lunedì 30 settembre 2013

U2 - Achtung Baby


Che suono ha Acthung Baby? Secondo me quello di quattro tizi che cercano in tutti i modi possibili di tirare giù a calci il joshua tree.
 IPSE DIXIT Bono





Partiamo subito dal Terzo Lato: questo è uno di quei dischi ereditati dagli scaffali di mio padre, che però non mi ha menzionato gli U2 come suoi miti, che negli anni ottanta e novanta erano i Simple Minds e Sting.
In pratica mi avvicino agli U2 grazie a mio zio e al suo negozio di dischi. Ricordo un megacartellone con un bambino con l’elmo e la cornice dorata: U2 The Best Of 1980-1990, ma io avevo appena otto anni.
Nel 2000 arriva nel suo negozio All That You Can’t Leave Behind (per la cronaca le prime quattro canzoni sono: Beautiful Day, Stuck In A Moment, Elevation, Walk On). Ne arriva una copia anche nello stereo della mia casa e… insomma… da lì inizia la storia.
Inizia questa specie di storia d’amore o di affinità intellettiva con gli eterni ragazzi di Dublino.
Nel 2002 compro The Best Of 1990-2000 che oggi è solo un soprammobile, visto che l’ho bruciato in pochi mesi sentendolo in continuazione.
Grazie a questa raccolta e a quella precedente inizio a capire che la strada che li ha portati fin dentro il mio stereo è lunga e da conoscere.
Ed eccomi a rispolverare i vecchi dischi dietro quelli di Claudio Baglioni, Whitney Houston e Franco Battiato.
Ne trovo due: Rattle And Hum e Achtung Baby, il primo è uno strano disco live con qualche perla (come ho già scritto qualche post fa), invece il secondo, leggo dietro che è quello contenente One, meriterebbe una grande attenzione, lo so. Ma a One, traccia numero 3, non ci sono mai arrivato, in verità non sono mai arrivato nemmeno alla fine di Zoo Station… non mi ispirava.
Inizio a farmi una cultura su tutti gli altri dischi: Boy, War, The Joshua Tree, ma Achtung Baby rimane lì a prendere polvere.

Finché si accende una lampadina sopra la mia testa.
E’ il 2009, gli U2 hanno da poco pubblicato No Line On The Horizon, ed  io sto preparando gli esami di maturità con i miei compagni a casa di Cristina con delle nuvole di fumo inquietanti.
John e Sara, le mie metà, sono lì che viaggiano con il loro bel tema ed io sto (come al solito) in preda all’ansia e non riesco a scrivere nemmeno una lettera, mi tirano fuori da questo momento di crisi esistenziale, portandomi fuori all’aria aperta.
“che stai facendo?”
“Ma che ne so. Aiutamemi!”
Sara si mette a leggere i miei appunti a cercare di trovarmi una soluzione. Siamo nei primi del novecento tra le opere di Picasso e I Fiumi di Ungaretti che Sara recita:

Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un’acrobata
Sull’acqua

Ed ecco la lampadina della mia mente deviata che mi porta direttamente ad Achtung Baby.
Acrobat, non a caso traccia 11, l’unica canzone del disco a non essere mai stata suonata live, ha secondo me uno dei migliori testi mai scritti da Bono e parla della perdita di valori in modo rabbioso (When I first met you girl/You had fire in your soul/What happened your face/ Of melting in snow?/ Now it looks like this!/ And you can swallow/ Or you can spit/ You can throw it up/ Or choke on it/ And you can dream/ So dream out loud/ You know that your time is coming ‘round/ Don’t let the bastards grind you down).
Quasi dieci anni dopo averlo trovato, questo disco mi appare per quello che è: un capolavoro.

Gli U2 registrano a Berlino dopo la caduta del muro e il particolare titolo con la parola Achtung (attenzione in tedesco) è un monito a non dedurre che tutti i problemi sono finiti con l’abbattimento fisico di un muro, c’è ancora la guerra, la guerra fredda, la fame, la povertà e tutto quello che non vediamo.

Gli U2 registrano a Berlino e sono sul punto di sciogliersi. Il muro è caduto ma si alzano pareti insonorizzate tra di loro. Bono e The Edge sono per l’innovazione e la ricerca di un nuovo sound, Adam e Larry vogliono rimanere gli U2 degli anni ottanta.
Provano a suonare qualcosa ma i risultati sono scadenti da tutti i punti di vista, finché Edge non prende un riff da Mysterious Ways ed ha inizio la storia di una canzone e di un disco intero.
One è il pezzo che mette d’accordo i quattro U2, è la prima canzone scritta per Achtung Baby e una delle più belle canzoni della storia della musica.
Il testo, nonostante i mangiatori di inglese maccheronico appena sentono la parola love pensino si tratti di amore e di vissero felici e contenti, parla di divisione e di convinzione che sia qualcosa oltre.
Bono spiega in prosa i versi di One: “Sono parole di rassegnazione, che dicono che il solo modo per uscire di qui è che io aiuti te e tu aiuti me, che ci sosteniamo e incoraggiamo a vicenda. Dice che io ti aiuto a saltare il muro e tu mi tiri su: forse è un concetto contorto e sicuramente non è romantico. Per questo quando la gente mi ferma per strada e mi dice che l’ha fatta suonare al suo matrimonio non riesco a crederci. One parla di separazione”.



