venerdì 26 settembre 2014

U2 – All That You Can’t Leave Behind

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

“Questo disco è un’anima al titanio”
Bono



Tra il 1999 e il 2000 Gli U2 sono tranquilli, forse troppo.
 Hanno chiuso il (mezzo) passo falso di Pop e la grandezza ironica e artistica del PopMart Tour con la raccolta The Best Of 1980-1990, il cui singolo promozionale, Sweetest Thing, non è altro che una b-side del vecchio 45 giri di Where The Streets Have No Name.
Bono chiarisce che gli U2 hanno bisogno di tornare alle origini, agli anni ottanta e alla grandezza naturale della loro musica, senza mischiarla con il consumismo e le discoteche; inoltre da questo periodo in poi inizia il suo attivismo politico e le conseguenti lodi e critiche di tutto il mondo.
Bono viene ricevuto dai politici più importanti del pianeta, dal Papa, a cui regala un paio di occhiali, e vuole abbattere il debito dei paesi poveri con la campagna Jubilee 2000, come dice anche nel febbraio del 2000 al Festival di San Remo sulle note di All I Want Is You.
Nel 1999 esce il film di Wim Wenders The Million Dollar Hotel, in cui Bono compare come sceneggiatore e autore della colonna sonora, oltre ad una piccola apparizione nella pellicola.
Ci sono ovviamente canzoni che non finiranno mai su un disco degli U2, ma alcune sono degne di nota e fanno saltare dal divano i vecchi fan. Vedi Stateless. Vedi The Ground Beneath Her Feet, singolo uscito solo in Inghilterra, il cui testo appartiene a Salman Rushdie.
Tanti impegni per cui gli U2 spesso devono aspettare i comodi di Bono, come disse The Edge: “Avremmo potuto far uscire il disco almeno un anno prima”, ma quello che manca a All That You Can’t Leave Behind non è la presenza di Bono, anzi forse questo è il disco in cui si sente di più il suo timbro, ma è senza dubbio la musica e il sound che hanno sempre contraddistinto gli U2.
A ottobre del 2000 esce il disco, anticipato dal singolo Beautiful Day, versione definitiva di Always, che balza subito alla posizione #1 in classifica.
Il disco riesce a vendere più di 12 milioni di dischi ed oggi è riconosciuto come uno dei migliori degli U2, ma secondo me, mai come stavolta siamo di fronte ad un falso storico.
All That You Can’t Leave Behind è il peggior disco degli U2 in assoluto. È vero che i suoi quattro singoli (Beautiful Day, Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of, Elevation e Walk On) hanno scalato le classifiche di tutto il mondo.
Ma questo non è un disco.
È un insieme di canzoni pop (che non hanno niente a che vedere con quelle di Pop, sì mixate male e incomplete, ma sicuramente migliori) che possono appartenere a qualsiasi boyband del momento.
Ascoltando questo disco non penseresti mai che gli autori sono le stesse persone che hanno scritto Sunday Bloody Sunday o One.
Le canzoni sono tutte orecchiabili ma alcune avrebbero potuto veramente dare di più. Sentite la differenza tra la versione del disco di Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of e quella acustica contenuta nell’EP U2 7 pubblicato solo per il mercato americano.
Sentite come la stessa canzone arrivi molto di più senza quella ridondanza pop e come le parole di Bono dedicate a Michael Hutchence, leader degli INXS, arrivino dritte al cuore.
La seconda parte del disco è solo la brutta copia della prima e poteva benissimo essere omessa.
Ma gli U2 sono sempre gli U2 e questo disco così brutto è l’esatto contrario di No Line On The Horizon del 2009, album di gran valore in cui però c’è la peggior canzone degli U2, Get On Your Boots.
All That You Can’t Leave Behind ha il merito di contenere due perle assolute: Walk On e Kite, di cui parleremo in seguito.
Due salvagenti che salvano gli U2 dall’abisso (o dallo scioglimento).

PS Il vinile di All That You Can’t Leave Behind ha un grande valore. È vero che furono vendute 12 milioni di copie, ma la maggior parte in cd (alcune con la bonus track The Ground Beneath Her Feet). Di conseguenza questo disco, così come i seguenti vinili di How To Dismantle An Atomic Bomb e No Line On The Horizon, è quasi una rarità. Sembra assurdo ma è così.
Inoltre la cover che raffigura gli U2 all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, location in cui fu girato anche il video di Beautiful Day, è stata ritoccata. Dietro gli U2 a sinistra è presente un tabellone con la scritta J33-3, modificata rispetto alle foto originale apparsa sul sito U2.com con la scritta F21-36, e non ha nulla a che vedere con gli aerei.
 Si riferisce al capitolo 33, versetto 3 del libro di Geremia della Bibbia: Invocami e io ti risponderò e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili, che tu non conosci.
Lo stesso verso sarà ripreso nella canzone Unknown Caller, quarta traccia di No Line On The Horizon, in cui il protagonista immagina una conversazione con Dio.






