martedì 30 dicembre 2014

Il Terzo Lato Del Vinile intervista Strani Giorni

In compagnia del gruppo romano Strani Giorni per una bellissima intervista. Dieci domande come dieci sono le tracce del loro ultimo disco L’invisibile Spazio.



Per vedere l’intervista video clicca qui

01 Strani Giorni: riferimento a Battiato, ai Cure e ai Doors. Il Vostro disco L’invisibile Spazio mischia il tipico stile pop italiano con sonorità rock internazionali. Immagino ci sia voluto parecchio tempo e sacrificio per arrivare al sound definitivo, ma sembra tutto molto fresco e sincero.
Il nostro sound è la risultante del sudore, della passione, di tutte le ore passate in cantina a suonare e sperimentare sempre cose nuove; ma anche la fusione dei nostri caratteri, delle nostre fragilità e della nostra amicizia. Siamo cresciuti ascoltando generi musicali molto diversi tra loro, e sono stati fondamentali gruppi come i Cure, i Police, Pink Floyd e alcuni cantautori italiani: Ivan Graziani, Lucio Battisti, Tenco, Fossati (la lista potrebbe essere infinita).
Ascoltare tanta bella musica è fondamentale per l’ispirazione e per assimilare suoni e forme musicali che contribuiscono a sviluppare e contaminare in maniera unica e originale il tuo linguaggio artistico!

02 Gli Strani Giorni nascono nel 2004. Avreste mai pensato di essere ancora in attività dopo dieci anni?
È incredibile pensare a come il tempo sia passato velocemente tra viaggi interminabili, concerti indescrivibili, risate, delusioni e grandi soddisfazioni; sempre con la voglia di rimanere uniti e di portare avanti con impegno e leggerezza il nostro piccolo grande sogno!
Il modo migliore per festeggiare dieci anni fantastici di musica condivisa era proprio quello di regalarci un album nuovo di zecca. Creare, creare… ad ogni inizio corrisponde sempre una rinascita. Forse è proprio questo il segreto per sentirsi vivi ed arrivare lontano senza mai sorprendersi

03 Il vostro percorso decennale è stato molto continuo. Credo sia stata una grande emozione aprire il concerto de Le Orme nel 2010 al Rock City. Che rapporto avete con il progressive italiano e che ricordi conservate di quella serata?
Gruppi come Banco, PFM, Le Orme, Balletto Di Bronzo, Rovescio Della Medaglia, hanno portato l’eccellenza della musica italiana all’estero e continuano ancora oggi ad influenzare e contaminare la musica di tutto il mondo.
Prova a immaginare cosa puoi provare all’età di 16 anni nel comprare un vinile dal nome “Uomo Di Pezza” (Le Orme) e ritrovarti dopo circa trent’anni sullo stesso palco per aprire un loro concerto… tutto questo non ha prezzo ed è molto difficile da spiegare.
Una serata storica a tutti gli effetti che porteremo con noi per sempre nella valigia dei nostri ricordi più emozionanti!

04 Si può dire che Fabrizio Moro è un vostro fan? Come è nato il vostro incontro e cosa vi ha insegnato artisticamente e umanamente?
Possiamo affermare con certezza assoluta che Fabrizio Moro è un vero amico ma soprattutto un artista di pure talento! È un ragazzo semplice e sempre molto disponibile; ci ha dato la possibilità di crescere artisticamente facendoci esibire per alcuni anni prima dei suoi concerti.
È stata un’esperienza molto costruttiva che ci ha permesso di ottenere oltre a un notevole consolidamento tecnico, anche una grande visibilità.
Fabrizio ci è sempre molto vicino e sul nostro ultimo album “L’invisibile Spazio” ha contribuito con alcune intuizioni di arrangiamento davvero straordinarie!


05 Tra il vostro primo disco, Un Passo Avanti e L’invisibile Spazio cosa è cambiato?
Con “L’invisibile Spazio” rispetto al precedente lavoro discografico “Un Passo Avanti”, abbiamo assecondato l’esigenza spontanea di rinnovarci, metterci in discussione e sperimentare con grande libertà tutto quello che ci è passato per la testa.
Significativo l’inserimento dell’elettronica, del computer e dei sintetizzatori; abbiamo curato con minuziosa attenzione ogni piccolo dettaglio, testi, arrangiamenti, sonorità e grafica, senza mai perdere di vista la naturalezza, la semplicità e l’energia che alla fine sono risultati essere i cardini essenziali dell’intero album!

06 La Mia Generazione è senza dubbio uno dei manifesti de L’invisibile Spazio. Un testo rabbioso ma anche compassionevole. Mi  ha colpito in particolare questa parte: “Questa è pur sempre la mia generazione, non ha più scelte, speranze, ideologie, incassa il colpo, incassa. Tutto bene. Non si ribella”.
Oggi si parla molto di rivoluzione, sia in ambito musicale che politico e intellettuale. Secondo voi arriverà mai quel giorno?
Questa è davvero “La Speranza” più sincera che alberga nei nostri cuori!