La copertina del singolo di One è l’unica che si discosta dallo stile di Achtung Baby ed è “una fotografia di David Wojnarowicz su come gli indiani cacciavano i bisonti costringendoli a correre fino a precipitare in un dirupo. Il fotografo identifica se stesso e noi stessi con i bisonti, sospinti verso l’ignoto da forze che non possiamo controllare o nemmeno comprendere. Wojnarowicz è un artista e scrittore attivista le cui opere hanno recentemente creato polemiche a causa della loro descrizione evidente e senza compromessi dell’omosessualità dell’artista, della sua infezione HIV e della crisi politica che circonda l’AIDS”, così è scritto all’interno del singolo.

Zoo Station è la stazione della metropolitana Zoologischer Garten, la stessa dei ragazzi di Cristiana F. e il modo per arrivare agli studi di registrazione.
Dai sentimenti e i luoghi di All I Want Is You o Where The Streets Have No Name , si passa a parlare di gas esilarante, di ingorghi e di distribuzione di massa.
Even Better Than The Real Thing, pezzo d’apertura al festival di Glastonbury 2011, è una critica ironica alla cultura moderna come si può vedere anche nel video ufficiale. Bono la vede cosi: “Le persone non vogliono più la verità, non sono interessante a sapere quale sarà il loro destino o perché siamo nati. Oggi si vive per il momento, per la gratificazione immediata: una cosa che può essere molto pericolosa in termini politici, ecologici, addirittura in famiglia. Ma questa è la cultura da rave che ormai domina nella società contemporanea: questa è la realtà, anzi, per la gente è anche meglio della realtà”.



Until The End Of The World, altro capolavoro del disco, ruba il titolo all’omonimo e ambiziosissimo film di Wim Wenders, ma il testo è un dialogo tra Giuda e Gesù (I kissed your lips and broke your heart/ You, you were acting like it was the end of the world).  È una delle più suonate live dal gruppo ed è presente in quasi tutti i dvd dei concerti, anche se per ascoltarla dal vivo ho dovuto aspetta ben tre concerti, prima del 360° a Roma.



Who’s Gonna Ride Your Wild Horses e So Cruel sono due differenti conclusioni di storie d’amore che fanno soffire (You say in love there are no rules/ Sweetheart/ You’re so cruel).



The Fly, pubblicata come primo singolo, è il manifesto della nuova strada postmodernista intrapresa dagli U2. Il testo è cinico e disilluso come mai prima (It’s no secret that a friend is someone who let you help/ It’s no secret that a liar won’t believe anyone else/ They say a secret is something you tell one other person/ So I’m telling you…child).



Mysterious Ways parla metaforicamente della Luna e la copertina del singolo si incastra con quelle di Even Better Than The Real Thing, Who’s Gonna Ride Your Wild Horses e The Fly per creare una macchina.

Tryin’ To Throw Your Arms Around The World è un pezzo bizzarro e surreale la cui perla è il verso: And a woman need a man/Like a fish needs a bicycle.
“Una donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta” è lo slogan di movimento femminista degli anni settanta ed è parafrasata dalla frase “un uomo senza fede era come un pesce senza bicicletta” di uno psicologo americano.

E dopo tutti i temi duri, ironici e disillusi arriva la canzone più allegra di tutto il disco ed una delle mie preferite in assoluto.
Ultraviolet (Light My Way) finalmente entrata in scaletta nel 360° Tour dopo anni e anni di assenza, è una canzone che parla di luce, di luce che si spegne, come dimostra l’ultima strofa al passato, è il ricordo allegorico dell’amore attraverso i casini, i pianti, le corse e le lampadine accese sopra il letto (Sometimes I feel like I don’t know/ Sometimes I Feel like checkin’ out/ I want to get it wrong/ Can’t always be strong/ And love it won’t be long).

Love Is Blindness in chiusura è intrigante e ambigua sia nella musica  che nel testo che sembra riferirsi all’amore di un attentatore verso la sua causa, allo sposare una causa e non rendersi conto di quanto sia orribile.

Si potrebbe ancora parlare a lungo di questo disco, del seguente Zoo Tv, di Berlino, della mastodontica ristampa del 2011, ma sono discorsi infiniti.
Achtung Baby è il disco da cui parte la nuova musica degli U2 e la nuova musica alternativa.
E’ l’inizio del postmodernismo degli U2 che da profeti irlandesi ora fingono fin  quasi a confondersi di essere zooropei, di essere standardizzati, cinici, disillusi e felici. Quell’EVERYTHING YOU KNOW IS WRONG è una maschera o un filtro per andare avanti in un mondo troppo capitalista. In un mondo in cui le strade hanno tutte il nome e dove nessuno sta cercando il vero significato delle cose.
E’ l’unico modo per andare avanti.

E poi se non era per questo disco probabilmente all’esame di maturità avrei fatto scena muta.

LIGHT MY WAY

Voto: 10/10



U2 – Achtung Baby (1991)

Side One

ZOO station (4.36)
even BETTER than the REAL THING (3.41)
ONE (4.36)
 until the END of the WORLD (4.39)
who’s gonna RIDE your WILD HORSES (5.16)
SO cruel (5.49)

Side Two

the FLY (4.29)
MYSTERIOUS ways (4.04)
TRYIN’ to throw your ARMS  around the WORLD (3.53)
ULTRA violet (light my WAY) (5.31)
ACROBAT (4.30)

LOVE IS blindness (4.23)






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