U2 – All That You Can’t Leave Behind (2000)

Side A
Beautiful Day
Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of
Elevation
Walk On
Kite
In A Little While

Side B
Wild Honey
Peace On Earth
When I Look At The World
New York
Grace


Voto: 5/10

UK: #1







mercoledì 24 settembre 2014

Velvet - I Perdenti E Gli Eroi

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito


Esce il 26 settembre il nuovo singolo estratto da Storie, l’ultima fatica dei Velvet che ha messo d’accordo tutti (qui la nostra recensione).
Il brano è uno dei più importanti del disco e viene pubblicato in versione maxi-single dopo le pubblicazioni di Una Vita Diversa e Scrivimi Quello Che Fai.
L’EP contiene la versione studio e un live di I Perdenti E Gli Eroi, la cover dei Verdena Muori Delay, una versione live di La Razionalità, e due remix di Una Vita Diversa.

Fossi in voi comprerei il singolo e sosterrei sempre una della band più capaci della scena alternativa italiana.


ROCK AND ROLL



Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

Velvet - I Perdenti E Gli Eroi (2014)

I Perdenti E Gli Eroi
Muori Delay
I Perdenti E Gli Eroi (Live)
La Razionalità (Live)
Una Vita Diversa (Sons Of Machine Remix)
Una Vita Diversa (Francesco Pierguidi Remix)




lunedì 22 settembre 2014

Led Zeppelin





Alla fine degli anni sessanta stava sempre più crescendo di importanza la musica rock, e specialmente in Inghilterra e negli Stati Uniti stava diventando un fenomeno di massa. Sono proprio questi i due paesi da cui traggono ispirazione i Led Zeppelin gruppo formato da Jimmy Page dopo lo scioglimento del suo vecchio gruppo gli Yardbirds. A partire dal loro primo album sono subito chiare le loro influenze, sicuramente da rock e folk tipicamente britannici ma soprattutto dal blues d’oltreoceano, con Robert Johnson in testa. Questa fusione di generi già sperimentata da Jimi Hendrix e dai Cream e ben evidente fin dal primo e omonimo album del gruppo. Led Zeppelin è uno dei dischi ai quali sono più legato e che ho scoperto frugando tra i vinili di mio padre, la prima traccia Good Times, Bad Times ti dà subito la carica e ti fa pensare a un disco hard rock non del 1969. Proprio in quel momento ti arriva un sound totalmente diverso e con le tracce successive del lato A ti rendi conto che c’è qualcosa di unico. Babe I’m Gonna Leave You dà un tocco più melodico e folk, con You Shook Me si sente l’inconfondibile impronta blues della band che reinterpreta al meglio un pezzo di Muddy Waters, e infine la loro versione di Dazed and Confused che Page ha sfruttato dopo lo scioglimento degli Yardbirds e in cui ascoltiamo sia la potenza del gruppo sia la sua parte psichedelica. Il lato B è ancora diverso e ci mostra ancor di più la versatilità della band con un sound folk accompagnato dall’organo Hammond suonato suonato dal bassista John Paul Jones in Your Time Is Gonna Come, seguita da Black Mountain Side un pezzo strumentale che possiede un suono quasi orientale. La terza canzone è probabilmente la più importante per le generazioni future, Communication Breakdown con un potente riff di chitarra e la voce incisiva di Robert Plant. Questa è la prima canzone che ascoltai di quest’album casulmente in radio ed è proprio con questa che mi innamorai dei Led Zeppelin, magari è perché ha un sound più vicino alla musica che ascoltavo in quel periodo, ma mi provoca grandi emozioni e per me è perfetta. Le ultime due tracce del disco sono una cover di Otis Rush, I Can’t Quit You Baby, un altro pezzo blues scritto da Willie Dixon e How Many More Times un altro blues molto potente tipico della band britannica. Questo album presenta anche molte curiosità in quanto Page era solito non segnalare il vero compositore del pezzo perché riteneva che nel blues fosse giusto condividere le idee per reinterpretarle a loro modo e perciò durante tutta la carriera la band fu soggetta di accusa di plagio. Che spesso si sono rivelate anche fondate ma che non sminuiscono il valore del gruppo. Led Zeppelin I è anche famoso per la sua copertina che raffigura lo Zeppelin Hindenburg che va in fiamme, il gioco di parole nel nome del gruppo – letteralmente dirigibile di piombo – icona che simboleggia la forza distruttiva del gruppo che in appena 10 anni di carriera ha cambiato totalmente la storia del rock, influenzando moltissimo le generazioni successive.



