica 16 dicembre 2012

Green Day - Uno!




La carriera dei Green Day è quella del chi l’avrebbe mai detto. Come ricordiamo tutti hanno pubblicato il primo album nel 1990 e da lì in poi ci hanno accompagnato con le loro canzoni (vedi il successo di Basket Case o Minority); sembravano una delle tante band pop punk come Blink 182 o Sum 41.

I tre ragazzi americani hanno reinventato se stessi e la loro musica (infatti sono l’unica band sopravvissuta, con successo, al successo degli anni 90).

Hanno sfornato l’album American Idiot (chi l’avrebbe mai detto?), hanno proseguito con 21st Century Breakdown (chi l’avrebbe mai detto?), ed hanno partecipato a numero iniziative benefiche, vedi la cover Working Class Hero di John Lennon, i cui profitti sono stati devoluti in aiuto alle popolazioni del Darfur, o la collaborazione con gli U2 in The Saints Are Coming per raccogliere fondi dopo i disastri dell’uragano Katrina (chi l’avrebbe mai detto?).


Arriviamo al 2012, la band annuncia con Uno! l’inizio di una trilogia di cui fanno parte Dos! e Tre!, che in breve tempo vedranno la pubblicazione.
Più di un mese prima della pubblicazione del disco viene lanciato il singolo Oh Love, che non passa inosservato tra le emittenti radiofoniche.

                                                    

Verranno in seguito pubblicati i singoli Kill The Dj e Let Yourself Go solo per il digitale.
A detta di Billie Joe Armstrong l’album rappresenta lo stato d’animo di chi si sta preparando ad andare ad una festa, il ritmo è veloce e le parole cantate sono ironiche e velenose.
Uno! non ha la consistenza di American Idiot, ma non è il suo scopo, è un ritorno al suono punk degli esordi suonato da una band cresciuta e maturata. 
Un ritorno e allo stesso tempo un passo in avanti.







Voto: 7/10


Green Day – Uno! (2012)

Side Uno
Nuclear Family
Stay The Night
Carpe Diem
Let Yourself Go
Kill The Dj
Feel For You


Side Dos
Loss Of Control
Troublemaker
Angel Blue
Sweet 16
Rusty James
Oh Love


UK Album Chart: #2
US Album Chart: #2

All words by Billie Joe Armstrong.
All music by Green Day.
Recorded at: Jingletown recording, Oakland, CA
Mixed by: Chris Lord-Alge at mix LA
Cover photo: Billie Joe Armstrong
Back Cover Photo: Theo ‘firecracker’ stockman
The album is dedicated to FAMILY, FRIENDS & PUNISHERS 



Green Day are:

- Billie Joe Armstrong (guitar, vocals)
- Mike Dirnt (bass, vocals)
- Trè Cool (drums, vocals)
- Jason White (guitar)

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

sabato 15 dicembre 2012

"Classic Rock LifeStyle"sbarca in Italia

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

E' con immensa gioia che vi parlo di una rivista che sbarca in Italia in questo mese, quasi in anteprima assoluta su un blog, Classic Rock LifeStyle. La rivista giusta per chi ama il mondo della musica, e nello specifico del rock. Fa sempre bene di questi tempi vedere qualcosa che parli di musica da leggere, sui scafali dell'edicola, dove di solito la scelta è molto scarna. Questa rivista che fa riferimento al celebre magazine made in Uk, parla di gruppi di oggi e gruppi di ieri con accuratezza e imparzialità, di dischi e di concerti, di classifiche e di rarità. Nel primo numero ci viene dato un ben venuto speciale da Gualtiero "Big G" Tronconi, che scrive:

"Per tutti quelli che amano il rock. Per tutti quelli che, se spendono dei soldi per una rivista musicale, vogliono che parli di musica. Per tutti quelli per qui il rock è, si uno stile di vita, ma sopratutto musica, artisti, canzoni e note. Per tutti quelli che, pur avendo la discografia dei Led Zeppelin nell'iPod, non ritengono tutto ciò che è stato suonato dopo da buttare. Per tutti quelli per qui una foto dei Pink Floyd, negli studi di Abbey Road mentre incidono "Money", è una cosa da tenere sul comodino. Per tutti quelli per qui la musica non è mai un accessorio. Per tutti quelli che la mattina si svegliano con una canzone in testa. Per tutti quelli che senza musica nelle orecchie non ce la fanno. Per tutti quelli che almeno una volta nella vita hanno fatto headbanging
ad un concerto. Per tutti quelli che hanno provato a fare la duck walk di Chuck Berry e Angus Young. Per tutti quelli che pensavano di sapere tutto, ma sono felici di scoprire qualcosa di nuovo. Per tutti quelli che invece vorrebbero sapere tutto, ma ancora non sapevano dove cercare. Per tutti quelli così, esattamente come noi, ecco il primo numero di Classic Rock LifeStyle."

