domenica 22 dicembre 2013

U2 - Zooropa


E non ho mappa
E non ho ragioni
Nessuna ragione per tornare indietro
U2 – Zooropa



Zooropa è il luogo dove gli U2 vent’anni fa cercavano l’Europa.
Dopo il Trattato sull’Unione Europea firmato a Maastricht  il 7 febbraio 1992 entrano nell’allora Comunità Europea dodici nazioni fissando regole politiche e parametri economici.
Gli U2 vengono dall’influenza di Berlino e guardano con gli occhi della costante divisione religiosa irlandese la Jugoslavia in fiamme.
L’album parte da questo dualismo come spiegò The Edge: “Ora che è finita la guerra fredda e le vecchie ideologie sono state spazzate via, il capitalismo ha vinto, ma le persone non sanno più cosa essere. E non solo non sanno chi sono, ma non sanno nemmeno chi vogliono essere: se vogliono entrate nell’Europa Unita o se invece vogliono combattere per la propria identità nazionale”.
La title-track, la chiave di questo disco, è l’ingresso nei programmi di Zoo Tv. Le voci distorte sono interrotte da messaggi presi in prestito dal mondo della pubblicità.

Zooropa… Vorsprung durch Technik  [Audi]
Zooropa… be all that you can be [Esercito USA]
Be a winner [Lotto inglese]
Eat to get slimmer [Slimfast]
Zooropa… a bluer kind of white [Persil/Daz]
Zooropa… it could be your tonight
We’re mild and green
And squeaky clean [Fairy]
Zooropa… better by design [Toshiba]
Zooropa… fly the friendly skies [United Airlines]
Through appliance of science [Zanussi]
We’ve got that ring of confidence [Colgate]

 La seconda parte della canzone parla di incertezza e di dover andare avanti con o senza bussola, perché è l’unica scelta, e quindi anche una non-scelta.

Un altro brano chiave e Numb, scritto e cantato da The Edge, è lo stordimento di fronte alla televisione e la voglia di rimanerci incollati. È un insieme di divieti impersonali mischiati all’inettitudine (Don’t move/Don’t talk out of time/Don’t think/Don’t worry/Everything’s just fine/Just fine).

Wim Wenders chiede agli U2 un’altra canzone, dopo Until The End Of The World, per il film Così Lontano Così Vicino e ne esce fuori una delle migliori secondo Bono: Stay (Faraway, So Close!), il racconto dell’amore di un angelo che non riesce a farsi vedere né sentire, e che infine cade per la mortalità e nessuno se ne accorge (And if you look through me/And when you talk, you talk at me/And when I touch you, you don’t feel a thing/ If I could stay../Then the night would give you up/ Stay, and the day would keep its trust/Stay, and the night would be enough).
The First Time, sulla perdita della fede,  verrà ripresa sette anni più tardi per il film di Wenders The Million Dollar Hotel, per il quale Bono scrisse la sceneggiatura.

Lo strano mondo distorto del disco si chiude come nessuno avrebbe mai immaginato, con The Wanderer cantata da Johnny Cash.
The Wanderer è un vagabondo che viaggia attraverso l’oro, la pioggia e la bomba atomica, cercando Dio.

È il 1993, Zooropa spunta fuori tra le pause dello storico Zoo Tv Tour. All’inizio doveva essere poco più di EP e invece mutò in un vero e proprio album.
Achtung Baby aveva aperto strade sconosciute e oscure sommandole alla spiritualità, alla guerra fredda e alla divisione tra i popoli, divenendo un capolavoro. Zooropa non è solo suo fratello minore, è un viaggio nomade più descrittivo che spirituale; un mix di episodi musicali e lirici di difficile comprensione.
 Non è immediato.
 Il messaggio postmodernista è nascosto dietro gli effetti della tecnologia e dall’ombra generata da una bandiera di un continente immaginario.

WHAT DO YOU WANT?



Voto: 7/10

UK Album Chart: #1
US Album Chart: #1

U2 – Zooropa (1993)

Side A
Zooropa
Babyface
Numb
Lemon
Stay (Faraway, So Close!)

Side B
Daddy’s Gonna Pay For Your Crashed Car
Some Days Are Better Than Others
The First Time
Dirty Day








giovedì 19 dicembre 2013

Bauhaus//Rock + Architettura





Architetti tranquilli: Walter Gropius non ha mai suonato una chitarra.
Ma è un dubbio che mi è venuto quando ho trovato questo disco in un negozio ormai chiuso e abbandonato, per cui sono corso subito nella mia stanza ad ascoltare.
Anche se la voce di Gropius non la conosco, non penso che un architetto che voleva porre a Weimar la prima pietra di una repubblica dello spirito e sosteneva che gli specialisti sono persone che ripetono sempre gli stessi errori, possa intitolare un suo ipotetico disco post-punk Burning From The Inside.
Il Bauhaus si basava su una nuova arte e sull’evoluzione di un’idea, senza dividere artigianato, scultura e pittura dall’Architettura.

