venerdì 28 giugno 2013

Renato Zero - Amo Capitolo 1

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito



È più che lecito domandarsi cosa abbia da dire ancora Renato Zero, classe 1950, quarant’anni di dischi, di cui uno, Amore Dopo Amore, ha venduto  1.300.000 copie (suo record personale).
Renato come sanno tutti è nato al Piper, dove ha deciso di presentare il singolo Chiedi Di Me, da quei giorni a Via Tagliamento in cui non si sapeva dove finiva una lacrima e dove iniziava un sorriso, ne ha fatta di strada, il ragazzo della Montagnola.



È stato nel corso degli anni settanta uno dei personaggi più strani e discussi dalla critica. È l’unico caso in Italia, in cui un cantante può permettersi senza vergogna o compromessi di cantare, l’una accanto all’altra, canzoni come Mi Vendo, I Migliori Anni Della Nostra Vita, Sbattiamoci, Il Cielo.
E’ riduttivo definirlo semplicemente cantante o cantautore o artista, nel disco Presente (vinile più venduto del 2009) si autodefinisce operaio specializzato in  manutenzioni straordinarie di teste sognanti.

Sono passati quarant’anni da No, Mamma, No! e l’amore di Renato è cresciuto cambiato e maturato, sia per i suoi sorcini, che per il suo percorso.

“A chi arriva a un’età come la mia potrebbe venir voglia di dire: vabbè, invece di cantare facciamoci due gargarismi. No, non posso farlo proprio adesso che sto bene, sono insolitamente allegro e amo, con tutte le controindicazioni”.

Il disco registrato tra Roma, Londra e Budapest ha visto, tra gli altri, la collaborazione di Trevor Horn (produttore di Paul McCartney, Genesis, Simple Minds, Robbie Williams) è uscito il 12 marzo ed è subito salito al primo posto in classifica .
È definito dallo stesso cantante un lavoro definitivo come si nota dal sigillo in ceralacca della copertina e dalle parole scritte all’interno del disco.
Ci fu amore nelle notti del Piper. Sui cellulari della polizia che ci conducevano regolarmente al più vicino Commissariato per i soliti accertamenti. Interrompendo le nostre lezioni di estetica comparata e trasgressioni applicate.
Amore in cima al pollice che esibivamo per scoccare un passaggio in macchina. Ancora amore mentre eravamo in fila per essere scelti per una comparsata a Cinecittà.
Amore nella lunghezza dei capelli. Nelle gonne sempre più corte. Nella digestione delle ingiurie di quei quattro borghesucci senza fissa dimora.

In questo Album ci sono tappe salienti del mio amore pellegrino. Che non si è mai negato all’impegno ed alla ricerca. Vivendo talvolta il lampo di uno sguardo. L’eternità di una carezza. La persistenza di una richiesta mai esaudita. Ma costantemente vigile e presente.
L’amore mi ha guarito facendomi male.
Mi ha sorpreso migliorandomi.
È entrato nelle mie canzoni con irruenza e dolcezza. Ma senza mai palesarsi diverso da come l’ho sempre pensato, intuito e successivamente incontrato…
Tu l’hai capito chi è!?!?! E’ il mio pubblico!

Chiedi Di Me, primo singolo, riporta tutti proprio ai tempi dell’università di vita chiamata Piper (Per spaventarli lo sai/Basta fargli vedere che ami/Che giudizi non temi/Che in pace sei tu/ Chiedi di me a quei bigotti laggiù/I Dubbi che seminai non li sciolsero mai/Poveri cristi!/ Corpi deserti!).



Il primo lato contiene anche Una Canzone Da Cantare Avrai, in cui è lo stesso Renato a parlare al pubblico (Dischi d’oro e trofei non li troverai appesi/Solo nude pareti l’essenzialità…) (Mi fa bene osservare la vita passare/Apprezzando  e godendo ogni cosa che ho/Ma non posso permettermi inutili soste/Per raggiungere un cuore si suda però); e Il Nostro Mondo, una delle più belle del disco, in cui si parla dell’amore verso un’altra persona (In mezzo al caos/E nell’immensità/ E’ un miracolo essere qua/Vicini) (Che cosa aspetti, vieni abbracciami/ Con tutto il cuore forza stringimi/ Hai bisogno di me/Come anch’io di te/Anch’io di te!/Perché questo è il nostro mondo/Perché solo non vivrei/ Se vuoi la luna te la prendo/Per te che cosa non farei).
Sull’altro lato del disco sono incise canzoni sulle sfaccettature dell’amore e della memoria, Angelina è il ricordo nostalgico della portiera del palazzo, Lu è dedicata a Lucio Dalla, I ’70 è un dipinto sugli anni del successo e sul punto da cui ripartire.
Il secondo disco si apre con Un’apertura D’ali, forse la canzona più bella di Amo.