Il prossimo numero uscirà il 29 dicembre, in edicola. Ma dal primo gennaio sarà disponibile anche in versione digitale su iPad. All'interno troverete le modalità per abbonarvi alla rivista.
Non resta che augurarvi buona lettura. *Ad Maiora!*

Potete seguire la loro pagina Facebook qui.

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

mercoledì 12 dicembre 2012

Radiohead 2012


O memorie di un concerto mai esistito.

Era già da un po’ che mi chiedevo che fine avessero fatto i Radiohead, almeno per quanto riguarda i live.

Nel 2011 hanno pubblicato l’ultimo lavoro The King Of The Limbs, prima solo per il download digitale e poi nei formati classici, ovvero vinile e cd. 


Un anno dopo il gruppo annuncia l’inizio di un lungo tour dall’America che arriverà in Italia per quattro date a Roma, Firenze, Bologna e Udine.
Edoardo ed io sappiamo che non possiamo perdercelo e la mattina in cui escono i biglietti mi fiondo a prenderli.
Sono fortunato: c’è solo una ragazza prima di me, con cui scambio quattro chiacchiere mentre a poco a poco arriva la grande folla.
Lei, di cui non ricordo nemmeno il nome, si ricorda di essersi dimenticata dei soldi a casa e mi chiede di tenerle il posto.
La biglietteria ancora deve aprire.
Non c’è problema, vai pure.

Oltre alle voci del gentleman che è in me, ho pensato che essere preceduti o no da una persona non facesse la differenza.
E invece.
E invece la biglietteria apre alle 10, la ragazza torna appena in tempo, ed io la faccio passare avanti a me.
Deve prendere due biglietti per il concerto di Roma.
La stampante sputa il primo e per il secondo ci mette un’eternità.
Inizio a preoccuparmi.
Tocca a me.

Chiedo i miei due biglietti, ma vengo informato che sono terminati.
Calma.
Ti pare che alle 10,15 del giorno stesso in cui vengono distribuiti i biglietti sono già terminati?
Mi interrogo su questa domanda per un’ora, finché mi decido a prendere i biglietti per Firenze.
Stavolta lo so quello che ho fatto.
Comprare questo biglietto vuol dire complicarsi la vita di più di quanto non lo sia nel periodo degli esami di uno studente universitario con del lavoro arretrato.
Vabbè ma per i Radiohead…
Mi convinco comunque di aver fatto la scelta giusta. 



Dopo qualche mese mi rendo conto che è davvero complicato lasciare da parte per due giorni lo studio, ma compriamo i biglietti del treno e prenotiamo un albergo vicino al Parco delle Cascine.

Sembra tutto pronto, l’attesa e l’ansia si iniziano a far sentire, io d’altro canto cerco di avvantaggiarmi più che posso con gli esami, finché il gruppo pubblica sul suo sito ufficiale di dover posticipare le date a causa della morte di un ragazzo mentre montava il palco.

Ci facciamo rimborsare i soldi del biglietto e quel grande evento rock del primo luglio diventa un weekend afoso per due innamorati a passeggio nella città di Dante.

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

martedì 4 dicembre 2012

New Trolls - New Trolls "La barchetta"