07 Per spiegare il significato di Curami, nuovo singolo da L’invisibile Spazio, avete dichiarato: “Un sentimento di disagio e di profondo smarrimento, la necessità di trovare in fretta la giusta via d’uscita nell’intrigato labirinto della mente umana. Invocare qualcuno o qualcosa che possa venire a salvarci, per giungere alla consapevolezza che alla fine non arriverà nessuno e che dentro ognuno di noi si nasconde una malattia ma anche la sua rispettiva cura”.  Disillusione e speranza insieme. Cosa prevarrà?
Certamente l’uomo, con tutto il suo immenso potenziale…

08 Per promuovere L’invisibile Spazio avete suonato parecchie volte a Roma e in altre città italiane. Che rapporto avete con i live? Cercate di riprodurre i suoni del disco o sperimentate nuovi arrangiamenti?
Il live è sicuramente la parte più eccitante e liberatoria del percorso musicale di una band. Ogni concerto per noi è unico, irripetibile, indimenticabile, e anche quelli che non riescono benissimo ti insegnano tantissime cose che alla fine contribuiscono nella stessa misura a formare la tua coscienza artistica!
In questo periodo siamo molto impegnati nella promozione del nuovo album, e stiamo preparando parallelamente al classico live in elettrico, anche la versione acustica del concerto, così da poter portare il nostro spettacolo anche nei locali più piccoli e meno attrezzati.
Potete trovare il calendario completo e sempre aggiornato delle nostre date sul nostro sito ufficiale www.stranigiorni.org o sulla nostra pagina facebook www.facebook.com/stranigiorniband .


09 Dopo parecchi ascolti de L’invisibile Spazio mi viene in mente una sola parola: onestà.
 Credo sia un disco davvero onesto, nel senso che vi muovete su territori di cui conoscete bene il sentiero, senza autocelebrazione e senza passaggi fuori dal seminato,il tutto con una mentalità aperta. Come piace dire a me: un disco sui binari giusti.
La nostra filosofia è sempre stata quella di creare musica di qualità. Per fare questo bisogna essere molto ispirati ed avere a propria disposizione il tempo necessario… noi abbiamo solo atteso con pazienza che le idee (quelle giuste) arrivassero, tutto qui; abbiamo cercato di essere semplici e sinceri… le persone sensibili si accorgono sempre quando un messaggio viene trasmesso con passione e trasparenza.



10 Il Terzo Lato Del Vinile è nato grazie al ritrovamento di un giradischi. La domanda è di rigore: qual è il vostro rapporto con il Long Playing?
Quasi carnale!
PRIMO: anche se fruscia un pochino, il suono è notevolmente più caldo e rotondo, ha il doppio della dinamica e possiede il triplo della profondità!
SECONDO: è un oggetto bello da guardare, da tenere nelle mani, ci sono delle copertine che sono vere e proprie opere d’arte.
TERZO: se le canzoni non ti piacciono, per lo meno con 18 000 lire (di allora) avevi la soddisfazione di aver portato a casa tanto materiale.
QUARTO: puoi leggere i testi senza diventare cieco!
QUINTO: ma cos’è un cd? La sigla di un partito politico?
SESTO: un abbraccio dagli STRANI GIORNI e sempre buona musica, preferibilmente in vinile!

Intervista di Davide Di Cosimo
Per vedere l’intervista video clicca qui




Strani Giorni – L’invisibile Spazio (2014)

01.Camaleonte
02.La Speranza
03.Curami
04.L’invisibile Spazio
05.Nella Gioia E Nel Dolore
06.La Mia Generazione
07.Il Crocifisso
08.Esaurimento Nervoso
09.Forse Non Finisce Tutto Qui
10.L’attesa




mercoledì 24 dicembre 2014

Cantico Di Natale - Charles Dickens

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

E' quasi mezzanotte e con la mia famiglia  andiamo, sereni e soprattutto di corsa, nota la nostra puntualità mancata, alla messa di Natale. Io sono piccola, e mi scoccia così tanto andare in chiesa a quell'ora mentre potrei stare nel mio lettino caldo a fare qualcosa che mi piace un po' di più..magari aspettare Babbo Natale! E invece eccomi, con una sciarpona ed il cappellino che mi copre la nuca, entrare in chiesa scortata dalla mia mamma. Ancora non avevo chiaro il mio senso di religione, il mio avvicinarmi ad essa a mio modo e renderla mia e viva. Ancora non avevo capito perché tutta quell'enfasi per la nascita di un bambino. Io non avevo ricevuto quelle riverenze, non avevo avuto tutto quel pubblico. Eppure mi sentivo anche io speciale,senza un perché o una giustificazione.
Finché non sento scoccare il nuovo giorno e allora, inspiegabilmente, sembro capir tutto!
Vedo la gente cambiare.  Gente che aspettava qualcosa averla finalmente . Come una polverina dorata poggiarsi delicatamente su tutto l'ambiente che mi circonda, anche sul mio cappellino. Per un attimo sembra che il tempo possa essere davvero un signorotto despota che decide senza chiedere permessi. Che quando meglio crede con le sue dita affusolate tiene ferme quelle lancette. E' un attimo. Ma ci sono minuti che riescono a durare più di 60 secondi. Dobbiamo solo stare abbastanza attenti a cogliere QUELL'ATTIMO.