Il ticchettio di te di te
E’ assenza che fa compagnia
In questa notte di caffè
Di sogni ad orologeria
Sapessi quanta vita c’è
Nel ticchettio di te di te
La vita è un’apertura d’ali
Quel senso di cometa
Che c’è dentro noi
L’amore ci fa prigionieri
Eppure sembra libertà
Ma ci sarà una sera
Che capirai di me
Silenzi e chiaroscuri
Lo stormo di pensieri
Che volano da te



La Vacanza è un pezzo più allegro che rompe il clima sentito della precedente canzone (Renato ci mancherai!) e Oramai è un conflitto sulle ceneri di un amore (Piangono i pianeti/ L’universo intero piange/ Nel vedere questi umani/ Mentre perdono i colori/ Gli entusiasmi la passione/ Non deludermi ti prego/ Se vuoi ti lego).
Tutto Inizia Sempre Da Un Sì è una preghiera verso se stessi e gli altri (Se il nemico tuo sei tu/ Il primo dubbio nasce da lì/Se fallisce l’onestà/muore una parte di te!/ Io non mi rassegnerò/ Se sbaglierò mi correggerò/ Ho sempre cercato in me/ Le mie risposte/Speranze riposte/ Ho bisogno di cose vere/ Notti chiari frasi sincere perché/ Sia gioia nuovamente/ Il viaggio sia eccitante).
In Vola Alto Renato cerca di spronare gli animi (Pensa in grande fallo ancora/ Tu cavalca quell’idea/Suda incazzati e poi prega/ E quanto puoi tu scappa via…/ CHE SOFFRIRE DI CORAGGIO E’ LA PIU’ BELLA MALATTIA…VOLA ALTO!)

Dovremmo Imparare A Vivere ironizza sui costumi del mondo di oggi (Abbiamo perso credito/ Fiducia/ Autonomia/ Il primo che si candida si abbuffa e scappa via!/ Hai visto mai?/ Alla fine i coglioni saremo noi).
L’ultima canzone è La Vita Che Mi Aspetta in cui tutte le esperienze vissute, i fallimenti, i successi, alimentano ancor di più l’amore verso il futuro (Ma la vita che mi aspetta non mi fa paura/Il domani che mi aspetta non mi fa paura/C’è una forza che fa superare ogni barriera/Così intensa come una preghiera/ E’ la vita che mi aspetta e non mi fa paura).
Amo – Capitolo 1 è un disco poetico e quasi testamentario per Renato, è un viaggio che parte dai tempi del Piper, passando per una portiera, per il ricordo di Lucio Dalla e per l’amore che ha accompagnato e continua all’infinito.
Perché Renato Zero è un pezzo di Roma che cammina.

Ed infine a tutti quelli che mi rendono testimone di momenti d’amore autentici e duraturi, alimentando la mia convinzione che l’amore esiste, serve, forma e contribuisce a realizzare progetti magnifici come questo mio.
E ancora grazie a Dio per farmi sentire ancora vivo, attivo, creativo e perennemente innamorato!

GRAZIE DI QUEST’INCONTRO

Voto 8/10


Renato Zero – Amo Capitolo 1 (2013) Edizione Limitata Numerata Vinile

Disco Uno Lato A
Chiedi Di Me
Una Canzone Da Cantare Avrai
Il Nostro Mondo

Disco Uno Lato B
Voglia D’amare
Angelina
Lu
I ‘70

Disco Due Lato A
Un’apertura D’ali
La Vacanza
Oramai

Disco Due Lato B
Tutto Inizia Sempre Da Un Sì
Vola Alto
Dovremmo Imparare A Vivere
La Vita Che Mi Aspetta