Side 1
Good Times Bad Times
Babe I’m Gonna Leave You
You Shook Me
Dazed And Confused

Side 2
Your Time Is Gonna Come
Black Mountain Side
Communication Breakdown
I Can’t Quit You Baby
How Many More Times





venerdì 19 settembre 2014

Il Terzo Lato Del Vinile intervista Moseek

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

Il Terzo Lato Del Vinile intervista Moseek. Undici domande come undici sono le tracce di Leaf, straordinario disco spiegato perfettamente dalla sua stessa cover: il bosco alle spalle è il simbolo del rock tradizionale, mentre la pedana futurista è il sound più elettronico.
 Vi consiglio vivamente di ascoltarlo e vi auguro una buona lettura.



01// Leaf oscilla come una foglia tra revival new wave e post-punk con sonorità elettroniche contemporanee. Il sound era già nella vostra testa o ci siete arrivati in modo graduale?
L'idea del sound era nella nostra testa da tempo, ma realizzare determinati suoni comporta studio e un'approfondita conoscenza di alcuni strumenti nello specifico. Nel tempo abbiamo scoperto tecnicamente come potevamo mettere in pratica le nostre idee e la sperimentazione è sempre in divenire, al punto che oggi, nella dimensione live siamo ancor più elettronici rispetto al disco.


02// Dopo molti ascolti posso dichiarare di vedervi come i Siouxsie And The Banshees del futuro. Quali gruppi hanno influito di più nella vostra musica?

Sicuramente i Siouxsie And The Banshees hanno una parte rilevante nella nostra formazione. La nostra adolescenza l'abbiamo passata ad ascoltare i Radiohead, Pearl Jam, i Muse e i NIN, e amiamo progetti che mescolano il rock all'elettronica, abbiamo una grande passione per i Blonde Redhead, Röyksopp, MGMT, Daft Punk, Gossip, Woodkid, Alt J, the Cure. E nei nostri cuori regna Michael Jackson.


03// Nella title-track Leaf c’è un verso da sottolineare: There’s no pains for “my brother”... strange this name for everyone. Quanto è importante questa canzone?
Il testo è senza dubbio molto sentito, dedicato a due grandi "amori" della mia vita, in cui descriviamo una certa inadeguatezza nella gestione dei sentimenti.


04// And I know more or less a few words / And less than ever in my kitchen and room / Like trees shed their leaves in autumn, questi sono i versi finali di A Room & A Kitchen che sembrano rievocare l’ungarettiano Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, è un caso?
Assolutamente no! Mi son permessa (Elisa) di citare Ungaretti perché questo concetto rappresentava a pieno lo stato d'animo di quel periodo, di quando ho scritto questa canzone.


05// Something To Dig è un’altra canzone che merita menzione, ed è probabilmente il pezzo più duro insieme alla conclusiva Steal-Show. Il testo è un percorso psicologico che prima mette in dubbio e infine porta al cambiamento. Quanto avete scavato dentro per scriverla? 
Mettere in musica un determinato pensiero o stato d'animo è come analizzarsi e, buttando fuori ciò che si ha dentro, necessariamente si dà un nome alle cose e sembra quasi che così si debba mostrare il fianco. E questa cosa succede prima di tutto quando si fa ascoltare per la prima volta un pezzo ai tuoi compagni, voce e chitarra. Sono momenti molto intimi, bisogna scavare tanto per continuare a suonare insieme, bisogna scavarsi l'un l'altro.


06// “Answers, Are Not Ready Yet!”. Steal Show conclude Leaf con un grande punto interrogativo.