Ebenezer Scrooge è  un ricco e avaro vecchio finanziere londinese, e considera il Natale, come la domenica, una perdita di tempo. E' così infastidito da tale festività da costringere il suo umile e povero impiegato sottopagato, Bob Cratchit, a lavorare anche anche il giorno della vigilia.
Scrooge è una persona bruta e scortese, pronta ad avercela col mondo intero pur senza sentirsi minacciato. Risponde male alle persone che cantano musiche natalizie, un semplice e puro "Canto di Natale"  o che gli fanno gli auguri. Chiude le porte anche al nipote Fred, figlio della sorella defunta, unico parente che con amore vuole far parte della sua vita, e del suo Natale.  L'unica compagnia che veramente conta per lui anche con un'atmosfera simile è solo la sua cassaforte piena di soldi.
Egli è solo ed odiato.
La sera della vigilia tornando a casa ha l'impressione di vedere specchiato nel picchetto del suo portone il volto del socio defunto sette vigilie prima, Jacob Marley.
L'uomo è molto turbato e rinchiusosi in casa, inizia a percepire strani rumori che non fanno che alimentare la propria paura. Finché i suoni diventano luce, e vede uscire da una porta il fantasma di Marley, con alla vita una catena forgiata di lucchetti, timbri, portamonete e tutti gli oggetti che, sotto confessione di questi, sono stati la causa del suo egoismo e lo condannano ad una pena eterna: costretto a vagare per il mondo senza poter vedere la luce di Dio. Marley visita l'amico per avvisarlo delle coseguenze del suo mal agire, e si fa messaggero dell'arrivo di tre spiriti.



Lo spirito del Natale Passato.
Si viaggia nel tempo attraverso gli excursus rivelatori della storia del protagonista. Da un'infanzia travagliata per la morte della madre e dalla solitudine in collegio, che solo l'affetto della sorella ha saputo lenire e salvare.  A qualche anno dopo, apprendista di un capo premuroso e pieno di stima, in grado di unire in una sera, in una sala, differenti classi sociali , sotto lo spirito del Natale, con allegria e umanità. In questo tuffo nel passato rivede Bella, povera, buona e amata, che ha lasciato andare, rendendosi solo e gelido per sempre.
Scrooge capisce gli errori del passato, e si tormenta per la loro irreparabilità e grandezza. Continua a nascondersi  nella sua scontrosità e scaccia il fantasma.

Ma se il passato può andar via, il Presente è sempre lì pronto ad intervenire e trasformarsi in continuazione. Lo spirito del Natale Presente, nell'aspetto simile ad un Babbo Natale, lo conduce dalla famiglia di Cratchit che consuma con dignità e gioia il misero pasto concessogli. Insieme con la malattia del piccolo Tin cui la povertà lo destina.
L'uomo vede minatori, marinai, gente umile in grado di sentirsi uniti da quest'atmosfera di semplice amore che li porta ad aprire i cuori al mondo.
Osserva Fred, pronto a ridere delle manie dello zio, ad augurargli e brindare a lui allo stesso tempo.
Scrooge è stupito e amareggiato. Prima di abbandonarlo al futuro lo spettro mostra all'arido uomo due bambini, personificazioni dell'Ignoranza e della Miseria, alla quale la gente come il finanziere destina le classi povere.
Scocca il campanile della cattedrale di St. Paul. Lo spettro scompare. Scrooge è di nuovo solo. Tra la nebbia.  Quando ecco, il terzo e ultimo spirito del Natale..Futuro. Morte personificata. Non parla. Indica con un dito la via. L'uomo ascolta le voci delle persone vicine sulla sua morte. Sollievo, indifferenza, satira. Scrooge non vedrà un Natale successivo, vede la sua tomba e solo Fred ai piedi di essa. Vede la tomba del piccolo Tin che non ha potuto ricevere le cure adeguate..





Charles Dickens scrive il breve romanzo fantastico, facente parte dei Libri di Natale, nel 1843.
Di famiglia piccolo-borghese, ed un padre imprigionato per debiti, conobbe presto la miseria ed il lavoro operaio. Da tale situazione nascono le tematiche caratterizzanti le sue opere: infanzie sofferenti, ingiustizie sociali, temi della vita di tutti i giorni, modi di vita del proletariato e della piccola borghesia, la metropoli moderna, lo sfruttamento economico..nasce così il ROMANZO SCOIALE.


Messaggio dell'opera si trascina fino alla quinta ed ultima parte.
Scrooge apre gli occhi. E' la mattina di Natale ed è nel suo letto. Ad accompagnarlo ora la coscienza di una vita diversa...migliore.
Apre il cuore alla generosità ed all'inarrestabile essenza dell'amore. Finalmente si rende capace di amare..