Ideazione e regia di Renato Zero

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito



sabato 22 giugno 2013

Genesis SuperStar

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

Le classifiche non lasciano equivoci, parlano chiaro: al primo posto ci sono i Genesis con Invisibile Touch, al secondo il fondatore della band, non che cantante e frontman originale del gruppo prog inglese, Peter Gabriel con Sledgehammer, il brano di matrice soul tratto dal suo acclamatissimo  album SO, è il 19 Luglio 1986.
Gabriel ha già lasciato i Genesis da 11 anni, quando la band era probabilmente all'apice del successo, per intraprendere una cariera solista e svariate avventure artistiche, che con il tempo faranno di lui una delle rockstar più stimate della storia.
Come sappiamo bene da li in poi, i Genesis si affidano alla voce di Phil Collins, che diventerà l'immagine più famosa dei nuovi Genesis.
Anche lui come Peter, alquanto influenzato dai grandi della musica soul degli anni sessanta
 (Otis Redding su tutti) Collins si allontana da Genesis nei primi anni ottanta, anche lui per avviare una carriera da solista di grande successo. Ma quando si ritrova con i suoi vecchi amici Rutheford e Banks, si rimettono insieme e fanno centro; per la prima volta, il marchio Genesis raggiunge il primo posto in classifica. 
Invisibile Touch è un brano orecchiabile godibile, furbissimo, con un testo dark: una donna che esercita un potere strano sul cantante che la desidera pur sapendo che lei ha un animo cattivo. 
E' il tredicesimo album in studio dei Genesis che fa veramente il "botto", primo posto nelle classifiche inglesi per 96 settimane, oltre 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Con dei giudizi favorevoli della critica, che ha prodotto cinque singoli negli Stati Uniti, tutti arrivati nei primi 5 posti della classifica, compresa la title track che ha raggiunto il 1 posto, peraltro l'unica canzone dei Genesis da sempre ad aver raggiunto il primo posto negli Stati Uniti.
Secondo me un vero e proprio esempio di album "furbata"strutturato apparentemente in modo da accontentare sia i fan più recenti che quelli più di vecchia data (imparte), con canzoni che si allontanano sempre di più dallo stile "ProgGenesis" per avvicinarsi al pop, come "Invisible Touch" o come "Land Of Confusion", e lunghe tracce un po melanconiche come "Tonight, Tonight, Tonight" e "Domino" che fanno sognare, ma fanno anche vendere molto. Il brano più famoso "Invisible Touch" è anche stato usato in una scena del film American Psycho, dove il serial killer racconta alla vittima quanto l'album sia il vero capolavoro dei Genesis. Mi dispiace "Patrick" ma per me che sono un nostalgico, questo disco prende un bel 7 su 10 per il successo che non si può nascondere.


Tracce

Invisible Touch (Collins) - 3:27
Tonight, Tonight, Tonight (Collins) - 8:49
Land of Confusion (Rutherford) - 4:45
In Too Deep (Collins) - 4:58
Anything She Does (Banks) - 4:07
Domino (Banks)
   -Part One: In the Glow of the Night - 4:27
   -Part Two: The Last Domino - 6:15
Throwing It All Away (Rutherford) - 3:49
The Brazilian (Banks)- 4:49

Ufficialmente tutti i brani sono accreditati a Banks-Collins-Rutherford (tra parentesi l'ispiratore e/o autore dei testi).


Formazione
Phil Collins - Voce principale, Batteria, Percussioni
Tony Banks - Tastiere, cori
Mike Rutherford - Chitarra elettrica a sei e dodici corde, Basso, bass pedals, cori


Concerti in Italia
I concerti dei Genesis in Italia durante il tour di Invisible touch del 1987 furono i seguenti:
17 Maggio - Roma - Stadio Flaminio
19 Maggio - Milano - Stadio San Siro

(La qualità è pessima ma è una delle poche se non l'unica testimonianza che gira in rete!)


Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

sabato 15 giugno 2013

U2 - The Joshua Tree

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

Consideriamo solo gli album da The Joushua Tree in poi, gli altri erano dei demo.
Adam Clayton

9 marzo 1987.
 The Joushua Tree è l’album fondamentale degli U2.
29 milioni di copie.
Uno dei più importanti della storia della musica rock.




