È passato
del tempo dalla prima volta che presi in mano una penna eppure adesso di fronte
a questa pagina bianca non posso che sentirmi una bambina alle prime armi con
le parole giuste. Ma per occasioni del genere, un onore così, il coraggio di
trova assolutamente.
E quale
miglior trampolino di un libro che tocca l’anima impossessandosene, quasi
abusivamente?
Lasciate
spazio ai sentimentalismi e alle emozioni apparentemente più patetiche, ma il
pathos non può non essere l’ingrediente principale di storie così.
Accettate
parte della mia.
Era una
fredda serata di dicembre, e in un parcheggio ricevo un pacco stropicciato
appena uscito dai sedili posteriori di una macchina che conosco molto bene. E
mentre penso a quanto adori il mio compleanno, vedo la macchina andarsene di
fronte a me e furtivamente strappo con foga indomabile la carta regalo ed
eccolo, verde, profumato, un libro.
Tre ragazzi.
Una storia. Noi siamo infinito. Non faccio in tempo ad arrivare a casa e inizio
a gettarmi tra le braccia di quelle pagine. E mi avvolgono… così inizia la vera
storia…
Il romanzo
prende forma con la laboriosa mente dello scrittore statunitense Stephen
Chbosky ed esce per la prima volta negli USA con il titolo di Ragazzo Da Parete nel 1999. Arriva in
Italia solo nel 2006, e con la riedizione e la trasposizione cinematografica
viene modificato il titolo nel 2012.
Il ragazzo
da parete protagonista del romanzo è Charlie, un adolescente al primo anno di
liceo, che racconta in forma epistolare il mondo che lo circonda e dal quale in
un primo momento da buon osservatore si discosta.
Lui è la
tappezzeria della festa che gli si manifesta intorno. Il contorno. Il ragazzo
timido poggiato al muro. Personaggio in piena evoluzione il nostro, che riesce
ad imparare in poche pagine ad aprire le orecchie oltre che agli occhi, a
sentire la vita intorno trapassargli i timpani e toccargli tutti i nervi del
corpo.
Finalmente
si muove. Si stacca dalla parete. La festa ha inizio. Entrano nuovi personaggi
sullo scenario di una Pittsburg fredda.
Un gruppo di stravaganti amici, a cui una personalità importante e complessa in
più non può che giovare. Charlie nasce come l’inetto all’interno di una società
di giovani che non trova profondità. Il ragazzo da due volti sfregiati dal
dolore di aver perso un migliore amico, Micheal, e da un segreto sull’amata zia
Helen, unita alla curiosità più assoluta.
Inizia così
a scrivere ad un destinatario fittizio ed anonimo la propria esistenza e tutte
le sensazioni che toccano il suo sensibile animo.
“Ok, questa è
la mia vita. E voglio che tu sappia che sono felice e triste al tempo stesso, e
che sto ancora cercando di capire se ciò sia possibile”.
Charlie è
osservatore del mondo, ma prima ancora di se stesso. Tra le sue confidenze
unite alle vicende delle persone che incrociano il suo cammino troviamo
emozioni e pensieri che delicatamente descrive all’amico inesistente e che
difficilmente riesce ad esprimere con le sue labbra.
Insieme alla
famiglia che funge da contorno e fonte primaria del racconto, si presentano
nella storia una coppia di fratellastri che in maniera differente e allo stesso
tempo uniforme si legano al fanciullo.
Patrick,
nuovo migliore amico del protagonista, pagliaccio del circo, atto a combattere
un’omosessualità come affermazione e frustrazione insieme.
E Sam. La
sfacciata e bella. Finta dura, che cerca un motivo in più per odiare se stessa
e amare meno la vita che l’avvolge intrepidamente.
I tre con un
gruppo di ragazzi condividono così pezzi di vita, apparentemente in un modo più
che consono all’adolescenze decantata
nei libri per ragazzi e i telefilm per teenager. Con alti e bassi.
Temi
forti con cui insicuri ci si affaccia alla scoperta della vita: droghe, feste,
sessualità, crescere…
Eppure i
personaggi in un modo tutto loro si affacciano a queste nuove avventure in
maniera personale e nient’affatto ridicola.
Importante
il legame che si instaura tra l’insicura matricola, immessa in un gruppo di
diplomandi dal destino e agli inizia di una vita nuova, e l’audace professore
di letteratura, attraverso i libri che in forma eccezionale assegna da leggere
all’allievo. Libri che formano il ragazzo e allo stesso tempo lasciano al
lettore la chiara descrizione del personaggio che come un dipinto si va
delineando nel corso della storia, ma di cui i contorni come un buon disegno
del Da Vinci sono scritti dall’inizio.
Forma
epistolare come nei Dolori Del Giovane
Werther e amore impossibile verso una donna dalla semplicità forte, come
per Goethe. E poi uomini destinati per la loro grandezza ed assolutezza a
rimanere fuori da un mondo che non li riconosce e di cui non è degno. Nella
loro incomparabilità. L’Amleto di
Shakespeare che si interroga sui grandi dilemmi mentre combatte con il mondo. Il Grande Gatsby che nella sua
sfarzosità nasconde le mancanze più grandi, a cui la sua maschera non può
abbassare la testa.
Il Giovane Holden, da cui lo stesso
Chbosky prende ispirazione per la creazione del protagonista. Lo Straniero di Albert Camus, che fa
della sua solitudine il vanto verso l’inettitudine della massa. Il Buio Oltre La Siepe, pronto ad
inaugurare la scaletta letteraria del ragazzo.