Natale 2014.
Scocca la mezzanotte. Non sono più una bambina. L'entusiasmo è lo stesso in realtà. Gli occhi osservatori anche.. Di fronte a gente che preferisce l'egoista apparenza all'essenza. Gente sconfitta dalla crisi che riesce ad abbracciarsi in un atto di amore gratuito. Gente che di fronte alla malattia riesce a sorridere con malinconia e gioie fatte di attimi. Gente che riesce a credere, e per quell'attimo, ancora, "Grandi speranze"..

Oggi so cos'è Natale.
Fabbrica di cioccolato_ Tim Burton. 2005.Scena finale. Willy Wonka. Finalmente con Charlie, una fabbrica, ma soprattutto una famiglia su cui poggiarsi ed affrontare il mondo.

In un mondo pieno di incertezze e precarietà, come ancora ci insegna Dickens,il Natale è qualcosa di grande...Qualcosa che scalda i cuori.

"Con gli spiriti non ebbe più a che fare, ma si rifece con gli uomini. E di lui fu sempre detto che non c'era uomo al mondo che sapesse così bene festeggiare il natale. Così lo stesso si dica di Noi, di tutti noi e di ciascuno! E così, come diceva Tiny Tim: Dio ci protegga tutti e ci benedica."

Chiudo il libro, mi asciugo una lacrima ed esco ad abbracciare qualcuno, ad amare anche io, da questo attimo..un po' di più..

Il terzo lato del Natale.. AUGURI!

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito






domenica 21 dicembre 2014

Bob Marley & The Wailers - Exodus



Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito


                                                                         


Oggi con quest'articolo non scriverò di un uomo, di un musicista o di un artista. Scriverò di una leggenda, di un profeta per tutti i giamaicani. Si tratta di Robert Nesta Marley, meglio conosciuto come Bob. La sua non è mai stata una vita facile, figlio di un ufficiale di marina inglese, che abbandonò la moglie prima della nascita di Bob, e di una giamaicana, fu etichettato fin dall'infanzia come "mezzosangue" sia dai bianchi che dai neri. Inoltre parliamo di un uomo cresciuto a Trenchtown, il ghetto di Kingston negli anni 50 e 60 insomma non proprio un posto per famiglie. Bob Marley rappresenta per milioni di persone l'esempio più grande di rivincita, la sua infatti non è stata una vendetta, lui è arrivato ad essere un profeta senza mai dimenticare chi fosse o da dove provenisse. Durante tutta la sua carriera da musicista fu attivo nella lotta ai diritti civili, e al razzismo, facendo concerti volti all'obbiettivo sia in Giamaica che nel resto del mondo, come per esempio il concerto per l'indipendenza dello Zimbabwe. Ho deciso di parlare di questo album perché è secondo me quello con cui ha acquistato più consapevolezza a livello internazionale, un disco comunque fedele ai princìpi dell'artista e al suo sound. Exodus è un album difficile per Bob perché è salito alla ribalta internazionale grazie a fantastici pezzi come Get Up Stand Up, No Woman No Cry, I Shot The Sheriff, quest'ultimo divenuto effettivamente famoso prima di Marley grazie ad una ottima cover di Eric Clapton. Oltre tutto il disco è il primo dopo lo scioglimento degli Wailers per le rispettive carriere soliste (Peter Tosh, il chitarrista, ebbe anche un buon successo), arriva poco dopo un attentato alla sua vita avvenuto a Kingston qualche tempo prima per cui è costretto a registrare il disco a Londra, e subito prima che gli fosse diagnosticato il melanoma che 4 anni dopo lo ha portato alla morte. Come ho già detto i temi del disco sono i soliti, politica e religione. Questo lo testimonia già la prima traccia Natural Mystic, una canzone con un'atmosfera malinconica, che parla di un passato e di un presente fatti di sofferenza, ma anche di con speranza in un cambiamento futuro che è nell'aria e che può essere sfruttato solo con la vera consapevolezza delle persone nella realtà, con l'obbiettivo di migliorarla. La seconda So Much Things To Say invece tratta specificatamente le tematiche del Rastafarianesimo, con una critica all'uomo bianco, sfruttatore e capace di qualsiasi violenza durante tutta la storia, che non va combattuto con la violenza ma con la forza dello spirito e con la profonda convinzione dell'uguaglianza fra tutti gli uomini. Fra questi versi infatti quello che secondo me è il più simbolico e il più importante è "Remember that when the rain falls, it don't fall on one man's house" testimonianza che la natura non fa nessuna differenza di classe, razza, religione o politica. La canzone successiva è sempre una critica verso lo sfruttatore, guidato dalla legge del più forte ad alimentare la sua ricchezza personale che lo rende cieco e quindi colpevole davanti alle altre persone, il titolo di questa canzone è appunto Guiltiness. 
 La terza canzone del disco The Heaten ti porta in un'atmosfera buia, magari accanto ad un fuoco in cui Bob quasi come un rito invoca la vittoria di Jah, Dio Rastafariano, contro il pagano. L'ultima traccia del lato A è la title track del disco ovvero Exodus, una canzone che richiama appunto all'Esodo degli Ebrei in Egitto che guidati da Mosè sono tornati in Palestina. Nello stesso modo tutti i Rastafariani (il popolo di Jah come dice la canzone) devono tornare nella loro terra natia l'Africa da dove sono stati portati via con la forza e dove devono tornare con l'aiuto di un profeta, che alcuni come abbiamo visto hanno riconosciuto nello stesso Marley. La canzone ha anche un motivo personale per l'autore che infatti era stato costretto a lasciare la Giamaica per motivi politici. Allora, a questo punto arriviamo al lato B e ci si aspetterebbe che il disco cominci a perdere qualcosa, e invece è proprio qui che inizia il bello, qui ci sono le canzoni che per prime mi hanno fatto innamorare di Bob Marley e del reggae. L'apertura di questo lato B è affidata a Jammin' , una canzone in cui per immergersi totalmente bisogna liberare la mente da ogni pensiero e lasciar fluire le emozioni con la musica, e come dice l'autore improvvisare. E proprio a quel punto ci si sente diversi, un po' più liberi, staccati dal mondo che ci circonda, ed è quello che mi ha fatto piacere da subito il reggae, il senso di libertà che arriva all'ascolto. La prossima rimane comunque lontano dalla politica in quanto Waiting in Vain, parla di un amore di lunga data non ricambiato, ma che comunque porta sollievo e speranza all'amante che ci trasporta in un atmosfera di serenità.  L'amore è il tema anche della prossima canzone, Turn Your Lights Down Low, anche se però in questo caso si tratta di un amore più fisico, di un momento di pura passione tra due amati che si nascondono dietro una tenda. Le canzoni che chiudono l'album, sono ormai passate alla storia come due delle sue migliori canzoni, anche in quanto a successo. Si tratta di Three Little Birds One Love, la prima è probabilmente quella di cui ho un ricordo più nitido, certo l'avevo già sentita da qualche parte ma magari non consapevole come in quel momento, era un pomeriggio d'estate, come al solito in comitiva si stava scherzando tirando quattro calci ad un pallone, un amico durante una pausa la mette sul telefono, e li è arrivata l'illuminazione, grandissima canzone, che ti fa pensare al lato positivo della vita e sempre alla possibilità di un futuro migliore, un futuro che sarà vissuto in serenità, il tutto accompagnato da una melodia coinvolgente che ti scioglie del tutto. La seconda, One Love, la traccia che chiude l'album parla sempre di amore, ma in questo caso un amore voluto da Dio che ci unisce tutti e ci fa vivere in uno spirito di fratellanza, gesto che THE LEGEND invita a fare a tutti per una vita migliore.