I Bauhaus per certi versi rispettano questo programma.
Nella musica tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta si camminano territori percorsi solo da David Bowie in maniera latente. Oltre al nuovo sound punk e post-punk di gruppi come Sex Pistols, Clash e Siouxsie And The Banshees che attualizzano il concetto troppo stantio di rock; emergono personalità depresse e illuminanti.
Il primo gruppo a calarsi nel buio si chiama Joy Division, una band di Manchester (che ha un legame cronologico e storico con le altre due indimenticabili band concittadine: The Smiths e Oasis) guidata dalla figura di Ian Curtis, tutt’altro che l’emblema di una rock star, come descritto nella pellicola in bianco e nero Control di Anton Corbijn, fotografo tra gli altri di Depeche Mode e U2.
Curtis si suicida il 18 maggio del 1980 e uno dei primi omaggi espliciti proviene dall’isola di fronte, dall’Irlanda, suonata da una band che ancora non sa di diventare la più grande del mondo. A quei tempi Bono e gli altri giravano i pub mezzi vuoti di Dublino suonando oltre a I Will Follow e Out Of Control, proprio A Day Without Me, in cui il suicida guarda il mondo dei vivi da un’altra prospettiva.
Musicalmente il filone continua con i Cure di Robert Smith che a paranoie è uno che non scherza.
Quel periodo muore verso la prima metà degli anni ottanta, forse perché aveva dato abbastanza o la gente era stufa di vedere il mondo troppo nero.
Lo stravagante contrasto e poi la morte di questo movimento musicale ricorda la fine del Bauhaus e il dualismo tra Gropius e Itten (uno strano tizio che indossava sempre una camicia di forza da lui stesso disegnata), il primo era per la razionalità e l’anti-individualismo, l’altro per il misticismo e l’emotività.
Chi ha buona memoria storica saprà che sto parlando del Bauhaus del 1919 di Weimar (all’inizio i Bauhaus si chiamavano Bauhaus 1919), la scuola poi si trasferirà nel 1925 a Dessau, per poi chiudere a Berlino nel 1933 con l’avvento di Hitler.

Peter Murphy, il leader del gruppo, fonde David Bowie con i Joy Division e ne esce qualcosa di storico (magari non come l’avanguardia artistica tedesca), il gruppo raggiunge il successo e vi rimane per qualche anno esplorando territori indie e new wave. Burning From The Inside viene registrato senza il controllo di Murphy, giustificato da una polmonite, ciò non impedisce al disco raggiungere la tredicesima posizione in Inghilterra e di inquietare migliaia di ragazzi senza fede né risposte.








Trova le differenze:

Formiamo dunque una nuova corporazione degli artigiani senza però quell’arroganza di classe che vorrebbe erigere un muro di alterigia tra artigiani e artisti!
Programma del Bauhaus di Weimar, 1919.

“Correre senza meta attraverso l’erbaccia del rasoio che mi arriva solo alle ginocchia, e quando giaccio nel mio sonno grigio non so come camminare sulle tavole. Apro gli occhi e guardo il pavimento e non ti vedo più. Non c’è scelta.”
Bauhaus, Burning From The Inside.

UK Album Chart #13

Voto: 7/10



Bauhaus – Burning From The Inside (1983)

Side One
She’s In Parties
Antonin Artaud
King Volcano
Who Killed Mr. Moonlight?

Side Two
Slide Uf Live
Honeymoon Croon
Kingdoms Coming
Burning From The Inside

sabato 14 dicembre 2013

Il Terzo Lato Del Natale

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito


Ragazzi sta arrivando il consueto appuntamento con il Natale e se ancora non avete trovato niente da mettere sotto l’albero vi suggerisco di regalare (sempre se conoscete qualcuno che lo apprezza) un cofanetto davvero prestigioso.
Sto parlando di Dire Straits: The Complete Studio Albums 1978-1991, tutti i dischi in vinile della band del maestro Mark Knopfler, ovvero:

Dire Straits (1978)
Comuniquè (1979)
Making Movies (1980)
Love Over Gold (1982)
Brothers In Arms (1985)
On Every Street (1991)


Su Amazon il prezzo si aggira intorno ai cento euro, ERGO chi lo riceverà deve essere davvero una persona speciale, perché come dice un mio grande amico: on’ so  pej’aseni i confetti.

ROCK AND ROLL

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito



 

martedì 3 dicembre 2013

One Song's Story: New Town Velocity




Il disco dell’anno (almeno per me) è The Messenger di Johnny Marr.
Un disco attraverso i cui solchi si capisce l’importanza di Johnny sia negli Smiths, associabili per molto tempo solo e unicamente a Morrissey, e sia nella nuova musica alternativa.
Si capisce il suo pensiero strafottente (che mi trova d’accordissimo) su vari temi, in questo caso si parla di scuola e di aspetti della personalità.
In un’intervista di qualche mese fa spiegò cosa lo avesse indotto a scrivere il testo di questa canzone: “E’ autobiografica. Si tratta di riconnessione con la sensazione che avevo mentre crescevo, di quelle che ti definiscono. E’ l’ultima che ho composto per il disco, e cercavo qualcosa con un aspetto sognante, perché le altre canzoni sono così esplosive. Mi ricorda la mattina nebulosa d’estate quando avevo 15 anni e decisi di non tornare più a scuola”.

È una canzone che parla di scelte.
 Tra scuola e poesia.
 Tra quello che ti dicono e quello che vuoi fare.
Di quando dici addio ad una parte di te.
Di quella sensazione che hai quando ti trovi in una situazione che non ti compete, e dell’impegno che ci vuole per trovare la giusta strada lungo le strade di una città che non ti aspetta, anzi, va sempre più veloce.

Here comes your poetry
New town velocity


Johnny Marr – New Town Velocity UK Limited 7’’ (2013)
A
New Town Velocity (Single Version)
B

The It-Switch