Dopo sette mesi dalla pubblicazione del disco avete trovato qualche risposta in più?
Sicuramente in questi mesi, anche grazie ai live del tour di promozione che abbiamo fatto, ci si è visualizzata sempre più chiara la direzione sonora che stiamo intraprendendo. Abbiamo sempre più contaminazioni elettroniche o che strizzano l'occhio al tribale, atmosfere oniriche e solenni caratterizzano le nostre nuove produzioni. Stiamo capendo come approcciarci al pubblico di volta in volta, abbiamo avuto delle conferme, e la vendita dei dischi ai concerti è una di queste. Ogni giorno ne troviamo almeno una di risposta e troviamo almeno altre 10 domande da porci. 


07// La struttura del disco è corposa e continua: Leaf e Numbers introducono, Bad Things rompe, Mr. Benson ricuce, Pills e A Room & A Kitchen liberano, How To Believe apre, Something To Dig oscura, In Sleepers e Blunder indignano, Steal-Show spera. Sembra che abbiate speso molto tempo per l’ordine delle canzoni o il risultato è casuale?
Niente è casuale, un po' per ricollegarci alla risposta precedente, ogni cosa è legata strettamente alla musica, dall' artwork dei dischi, alle foto, all'immagine in generale dell'artista. La scelta della tracklist fa parte di questo aspetto da non lasciare al caso.


08// Parafraso ed allargo la domanda che vi ponete in Blunder: you survive by yourself you get your head broken to get along and ... what else?
Quanto vi sentite più grandi della somma delle vostre parti suonando insieme in un gruppo?
Suonare insieme è il nostro valore aggiunto. Tutti e tre abbiamo suonato con tanti altri musicisti, la sintonia è un elemento fondamentale che va oltre la capacità tecnica, oltre l'età, oltre lo studio. Non si impara da nessuna parte. Succede e basta. Suonare in sintonia in una band è una fortuna molto grande, perché significa che non ci sarà mai nessuno che rema contro.


09// Leaf è uno strano titolo ma se si ascolta bene il disco è tutto chiaro. I testi e la musica si muovono tra speranze e delusioni, tra rock ed elettronica. Dove il vento porterà la foglia in futuro?

Il vento porterà la foglia in un contesto molto meno terreno, si allontana un po' dall'approccio rock classico del disco e verterà in un contesto meno tangibile, più etereo, sognante. Suoni e parole suonano meno "tormentone" e il tutto verrà raccolto in un nuovo album, con nuovi video e nuove immagini.


10// Nel vostro percorso avete incontrato I Ministri, Tre Allegri Ragazzi Morti, Linea 77, Perturbazione e altri. Che cosa avete “rubato” a questi gruppi?
La perseveranza, la gestione del palco prima di suonare, e ad uno di questi, un cavo jack ... ma per sbaglio.



11// La copertina sembra portare in un bosco magico, è un luogo dove si possono trovare ancora i vinili e i giradischi?
Senza dubbio! Il bosco magico rappresenta le nostre radici, il nostro background, l'approccio al rock più classico. Siamo un po' dei nostalgici, compriamo i dischi nei negozi ancora oggi, ci piacciono i vinili che suonano sui giradischi, e pensiamo anche che si possa diventare un "musicista" per lavoro!