Bob Marley (voce, chitarra, percussioni)
Aston Barrett (basso, chitarra, percussioni)
Carlton Barrett (batteria, percussioni)
Tyrone Downie (tastiere, percussioni, cori)
Alvin "Seeco" Patterson (percussioni)
Le Threes (Rita Marley, Marcia Griffiths, Judy Mowatt) (cori)

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito







giovedì 11 dicembre 2014

Noi Siamo Infinito - Il Libro


È passato del tempo dalla prima volta che presi in mano una penna eppure adesso di fronte a questa pagina bianca non posso che sentirmi una bambina alle prime armi con le parole giuste. Ma per occasioni del genere, un onore così, il coraggio di trova assolutamente.
E quale miglior trampolino di un libro che tocca l’anima impossessandosene, quasi abusivamente?
Lasciate spazio ai sentimentalismi e alle emozioni apparentemente più patetiche, ma il pathos non può non essere l’ingrediente principale di storie così.
Accettate parte della mia.



Era una fredda serata di dicembre, e in un parcheggio ricevo un pacco stropicciato appena uscito dai sedili posteriori di una macchina che conosco molto bene. E mentre penso a quanto adori il mio compleanno, vedo la macchina andarsene di fronte a me e furtivamente strappo con foga indomabile la carta regalo ed eccolo, verde, profumato, un libro.
Tre ragazzi. Una storia. Noi siamo infinito. Non faccio in tempo ad arrivare a casa e inizio a gettarmi tra le braccia di quelle pagine. E mi avvolgono… così inizia la vera storia…
Il romanzo prende forma con la laboriosa mente dello scrittore statunitense Stephen Chbosky ed esce per la prima volta negli USA con il titolo di Ragazzo Da Parete nel 1999. Arriva in Italia solo nel 2006, e con la riedizione e la trasposizione cinematografica viene modificato il titolo nel 2012.