Gli U2 sfocati di The Unforgettable Fire cercano di mettere a fuoco scavando dall’interno. Entrano in contatto con alcune band irlandesi e scoprono che sotto ai quadrifogli ci sono le radici del folk.
Keith Richards conduce Bono sulle strade sconosciute del blues americano e gli U2 iniziano ad ampliare l’orizzonte.
Nel 1986 partecipano al tour di Amnesty Internation, A Conspiracy Of Hope, che diventa un’altra occasione per scavarsi dentro, un nuovo vocabolario per lanciare messaggi.
Tra il 1985 e il 1986  Bono compie due viaggi fondamentali, uno in Etiopia a prestare servizio di volontariato per le popolazioni bisognose insieme a sua moglie, l’altro a San Salvador e in Nicaragua dove vede la coartazione imposta dagli Stati Uniti e la guerra civile, finanziata sempre dagli USA.
La differenza tra le distese americane, i deserti, le strade infinite e l’atteggiamento autoritario della politica estera e di Ronald Reagan, danno a Bono nuovi occhi per vedere due Americhe.
Il titolo originario del disco, infatti, era proprio The Two Americas e doveva essere un disco doppio (con quelle canzoni che finirono nei b-side dei singoli), ma gli U2 capirono che l’America che stavano scoprendo era tradizione e geografia.

 E’ sentire sensazioni  attraverso la vita solitaria e orgogliosa di un albero del deserto. Di quella Yucca Brevifolia, nome scientifico dell’albero di Giosuè, che è diventato un simbolo impassibile.
Gli U2 riescono a far vedere con la musica i percorsi e le differenze dell’America.
Bono respira libri di Kerouac e urli di Allen Ginsberg con il quale registreranno la poesia in musica Drunk Chicken/America.
La celebre foto dell’albero è scattata al Joshua Tree National Park nel sud della California, mentre la foto di copertina e quelle interne sono statte scattate al Zabrisky Point, lo stesso di Michelangelo Antonioni, nel Death Valley National Park.

The Joshua Tree è dedicato alla memoria di Greg Carroll (1960-1986), un amico neozelandese di Bono, conosciuto nel The Unforgettable Fire Tour , morto in un incidente stradale con l’Harley-Davidson di Bono mentre stava andando a fargli una commissione.
Gli U2 parteciparono al funerale in Nuova Zelanda e videro  One Tree Hill, la collina solitaria che domina Auckland che aveva sulla sommità pino marittimo, immagine che da il titolo alla nona canzone del disco.
One Tree Hill fu pubblicata come singolo solo in Nuova Zelanda e dal giorno in cui la scrissero, ogni volta che passano da quelle parti la suonano in memoria del loro amico scomparso.



Il primo singolo del disco è With Or Without You(UK Single Chart: #1) una delle più conosciute del disco, con un testo dalle differenti interpretazioni (See the stone set in your eyes/See the thorn twist in your side/ I wait for you/Sleight of hand and twist of fate/On a bed of nails she makes me wait/And I wait… without you).
Potrebbe semplicemente riferirsi ad ad un triangolo amoroso, ma siccome costituisce la parte finale del trittico perfetto di The Jousha Tree con le sentitissime Where The Streests Have No Name e I Still Haven’t Found What I’m Looking For, è molto più plausibile che il testo si riferisca alla fede di Bono con Dio, o addirittura ai conflitti di Gesù diviso tra l’amore celeste per il Padre e quello terreno per Maria Maddalena.



I Still Haven’t Found What I’m Looking For (UK Single Chart: #6) è forse la canzone più spirituale degli U2, il testo parla di incertezze, di fede in Dio, di speranze nel futuro, di ricercare se stessi (I believe in the Kingdome Come/Then all the colours will bleed into one/ But yes I’m still running/You broke the bonds/You Loosed the chains/You carried the cross/And my shame/And my shame/ You know I believe it/ But I still haven’t found/What I’m looking for).


Bullet The Blue Sky è il resoconto emotivo del viaggio di Bono in Nacaragua. è una delle canzoni più grezze e pesanti degli U2 e rappresenta la parte buia dell’America, quella di cui non parla nessuno (Across the field you see the sky ripped open( See the rain through a gaping wound/ Pounding on the women ad children/Who run/Into the arms/Of America).
Bono racconta così quell’esperienza: “non mi avevano mai sparato addosso prima e tutto d’un tratto mi trovavo, con Ali, come in mezzo ad una guerriglia. Ricordo il tonfo sordo dei proiettili, i mortai che sparavano e facevano tremare la terra, mentre gli aeroplani volavano basso cercando di spaventare i contadini. Iniziai a farmi domande: chi c’era dietro tutto questo? Poi capii. Erano gli americani”.