Intervista di Davide Di Cosimo

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito










mercoledì 17 settembre 2014

U2 - Songs Of Innocence - Una Riflessione



Ad oggi si parla con troppo accanimento di una band che ha scritto le pagine più belle della storia della musica.
Forse le critiche derivano dall’invidia di molti critici e colleghi che non potranno mai essere grandi quanto gli U2.
Si prova vergogna per l’idea geniale di pubblicizzare un disco su iTunes, scaricabile gratuitamente da tutto il mondo. Ci si indigna se il precedente tour è stato visto da mezzo mondo e non verrà mai superato da nessuno.
Si esagera dicendo che sono solo una macchina da soldi.
Questa più che una recensione è una riflessione su Songs Of Innocence, sia per il clamore generato da questa pubblicazione online, sia perché per comprendere un disco degli U2 ci vuole parecchio tempo.
E allora ripercorriamo le tappe di questa band negli ultimi anni. Secondo molti (e anche secondo me) è avvenuto sulla soglia del nuovo millennio un declino o una crisi d’ispirazione.
All That You Can’t Leave Behind (2000) è un disco troppo grigio, un disco troppo poco schierato, un disco che forse arriva alla sufficienza e non di più, ma allo stesso tempo contiene due delle canzoni più belle in assoluto Walk On e Kite, e singoli che hanno scalato le classifiche di tutto il mondo come Beautiful Day, Elevation e Stuck In A Moment You Can’t Get Out Of. Il mitico unforgettable fire è solo un ricordo, ma ad oggi, questo disco ha venduto più di dodici milioni di copie.
Qui parla la storia.
How To Dismantle An Atomic Bomb (2004) è il tentativo di tornare alle origini ed è sicuramente migliore del precedente nella sua globalità. Il mito ritorna in canzoni come: Yahweh e Original Of The Species, nella stessa Vertigo o in Miracle Drug e All Because Of You. Sometimes You Can’t Make It On Your Own è una struggente emozione tirata fuori con dolore per la morte del padre di Bono, il motivo per cui la bomba è stata innescata.
City Of Blinding Lights da molti criticata è e rimane una canzone magica.
Ad oggi How To Dismantle An Atomic Bomb ha venduto 10 milioni di copie.
No Line On The Horizon (2009) avrebbe potuto essere il capolavoro degli ultimi U2 (ed io lo considero come tale) anche se si perde nell’imbarazzante primo singolo Get On Your Boots e in I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight, troppo auto celebrativa.
Il trittico d’apertura è straordinario: No Line On The Horizon, Magnificent e Moment Of Surrender  emozionano e catturano come i grandi classici, e le altre come White As Snow, Breathe o la conclusiva Cedars Of Lebanon non sono di certo inferiori.
Dopo cinque lunghi anni di attesa gli U2 pubblicano Songs Of Innocence e se ne parla a sproposito.
Come già detto non voglio parlare del disco ma di come sia stato recepito dal mondo.
Si critica la band che ha scritto Where The Streets Have No Name e One su due piedi. Senza aver nemmeno voluto comprendere le nuove canzoni e il messaggio.
Ma alla fine gli U2 che cosa hanno fatto per meritarsi questo odio?
Fanno concerti solo dopo la pubblicazione di un disco. In oltre trent’anni di carriera hanno pubblicato tre raccolte (due divise per decadi, ed una per raccogliere i loro migliori singoli).
Molta gente al posto degli U2 farebbe un disco (o centinaia di raccolte) ogni anno e scucirebbe parecchi soldi ai propri fan.
Gli U2 erano, sono e saranno un gruppo, in cui la somma è più grande delle singole parti.
Sono l’unica band a non aver mai cambiato membri per così tanto tempo.
E poi c’è gente che li paragona ai Coldplay, ai Killers, agli Interpol o ai Black Keys, che (con tutto il rispetto) non hanno e non avranno mai quell’epicità, cosi come altre band consolidate contemporanee, che oltre ai concetti e alle dichiarazioni di intenti non raggiungeranno mai i livelli dei quattro irlandesi.
Bruce Springsteen disse che gli U2 sono l’ultima band di cui verranno ricordati i nomi di tutti i componenti, ed è proprio così. E questo disco è la riscoperta di quelle band di cui ricordiamo i nomi.
Non mi sembra molto difficile da capire, addirittura c’è chi critica agli U2 di essere troppo giovani o giovanili, scordandosi che Bono e gli altri non saranno mai un cimelio del rock per loro stessa natura.
Gli U2 non sono i Rolling Stones e mai lo saranno.
 Poi certo se continuiamo a passare per radio Gianna Nannini e la sua brutta copia Emma, l’ennesimo pianto di Laura Pausini e i Modà di Kekko, se continuiamo a credere che Vasco Rossi sia un mito anche se fa decine di date ogni anno con un singolo, se continuiamo a pensare che Ligabue sia un grande artista e che i Dear Jack siano il nuovo rock italiano allora è ovvio che le orecchie non arriveranno mai agli U2, ma nessuno giudica nessuno. Credo ci vorrebbe un po’ di rispetto e di apertura mentale prima di aprire bocca o scrivere articoli insulsi.

Voi continuate a comprare i dischi di questa gente.
 A pensare che le nuove band siano migliori degli U2.
A schifarvi di fronte all’operazione di marketing.

 Io mi ascolto gratis Songs Of Innocence.


YOU DON’T WANNA KNOW




lunedì 1 settembre 2014

Riusciranno I Nostri U2 A Ritrovare L'ispirazione Misteriosamente Scomparsa In Africa?