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

Non posso non scrivere un post sul genere che più mi appassiona e con qui riempio le mie giornate, forse peccherò di egoismo, ma come si fa a non parlare del "Prog" diminutivo di "Progressive Rock". Be no forse è troppo poco un post, avrei troppe notizie curiosità, emozioni e perplessità da affrontare, che un solo post non può bastare, però, visto che in questi giorni mi sono ritrovato per le mani un disco italiano che fa parte di questo filone musicale, almeno su questo vinile un bel post voglio scriverlo.
Il disco che ho comprato al Mercatino appartiene ai "New Trolls", un gruppo che sicuramente fa parte della scena del rock progressivo italiano degli anni settanta. Una band che nasce negli anni 60, più precisamente nel 1966, a Genova, con il nome "I Trolls", da un'idea di Pino Scarpettini (tastiere) e Vittorio De Scalzi (voce e chitarra). Nel gruppo comparivano anche Ugo Guido (voce e basso), Giulio Menin (batteria) e Piero Darini (chitarra e voce). Col questo nome il gruppo incise, per l'etichetta La voce del padrone, il 45 giri "Dietro la nebbia". Seguirono, sempre nel 1966, "Cherish" e "Il mondo che vuoi" e altre cover fatte con una formazione diversa e senza la presenza del chitarrista De Scalzi.
L'esordio dei Trolls arriva nel 1967, quando il gruppo cambiò il nome in "New Trolls", con una nuova formazione: Vittorio De Scalzi (voce e chitarra), Nico Di Palo (voce e chitarra), Giorgio D'Adamo (basso), Mauro Chiarugi (tastiere) e Gianni Belleno (batteria e cori). Secondo una leggenda (smentita da De Scalzi), questa formazione fu scelta sulla base di un articolo pubblicato su un giornale genovese, in cui un critico musicale aveva elencato i migliori musicisti della città. È invece noto che la scelta di questa formazione avvenne in seguito a numerose vicissitudini; in un primo tempo dovevano appartenere al gruppo anche Renato Rosset (sostituito da Chiarugi) e Sergio Blandini (sostituito da Di Palo). Il gruppo iniziò a esibirsi nei locali cittadini, proponendo uno stile che univa elementi beat e psichedelici. Nella primavera del 1967 i New Trolls erano già sufficientemente noti da essere scelti da François Bonnier come gruppo di apertura dei concerti italiani dei Rolling Stones. Successivamente nel 1969 i New Trolls approdarono al Festival di Sanremo con il brano "Io che ho te", a cui seguirono altri due singoli di successo, "Davanti agli occhi miei" ed" Una miniera".

Ma la parte della loro carriera che mi preme di più raccontarvi è quella che parte dal 1971, che fu un periodo di svolta importante per il gruppo. Dopo aver partecipato nuovamente al Festival di Sanremo (con una cover del brano "Una storia" di Sergio Endrigo), il gruppo incise quello che molti critici considerano il loro capolavoro: "Concerto grosso per i New Trolls". L'album è caratterizzato da sonorità ormai pienamente progressive, che uniscono elementi di musica classica a passaggi che ricordano le grandi band del "progressive britannico" dell'epoca (per esempio Jethro Tull e King Crimson). Il materiale di Concerto grosso fu scritto da Luis Bacalov, e la realizzazione dell'album vide la partecipazione di Maurizio Salvi. Per il Rock di casa nostra, sopratutto quello progressivo, quest'album rimane una pietra miliare, oltre a questo vi si può sicuramente aggiungere "Ut" disco del 1972, che rimane in parte, anche se piccola, progressivo e in parte stempera queste sonorità per riportarsi su un tessuto musicale essenzialmente pop della canzone Italiana, anche in "Concerto Grosso n.2" che risulta quasi un tentativo mal riuscito, nel 1976, di ripercorrere il successo del primo CONCERTO GROSSO, ancora su musiche di Luis Bacalov, ma decisamente meno interessanti. Alla fine degli anni settanta la produzione del gruppo si è orientata verso sonorità più pop-rock, pur mantenendo alcune delle caratteristiche distintive del progressive come gli arrangiamenti molto elaborati, il virtuosismo tecnico delle esecuzioni, che portano  Nico Di Palo a essere considerato (Il piccolo Hendrix italiano), ed i cantanti polifonici molto strutturati. Nello specifico del vinile che vi presento si ritrova sicuramente la seconda parte musicale dei New Trolls, quella più Pop-Rock. Il disco New Trolls (detto anche "La barchetta" per l'immagine di copertina, raffigurante i componenti della band su un'imbarcazione) è l'ottavo album in studio dei New Trolls, pubblicato nel 1979 su etichetta discografica Warner Bros. Records. E' stato registrato a Modena e alcuni brani come "Domenica di Napoli" vedono la collaborazione di Lucio Dalla per i testi. Stupenda comunque rimane la copertina e la struttura stessa dell'involucro, caratterizzato da un apertura insolita, che a mio parere fa alzare di tanto il mio voto, per quanto riguarda i pezzi all'interno, devo dire che amo molto di più il filone di meta sessanta dei New Trolls, quello più progressivo, ma comunque rimane un disco molto orecchiabile e piacevole, quindi darei a "New Trolls" o se volete "La Barchetta", un bel 6 su 10.