Running To Stand Still ci riporta a Dublino, più precisamente a Ballymun.
Quando ero bambino, dietro casa nostra  avevamo gli alberi: per me era una specie di foresta. Poi la tirarono giù per costruire le sette torri di Ballymun, i palazzi più alti di Dublino. All’inizio ci sembrava una cosa moderna, con gli ascensori e tutto il resto, ma quando la gente venne mandata via dal centro della città e costretta a vivere lì, iniziarono i problemi. Ci abitavano anche persone splendide, ma lì dentro c’erano troppe esistenze rovinate. E dopo qualche anno Ballymun raggiunse il più alto numero di suicidi in tutta l’Irlanda.
Questa canzone parla di una delle tante esistenze di Ballymun, e l’espressione correre per stare fermi rende a pieno la corsa di un tossicodipendente verso la sua dose.

Red Hill Mining Town,  prima traccia del Lato B, è la critica alla politica interna di Margaret Thatcher, che condusse gli inglesi alla disoccupazione a alla chiusura di molte miniere. Il testo parla proprio della frustrazione e dell’ostinazione di quei minatori.

In God’s Country ritorna il mix di luoghi e sensazioni con l’America di sottofondo.  Si parla della vita vera, di Libertà, Fede e Speranza.
Bono la spiega in questo modo: “We need new dreams tonight”: in quella frase c’è il cuore del pezzo. Ma dove sono i visionari, la gente che sogna? Stiamo entrando in una nuova epoca, molto simile a quella della rivoluzione industriale, in cui le macchine prendono il posto degli uomini e la disoccupazione continua ad aumentare.
E la vita finisce per diventare sempre più complicata.

Exit, penultima traccia dell’album, è la storia di un uomo religioso che diventa molto pericoloso quando non riesce più a capire il mistero delle mani dell’amore.  E’, insieme a Bullet The Blue Sky, la canzone più cruda del disco.
 Il testo si riferisce al film The Night of the Hunter del 1955, in cui si narra la vicenda di un sadico predicatore evangelico che ha tatuato sulla mano destra LOVE e sulla sinistra HATE.
Mothers Of The Disappeared.
“Se facevi parte dell’opposizione in Salvador dovevi stare attento a come ti comportavi, altrimenti ti seguivano e ti portavano via. E basta. La gente veniva uccisa e fatta scomparire. Incontrai le madri di alcuni di questi ragazzi scomparsi, donne molto coraggiose che tenevano in alto le fotografie dei figli e chiedevano giustizia. Volevano sapere dove erano stati seppelliti per poterli almeno piangere”.
Durante la guerra civile, tra il 1979 e il 1992, sparirono nel nulla più di ottomila salvadoregni (Midnight, our sons and daughters/Were cut down and taken from us/ Hear their heartbeat/We hear their laughter/ In the wind/ We hear thei laughter/ In the rain).
Il significato profondo e l’immedesimazione di Bono di capisce a pieno durante il PopMart Tour del 1998 a Santiago.




La canzone più importante di tutto il disco, e di tutta la storia degli U2, e la prima traccia dell’album.
E’ Where The Streets Have No Name , la canzone per mezzo della quale gli U2 sono gli U2.
Dal giorno in cui la scrissero è stata sempre suonata live durante i concerti.
In questa canzone sono mescolate due realtà, quella del viaggio in Etiopia e quella riguardante Belfast.
“Mi raccontarono che a Belfast, a seconda della via dove qualcuno abita si può stabilire, non solo la sua religione, ma anche quanti soldi guadagna, addirittura a seconda del lato della strada in cui vive, perché più si risale la collina più le case sono costose. Puoi quasi dire quanto guadagna uno dal nome della strada dove abita e su quale lato della strada ha la casa. Questo mi disse qualcosa, e così cominciai a scrivere di un posto dove le vie non hanno un nome”.
Where The Streets Have No Name  è un viaggio irrimandabile, di cui si sente il bisogno, per trovare o ritrovare se stessi, e il contatto con l’anima spesso impossibile nel grigio di una città, è correre e toccare la fiamma.
 È raggiungere un luogo invisibile ma non inesistente.