Il ragazzo da parete protagonista del romanzo è Charlie, un adolescente al primo anno di liceo, che racconta in forma epistolare il mondo che lo circonda e dal quale in un primo momento da buon osservatore si discosta.
Lui è la tappezzeria della festa che gli si manifesta intorno. Il contorno. Il ragazzo timido poggiato al muro. Personaggio in piena evoluzione il nostro, che riesce ad imparare in poche pagine ad aprire le orecchie oltre che agli occhi, a sentire la vita intorno trapassargli i timpani e toccargli tutti i nervi del corpo.
Finalmente si muove. Si stacca dalla parete. La festa ha inizio. Entrano nuovi personaggi sullo scenario di una Pittsburg  fredda. Un gruppo di stravaganti amici, a cui una personalità importante e complessa in più non può che giovare. Charlie nasce come l’inetto all’interno di una società di giovani che non trova profondità. Il ragazzo da due volti sfregiati dal dolore di aver perso un migliore amico, Micheal, e da un segreto sull’amata zia Helen, unita alla curiosità più assoluta.
Inizia così a scrivere ad un destinatario fittizio ed anonimo la propria esistenza e tutte le sensazioni che toccano il suo sensibile animo.
“Ok, questa è la mia vita. E voglio che tu sappia che sono felice e triste al tempo stesso, e che sto ancora cercando di capire se ciò sia possibile”.
Charlie è osservatore del mondo, ma prima ancora di se stesso. Tra le sue confidenze unite alle vicende delle persone che incrociano il suo cammino troviamo emozioni e pensieri che delicatamente descrive all’amico inesistente e che difficilmente riesce ad esprimere con le sue labbra.
Insieme alla famiglia che funge da contorno e fonte primaria del racconto, si presentano nella storia una coppia di fratellastri che in maniera differente e allo stesso tempo uniforme si legano al fanciullo.
Patrick, nuovo migliore amico del protagonista, pagliaccio del circo, atto a combattere un’omosessualità come affermazione e frustrazione insieme.
E Sam. La sfacciata e bella. Finta dura, che cerca un motivo in più per odiare se stessa e amare meno la vita che l’avvolge intrepidamente.
I tre con un gruppo di ragazzi condividono così pezzi di vita, apparentemente in un modo più che consono all’adolescenze decantata  nei libri per ragazzi e i telefilm per teenager. Con alti e bassi.
Temi forti con cui insicuri ci si affaccia alla scoperta della vita: droghe, feste, sessualità, crescere…
Eppure i personaggi in un modo tutto loro si affacciano a queste nuove avventure in maniera personale e nient’affatto ridicola.
Importante il legame che si instaura tra l’insicura matricola, immessa in un gruppo di diplomandi dal destino e agli inizia di una vita nuova, e l’audace professore di letteratura, attraverso i libri che in forma eccezionale assegna da leggere all’allievo. Libri che formano il ragazzo e allo stesso tempo lasciano al lettore la chiara descrizione del personaggio che come un dipinto si va delineando nel corso della storia, ma di cui i contorni come un buon disegno del Da Vinci sono scritti dall’inizio.
Forma epistolare come nei Dolori Del Giovane Werther e amore impossibile verso una donna dalla semplicità forte, come per Goethe. E poi uomini destinati per la loro grandezza ed assolutezza a rimanere fuori da un mondo che non li riconosce e di cui non è degno. Nella loro incomparabilità. L’Amleto di Shakespeare che si interroga sui grandi dilemmi mentre combatte con il mondo. Il Grande Gatsby che nella sua sfarzosità nasconde le mancanze più grandi, a cui la sua maschera non può abbassare la testa.
Il Giovane Holden, da cui lo stesso Chbosky prende ispirazione per la creazione del protagonista. Lo Straniero di Albert Camus, che fa della sua solitudine il vanto verso l’inettitudine della massa. Il Buio Oltre La Siepe, pronto ad inaugurare la scaletta letteraria del ragazzo.

E come nella colonna sonora della Storia grandi musiche del passato, che il protagonista riponeva già nel suo bagaglio e che si fanno portatrici del suo mondo.
Heroes David Bowie
MLK U2
Blackbird Beatles
Landslide Fleetwood Mac
Genesis e Pink Floyd
Asleep The Smiths…

“Se ascolti la canzone Asleep, e cherchi di immaginare una di quelle giornate di sole in cui ogni cosa resta impressa nella tua mente, e pensi agli occhi più belli che tu abbia mai visto, e ti metti a piangere, e l’altra persona ti stringe a sè… ecco allora forse riuscirai a vedere quella foto”.
Le canzoni diventano specchio e linea del protagonista e delle storie che si creano. È compagna e direttrice dell’azione. Sicuramente portatrice di emozioni… “Spero che sia quel genere di musica che può ascoltare in macchina, da solo; e spero che lo farà sentire parte di qualcosa, ogni volta che sarà un po’ giù”.

Parte di qualcosa… parte di un mondo di uguali. Il rosso di un cappottino in una pellicola in bianco e nero di Spielberg, fuori dallo schermo ma dentro la pellicola. Apparentemente tutto combaciante. Tre adolescenti, un mondo in continuo movimento, un amore giovanile, drammi infantili, lotte nella società.
Eppure un’essenza mescolata agli elementi compositivi soliti, un’essenza che li modella e, accompagnata dal tempismo, li definisce e rende diversi.
Un essere infinito. Un’emozione che tocca le anime più pure e le unisce indissolubilmente. Un attimo eterno. Che unisce e non separa mai.
“Ci stavamo avvicinando al Fort Pitt Tunnel, quando lei gli ha chiesto di accostare. Non capivo che cosa stesse succedendo. Sam è montata sul cassone, con indosso solo il suo vestito da ballo. […] Comunque, lui ha schiacciato a tavoletta e, appena prima di imboccare la galleria, Sam si è alzata in piedi; il vento trasformava il suo abito in onde oceaniche. Quando siamo entrati nel tunnel, ogni suono è stato risucchiato dal vuoto: c’era solo una canzone che usciva da una cassetta nell’autoradio. Una canzone molto bella, intitolata ‹‹Landside››.
All’uscita Sam ha lanciato un urlo di gioia: ed eccolo lì. Il centro della città. Edifici illuminati. Un panorama davanti al quale resti sempre meravigliato. Sam si è seduta e ha cominciato a ridere. Ha riso anche Patrick. E io ho fatto lo stesso. In quel momento ti giuro ci siamo sentiti infinito”.