Partiamo dall’inizio della crisi, che più avanti si va, più indietro si trova.
Pop (1997) fu un disco incompleto e molto discusso, ma almeno si avevano argomenti su cui riflettere. L’enorme buco nell’acqua di All That You Can’t Leave Behind (2000), il vero peggior disco degli U2, ha aperto la via per un tunnel buio e senza uscita.
Nel 2004 esce How To Dismantle An Atomic Bomb, un salvagente che riesce a coniugare gli U2 dei primi anni ottanta con quelli di oggi: un disco sincero.
Nel 2006 esce per la raccolta U218Singles uno dei singoli più belli, Window In The Skies, e altre due perle furono incluse nella raccolta The Best Of 1990-2000, Electrical Storm e, The Hands That Built America, per la colonna del film Gangs Of New York di Martin Scorsese.
Nel 2008 era pronto un disco, che con un improvviso cambio di direzione, venne pubblicato nel marzo del 2009 col nome di No Line On The Horizon. La leggenda vuole che poco prima di darlo alle stampe The Edge sia corso in fabbrica per riordinare la scaletta (Fez – Being Born era la prima, diventata poi l’ottava, e No Line On The Horizon l’ultima divenuta la prima).
Il disco è sicuramente il migliore dei tre del nuovo millennio, o quello che più ricorda gli sperimentalismi di Achtung Baby, ma la cattiva scelta dei singoli ne ha impedito la comprensione storica e commerciale.
Il primo singolo è la canzone più brutta degli U2 in assoluto, Get On Your Boots, una specie di versione malriuscita di Vertigo.
Non è bastata la magnificenza di Magnificent, il disco è stato bruciato con il primo singolo, e il terzo I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight (una sorta di brutta copia di Ultra Violet), non ha di certo migliorato l’idea che Magnificent fosse solo un caso in un disco sciapo.
Ed è un vero peccato perché all’interno ci sono canzoni straordinarie come Moment Of Surrender, la stessa No Line On The Horizon o White As Snow.
Nel frattempo il tour U2360° diventa il più grande della storia della musica.
Bono afferma di aver pronto un altro disco che verrà pubblicato nel giro di pochi mesi, Songs Of Ascent, che invece non vedrà mai la luce e verrà accantonato.
Nella colonna sonora del film Brothers compare l’inedito Winter.
Bono e The Edge lavorano alla colonna sonora del musical Spider-Man: Turn Off The Dark; presentano dal vivo alcune nuove canzoni come Boy Falls From The Sky, Mercy del periodo di How To Dismantle An Atomic Bomb, North Star che finirà nella colonna sonora di Transformers 3, The Flowering Rose Of Glastonbury, dedicata al mitico festival inglese o la strumentale Return Of The Stringay Guitar.
Tutto materiale accantonato.
Ogni volta i membri del gruppo dicono che il nuovo disco verrà pubblicato nei prossimi mesi, ma dalla prima dichiarazione di Bono sono passati cinque anni.
Nel 2013 sembra davvero finita l’attesa e invece gli U2 pubblicano solo un singolo, Ordinary Love, per la colonna sonora del film Mandela: Long Walk To Freedom.
Un singolo ripetitivo ma di buon livello.
A gennaio 2014, viene ufficializzata la pubblicazione del disco per marzo, e viene pubblicato il primo singolo, Invisible per pubblicizzare l’iniziativa (RED) contro l’AIDS e raccogliere fondi.
I risultati musicali sono sconfortanti, ma onestamente non capisco come ci si potesse aspettare di più da una canzone che sembra uscita dalla colonna sonora di Piedone Lo Sbirro.
Di nuovo gli U2 in preda al panico rimandano l’uscita del disco.

Ora sembra che l’album uscirà entro la fine dell’anno e si intitolerà Sirens, pare sia noto anche il titolo del primo singolo, Summer Nights.
Gli U2 stanno cercando di pubblicare un disco importante o quantomeno migliore del precedente e probabilmente finora non ci sono riusciti.
Pare che il problema sia il produttore o il mixaggio giusto, ma onestamente credo fare qualcosa di valore non coincida con fare qualcosa di preciso.
Gli U2 hanno raggiunto grandi risultati, sicuramente molto più alti delle loro capacità musicali (eccenzion fatta, se proprio si deve fare, per la batteria di Larry Mullen) perché sono sempre stati in grado di toccare l’anima e il cuore delle persone.
Che l’Africa abbia fatto perdere l’ispirazione a Bono?
Sicuramente le iniziative benefiche hanno tolto parecchio tempo al gruppo, ma dovrebbero essere attività che illuminano e riempiono, emozioni di cui gioire.

Certo se si passa da Obama  alla Apple, dai party di George Clooney alle osterie di Santa Monica, dalle feste hollywoodiane agli scarabocchi per Matteo Renzi, è ovvio che il fuoco indimenticabile resti solo un ricordo.