E come nella
colonna sonora della Storia grandi musiche del passato, che il protagonista
riponeva già nel suo bagaglio e che si fanno portatrici del suo mondo.
Heroes David
Bowie
MLK U2
Blackbird Beatles
Landslide Fleetwood
Mac
Genesis e Pink Floyd
Asleep The
Smiths…
“Se ascolti
la canzone Asleep, e cherchi di
immaginare una di quelle giornate di sole in cui ogni cosa resta impressa nella
tua mente, e pensi agli occhi più belli che tu abbia mai visto, e ti metti a
piangere, e l’altra persona ti stringe a sè… ecco allora forse riuscirai a
vedere quella foto”.
Le canzoni
diventano specchio e linea del protagonista e delle storie che si creano. È
compagna e direttrice dell’azione. Sicuramente portatrice di emozioni… “Spero
che sia quel genere di musica che può ascoltare in macchina, da solo; e spero
che lo farà sentire parte di qualcosa, ogni volta che sarà un po’ giù”.
Parte di
qualcosa… parte di un mondo di uguali. Il rosso di un cappottino in una
pellicola in bianco e nero di Spielberg, fuori dallo schermo ma dentro la pellicola.
Apparentemente tutto combaciante. Tre adolescenti, un mondo in continuo
movimento, un amore giovanile, drammi infantili, lotte nella società.
Eppure un’essenza
mescolata agli elementi compositivi soliti, un’essenza che li modella e,
accompagnata dal tempismo, li definisce e rende diversi.
Un essere
infinito. Un’emozione che tocca le anime più pure e le unisce
indissolubilmente. Un attimo eterno. Che unisce e non separa mai.
“Ci stavamo
avvicinando al Fort Pitt Tunnel, quando lei gli ha chiesto di accostare. Non capivo
che cosa stesse succedendo. Sam è montata sul cassone, con indosso solo il suo
vestito da ballo. […] Comunque, lui ha schiacciato a tavoletta e, appena prima
di imboccare la galleria, Sam si è alzata in piedi; il vento trasformava il suo
abito in onde oceaniche. Quando siamo entrati nel tunnel, ogni suono è stato
risucchiato dal vuoto: c’era solo una canzone che usciva da una cassetta nell’autoradio.
Una canzone molto bella, intitolata ‹‹Landside››.
All’uscita
Sam ha lanciato un urlo di gioia: ed eccolo lì. Il centro della città. Edifici illuminati.
Un panorama davanti al quale resti sempre meravigliato. Sam si è seduta e ha
cominciato a ridere. Ha riso anche Patrick. E io ho fatto lo stesso. In quel
momento ti giuro ci siamo sentiti infinito”.
Adesso il
ragazzo è al centro della sala. Si gira su se stesso, osserva il mondo ma non
ha paura di vivere. È giunto alla sua evoluzione. Con l’infinito dentro, non si
ha più bisogno di uno specchio in cui rassicurarsi e un amico da cui fuggire. Con
l’infinito dentro c’è davvero un mondo
migliore da vivere.
“Domani è il
primo giorno del mio secondo anno alle superiori. E, che tu ci creda o no, la
cosa non mi spaventa affatto. Non so se avrò il tempo di scrivere altre
lettere, può darsi che sia troppo occupato a ‹‹partecipare››
alla vita sociale.
Così, se
questa dovesse essere la mia ultima missiva, ti prego di credermi se ti dico
che adesso sto bene e che, anche quando non sarà così, le cose si sistemeranno
in fretta. Ed io penserò lo stesso di te.
Sempre con
affetto, Charlie”.
Giulia
Parretti (Primo Articolo su Il Terzo Lato
Del Vinile)
Molto interessante questa recensione e il fatto che sia annoverata sotto l'etichetta "Morrissey" mi ha fatto pensare ad un libro che si intitola "Il Ragazzo Sbagliato" di Willy Russell. Anche questa è la storia di un adolescente che fatica a trovare il proprio spazio nel mondo ed anche questo è un romanzo epistolare in cui le lettere (mai spedite) sono rivolte a Morrissey. Te lo consiglio.
RispondiEliminaCiao Mira, non sapevo dell'esistenza di questo libro, senza dubbio ora andrò a cercare!
RispondiEliminagrazie
Se vuoi leggere la mia recensione del libro http://thequeenofmira.blogspot.it/2014/01/this-charming-man.html
Eliminaciao
Ciao Mira ho letto la tua recensione, mi ha invogliato ancor di più a leggere il libro..complimenti, a breve lo farò senz'altro!!
RispondiEliminaHo visto che su parecchie cose ci intendiamo e, come ti dicevo, io e gli altri del Terzo Lato, stiamo lavorando ad una cosa molto innovativa, di cui a questo punto ti vorrei parlare! :)
Ho provato a cercare una tua mail o una pagina fb ma non ho trovato niente, se vuoi mandami un messaggio tu, oppure scrivimi sulla pagina Il Terzo Lato Del Vinile di facebook così ti spiego!!
"Stiamo venendo fuori noi con un'idea nuova!" ;)
Non mi hai trovata perchè non sono su fb o altro social e il mio profilo G+ non è collegato al blog di Mira Queen... questo spiega anche perchè non sia diventata follower di questo blog. Se vuoi puoi scrivermi la tua mail in un commento sul mio blog, io ho la moderazione dei commenti così mi prendo l'indirizzo senza pubblicarlo (ovviamente) e poi ti contatto.
Eliminaciao ciao