Adesso il ragazzo è al centro della sala. Si gira su se stesso, osserva il mondo ma non ha paura di vivere. È giunto alla sua evoluzione. Con l’infinito dentro, non si ha più bisogno di uno specchio in cui rassicurarsi e un amico da cui fuggire. Con l’infinito dentro c’è davvero un mondo migliore da vivere.

“Domani è il primo giorno del mio secondo anno alle superiori. E, che tu ci creda o no, la cosa non mi spaventa affatto. Non so se avrò il tempo di scrivere altre lettere, può darsi che sia troppo occupato a ‹‹partecipare›› alla vita sociale.
Così, se questa dovesse essere la mia ultima missiva, ti prego di credermi se ti dico che adesso sto bene e che, anche quando non sarà così, le cose si sistemeranno in fretta. Ed io penserò lo stesso di te.
Sempre con affetto, Charlie”.







Giulia Parretti (Primo Articolo su Il Terzo Lato Del Vinile)




Il Terzo Lato Va In Palestra - Indoor Cycling e musica



Lo sport, come la musica, fa bene all’anima, alla mente e di conseguenza al corpo. Quando poi questi fattori si fondono insieme si entra in una dimensione del tutto speciale.
Questa è la base di una disciplina come l’indoor Cycling, un allenamento mirato ad un accrescimento psicofisico su una Bike statica, sulla quale produrre delle andature cicliche entrando in sintonia con il ritmo della musica.
Per questo, nello sviluppo e nella progettazione di una Indoor Cycling Ride si dà molta importanza alle emozioni che la musica riesce a suscitare.
Così, per capirci, mentre nella fase di riscaldamento e defaticamento si utilizzeranno andature musicali soft o che facilitano la concentrazione, nei momenti in cui si vuole raggiungere un allenamento muscolare e cardiaco intenso, si utilizzeranno musiche o brani più carichi di energia basati su velocità o intensità. Questo permetterà alla musica di giocare un ruolo quasi dopante, facilitando il conseguimento di un obiettivo elevato altrimenti non raggiungibile.
Per cui allenatevi e divertitevi entrando in sintonia con la musica per trovare una dimensione individuale del tutto speciale!







A.Iacona – Spinning Instructor  (primo articolo su Il Terzo Lato Del Vinile)

