Non ho
scritto male. Non voglio parte degli Who, né del rock.
Questo post
è dedicato ad un fenomeno nato negli anni settanta e scoppiato in ogni casa
negli anni ottanta.
È un
fenomeno che ha portato, milioni di ragazzi, compresa la persona che mi ha
consegnato questi dischi, a spostare l’arredamento dei soggiorni e dei garage
per fare spazio.
Per ballare.
È il
fenomeno break.
Le origini
del ballo, che diventò presto uno stile di vita, arrivano dall’America, da
giovani comunità di afroamericani del South Bronx di New York.
Dalla
bandiera a stelle e strisce la breakdance si diffuse in tutto il mondo, negli
anni ottanta.
La cosiddetta Powermore Era introdusse i
sapori della danza in tante nazioni, fino ad arrivare in Europa e in Italia,
dove si stava pian piano facendo spazio anche l’hip pop.
Trovarsi tra i solchi di un vinile in cui il
tempo ha lasciato un intervallo più grande del calendario è una particolarità
che solo il disco fisico può dare. Infatti il movimento break è caduto in silenzio,
senza troppe celebrazioni non molti anni fa e sembra che nessuno se lo
ricordi.
I dischi in
questione sono:
QUADROPHONIA
SIMON HARRIS Here Comes That Sound
MANTRONIX In Full Effect
TECHNOTRONIC Pump Up The Jam
LA MIX Get Loose
DEREK B Bullet From A Gun
THE BEAT MASTER Burn It Up
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