Tracce

Fuoco
Che idea (singolo estratto dall'album)
Domenica di Napoli
Immaginare
OK (Fiamme sul pacifico)
In paradiso
Volo
Accendi la tua luce


Formazione nel disco

Vittorio De Scalzi - voce, tastiere, armonica a bocca
Giorgio Usai - voce, tastiere
Nico Di Palo - chitarra, voce
Ricky Belloni - chitarra, voce
Giorgio D'Adamo - basso
Gianni Belleno - batteria, percussioni, voce



Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito




sabato 1 dicembre 2012

Spandau Ballet – Parade



Curiosare tra gli angoli più bui e sporchi delle cantine ha portato i suoi frutti: tanti vecchi vinili ritrovati dalle copertine impolverate che mi fanno starnutire continuamente.
Ritrovo uno di quei dischi mitici, quelli che sicuramente avrete anche voi da qualche parte anche se non lo sapete, uno dei sopravvissuti ai mitici anni ottanta.
Già, perché gli anni ottanta sono stati un decennio a cui sono rimasti affezionati tutti quelli che l’hanno vissuto, l’ultimo intervallo storico senza l’intromissione di cellulari e computer; ci si dava gli appuntamenti nelle piazze e non su facebook, ci si chiamava al telefono di casa e, le sorelle, i fratelli e i genitori subito pronti a chiedere chi è?, i bambini giocavano a pallone per le strade e tornavano a casa sporchi e sudati, i calciatori non avevano il nome sulle maglie, non esistevano le macchine SUV.
Sono passati più di trent’anni, ma sono andati troppo veloce al punto che nessuno si è mai reso conto di aver perso qualcosa che non ha più ritrovato.
Erano gli anni del moonwalk Michael Jackson, di Don’t You Forget About Me dei Simple Minds, di Romeo and Juliet dei Dire Straits, dei Pink Floyd, di Tregua di Renato Zero, della vita spericolata di Vasco Rossi, delle follie per Lucio Dalla, di La Vita è Adesso di Claudio Baglioni.
Erano gli anni in cui negli stadi giocava gente come Baggio, Zola, Bruno Conti, gli anni della Sampdoria di Vialli e Mancini, della Juventus di Platini e del Napoli di Maradona.
Al cinema uscivano film come Robocop , Gli Intoccabili, Top Gun e decine di film con Stallone e Schwarzenegger.
Ma, gli anni ottanta verranno ricordati anche per il duello all’ultimo sangue tra le rappresentanti di due boyband inglesi che hanno spaccato famiglie e rotto fidanzamenti.
Sto parlando dei Duran Duran e degli Spandau Ballet,di questi ultimi ho appena ritrovato Parade.
Il particolare nome del gruppo deriva da una mitragliatrice prodotta a Spandau che sparava sui cadaveri posti a difesa delle trincee durante la prima guerra mondiale con l’effetto di una danza macabra.



Il disco è datato 1984 e quell’anno è molto diverso da quello che immaginava George Orwell, non c’è nessun Big Brother (non ancora) ed esiste molta più umanità del granello presente in Winston Smith.
La voce e l’eleganza di Tony Hadley e degli Spandau Ballet sono la colonna sonora della vita comune di migliaia di ragazze romantiche che passano i pomeriggi in casa con le amiche perché i genitori non le fanno uscire, che non sanno nemmeno il significato del termine privacy.
È il mal di testa che hanno i ragazzi bombardati dal sax di questa band sdolcinata (new romantic ad essere precisi), e che per amore non possono far a meno di continuare ad ascoltare fino allo sfinimento.
È un disco stremato e senza solchi che salta e gratta su Only When You Leave e Round And Round.
Il terzo lato sprigionato da questo vinile è una catapulta verso un’epoca troppo vicina per essere celebrata e troppo lontana per essere dimenticata.

Voto: 7/10

Spandau Ballet – Parade (1984)

Side One
Only When You Leave
Highly Strung
I’ll Fly For You
Nature Of The Beast


Side Two
Revenge For Love
Always In The Back Of My Mind
With The Pride
Round And Round



Supporto: CD, LP
Uk Album Chart: #2

                                  
Spandau Ballet are:

Tony Hadley - lead vocals
Gary Kemp - guitars and backing vocals
Martin Kemp - bass
Steve Norman - saxophones and percussion
John Keeble - drums



Dopo il Live Aid del 1985 e il grande successo di Through The Barricades, il gruppo, come tanti altri, sul finire degli anni ottanta si scioglie.
Gary Kemp ha intrapreso una carriera di attore che lo ha visto al fianco di Kevin Costner e Whitney Houston in The Bodyguard, Tony ha partecipato ad un reality show in America e partecipato al musical Chicago. Sembrava tutto chiuso nelle cantine dei ricordi, simili a quella dove ho ritrovato questo disco, e invece il 25 marzo del 2009 dall’interno di una nave della seconda guerra mondiale, il gruppo comunica la sua reunion e pochi mesi più tardi pubblicherà la raccolta Once More.

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