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito




martedì 9 dicembre 2014

Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band


Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito



8 dicembre 1980 New York City, si sentono 4 colpi di pistola, sono quelli che Mark David Chapman spara verso John Lennon, colpendolo a morte. Oggi 34 anni e un giorno (ieri non ho potuto scrivere) dopo questo tragico episodio cercherò di rendere omaggio a uno dei più grandi artisti della storia e come disse lo stesso Chapman l'uomo più famoso di quel periodo. Fama che è anche cresciuta dopo lo scioglimento dei Beatles, grazie ai suoi dischi da solista ma soprattutto grazie al suo impegno politico contro la guerra del Vietnam, e più in generale a favore della pace. Tanto da essere tenuto sotto osservazione, nei suoi anni newyorkesi, dall'FBI che lo considerava un possibile terrorista. Però parlerò un'altra volta del conflitto tra Lennon e gli interi Stati Uniti d'America, oggi voglio scrivere di Beatles e in particolare del loro disco forse più famoso Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. Pubblicato nel 1967 fu uno dei primi concept album della storia della musica, la rivista Rolling Stone lo mette al primo posto tra i 500 migliori album di tutti i tempi, ma non non mi soffermerò oltre su questi dati. Come per ogni album che si rispetti anche Sgt. Pepper's ha una copertina ben riconoscibile e più che degna di nota. Sulla cover infatti sono presenti personaggi famosi e non che avrebbero dovuto costituire il proprio pubblico, personaggi scelti in parte dal gruppo e in parte dagli ideatori della copertina, in cui sono presenti scrittori, come Edgar Allan Poe, Oscar Wilde e Lewis Carroll, ma anche atleti come Sonny Liston (pugile) e Albert Stubbins (calciatore del Liverpool), e ovviamente pensatori ed artisti di ogni tipo come Marx, Freud, Einstein, Marlon Brando, Marilyn Monroe e Bob Dylan. Anche in questo caso però furono fatte delle scelte e a farne le spese furono Gandhi, rifiutato dal presidente della casa discografica in persona per salvaguardare il mercato della EMI in India, Gesù Cristo e Hitler, rifiutati per paura delle critiche che avrebbero ricevuto. Ora passiamo al disco che si apre con la title track Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band scritta da Paul McCartney che semplicemente unì parole che sentiva avere un bel suono per formare un testo, la musica è volutamente un misto tra rock e un'orchestra di ottoni con un sottofondo parlato introdotto per coinvolgere lo spettatore ad assistere allo spettacolo. Questa traccia è seguita da With a Little Help From My Friends, scritta da John e Paul, ed una delle pochissime canzoni cantate da Ringo Starr concepita come un gioco di domanda e risposta tra la voce solista e i cori il tutto accompagnato dal piano. Questa canzone è inoltre famosa per essere stata reinterpretata e resa ancora più famosa da Joe Cocker durante il celebre festival di Woodstock del 1969. La prossima canzone è probabilmente la più discussa dell'album e sicuramente quella su cui si può parlare di più. Lucy in the Sky with Diamonds, questa traccia è quella in cui John è più libero di creare e l'unica scritta totalmente da lui, canzone che secondo molti è un inno all'LSD,  per le sue iniziali e per le sue sonorità psichedeliche. Tema che è stato smentito sia da Paul McCartney sia dall'autore della canzone, John Lennon. Secondo le parole di Lennon stesso la canzone è stata ispirata da Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll "Era Alice sulla barca. Sta comprando un uovo che si trasforma in Humpty Dumpty. La signora del negozio si trasforma in una pecora e il minuto dopo vogano da qualche parte in una barca a remi, è questo quello che stavo visualizzando". L'altra ispirazione per la canzone, e specialmente per il titolo, viene da un disegno fatto dal figlio di John, Julian, che raffigurava una ragazzina, Lucy, nel cielo con i diamanti, appunto il titolo della canzone. Intervistato qualche anno dopo John disse che questa canzone non fu registrata bene , quindi non era contento di come fosse venuta e a riguardo disse di volerla registrare nuovamente, convinto di migliorarla. La traccia successiva Getting Better nasce da un pensiero che Paul ebbe quando vide il sole spuntare mentre passeggiava con il cane. Tornato da John iniziarono a lavorare a questo pezzo che presenta un testo molto ottimistico basato su un presente da scrivere dopo un passato buio, cantato da Paul, alternato a un sarcastico " non potrebbe andar peggio" suggerito da John il tutto accompagnato da una melodia ancora una volta incalzante che ti invita realmente ad andare avanti e ad abbandonare il passato. La canzone che segue, Fixing a Hole, è quella che lo stesso McCartney definisce un "inno all'erba" in quanto lo stesso bassista la vedeva come unico svago dalla routine e unico modo per esplorare in profondità la natura. Un altra traccia con una storia particolare è Being For The Benefit of Mr.Kite!, questa canzone trae spunto da un vecchio poster di un circo, che Lennon comprò durante la registrazione del video di Strawberry Fields Forever, in questa canzone l'autore voleva che il brano sembrasse parte del circo e delle sue sonorità per questo nelle registrazioni John suonò l'organo, Paul chitarra solista e basso mentre George e Ringo si cimentarono con l'armonica tutto questo per ottenere il sound che John voleva. Un'altra curiosità su questa canzone è la presenza dei personaggi del poster, interpretati dai Bee Gees, nel film che prende spunto dall'album a cui ruba anche il titolo. Il lato B invece inizia con un tributo all'India, paese che sarà importantissimo nella crescita della band, da parte del sempre più religioso George Harrison, in questa canzone, Within You Without You, sono preponderanti le sonorità tipiche appunto dell'India che poi caratterizzeranno specialmente la sua carriera solista. Il disco come si deve ad un concept album si conclude con una traccia che rimanda al lato A si tratta di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band(Reprise), in tutto e per tutto simile alla prima ma più veloce e con suoni più distorti. Infine per ultima ma non meno importante A Day in the Life come al solito frutto dei soliti 2, John e Paul, in questo caso però hanno accorpato due canzoni, un'inizio e una fine di John e una parte centrale infinita di Paul, che si incastravano benissimo tra loro, per formare una canzone che secondo McCartney doveva indirizzare alla verità e non un invito all'uso di droghe, al contrario però la pensava la BBC che bandì il brano. Beh per come la vedo io nell'Inghilterra degli anni 60 era più che un'allusione all'uso di stupefacenti...però dopo averli ascoltati e riascoltati posso dire che forse è proprio questo che mi piace dei Beatles. Potrebbero sembrare sempre innocenti o sempre colpevoli dipende da come li vivi... sono un gruppo che ami o odi. Cosa che tutti i componenti hanno dimostrato anche da solisti, soprattutto John Lennon.


Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band - LP back




The Beatles - Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (1967)

Side A
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band
With a Little Help From My Friends
Lucy In The Sky With Diamonds
Getting Better
Fixing a Hole
She's Leaving Home
Being For The Benefit of Mr. Kite!

Side B
Within You Without You
When I'm Sixty-Four
Lovely Rita
Good Morning Good Morning
Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (Reprise)