Voto: 10/10

U2  - The Joshua Tree (1987)

Side One
Where The Streets Have No Name
I Still Haven’t Found What I’m Looking For
With Or Without You
Bullet The Blue Sky
Running To Stand Still

Side Two
Red Hill Mining Town
In God’s Country
Trip Through Your Wires
One Tree Hill
Exit
Mother Of The Disappeared


To The Memory Of Greg Carroll 1960-1986



giovedì 6 giugno 2013

Bobby Solo - Una Lacrima Sul Viso



Spostiamoci dal territorio inglese e torniamo in Italia per parlare di un quarantacinque giri che è conosciuto da tutti.
Il disco fu pubblicato nel 1964 ma ancora oggi è impossibile non conoscere Una Lacrima Sul Viso di Bobby Solo.
La canzone è stata presentata a Sanremo nello stesso anno e l’artista fu paragonato ad Elvis.
Bobby solo eseguì sul palco del Festival il brano in playback a causa di una laringite e quello fu il primo episodio storico di questo genere.
In seguito al grande successo della canzone uscì nelle sale un film musicarello con lo stesso titolo, la cui vicenda ruota intorno ad un cantante americano di origini napoletane che torna in Italia e si innamora della figlia di un professore di musica.

Una Lacrima Sul Viso è un brano di un’Italia in bianco e nero, che cerca di dimenticare le ombre della guerra illuminandole con la televisione, la musica e l’amore.
 Un’Italia, oggi, troppo dimenticata.


Bobby Solo – Una Lacrima Sul Viso (1964)

Lato A
Una Lacrima Sul Viso (Lunero-Mogol-Lenton-Edevitt) 3’35

Lato B
Family Life (A.Weyman) 3’00


Classifica italiana singoli: #6

sabato 1 giugno 2013

Morrissey - Kill Uncle




Kill Uncle è il secondo album di Morrissey, dopo Viva Hate e la raccolta di singoli Bona Drag. È un disco permeato da un suono bizzarro, ironico e affascinante.
Il particolare titolo è un riferimento al film del 1966 “Let’s Kill Uncle”  (titolo italiano: Gioco Mortale), in cui un ragazzo viene intrappolato in un’isola da suo zio che lo vuole uccidere.
Il disco è stato recentemente pubblicato in versione rimasterizzata con qualche differenza.


Il singolo Our Frank (UK Single Chart: #26) è una storia di introspezione, un dialogo che nei versi finali si scopre interiore (Wont’ somebody stop me/From thinking/ From thinking all the time/About everything/Oh, somebody/From thinking all the time/So deeply, so bleakly/ So bleakly, all the time/ About everything?/ Who I am, how ever got here).
Il secondo ed ultimo singolo dell’album, Sing Your Life, raggiunge la più bassa posizione in classifica di tutta la carriera dell’artista di Manchester (la numero 33). In realtà la canzone è una delle migliori di Kill Uncle, e parla in tono umoristico e vintage di come sia facile diventare una stella del pop.


Asian Rut è una di quelle canzoni, attraverso le quali i critici sostengono che Morrissey sia razzista. Il testo narra di un ragazzo asiatico che cerca vendetta ed è raccontata in un modo piuttosto controverso.
Found  Found Found è un altro brano stravagante e riuscito che parla dell’incontro con la persona giusta (Found  found  found/ Someone who’s worth it/In this murkiness/Someone who’s never/Seeming scheming).
Driving Your Girlfriend Home, raggiunge l’atmosfera di There Is A Light That Never Goes Out, di cui ne sembra il proseguimento. È curioso che Linder Sterling, vecchia amica di Morrissey e sua fotografa, contribuisca con il controcanto.


Nella versione originale del 1991 era incisa sul vinile la frase NOTHING TO DECLARE EXCEPT MY JEANS, e si concludeva con There’s A Place In Hell For Me And My Friends nella versione inglese e con 


Tony The Pony nella verisione americana, mentre la versione 2013 è chiusa da (I’m)The End Of Family Line.

Kill Uncle non è di certo il miglior disco di Morrissey, chiamato a riconfermarsi dopo il successo con gli Smiths e l’esordio solista di Viva Hate. È un disco in cui, però, tutto è fortemente incentrato su particolari temi e stati d’animo, in cui la musica di ogni traccia si raccorda all’altra con uno humor tipicamente inglese.

Voto: 6/10



Morrissey – Kill Uncle

Original Version 1991
Side One
Our Frank
Asian Rut
Sing Your Life
Mute Witness
King Leer

Side Two
Found Found Found
Driving Your Girlfriend Home
The Harsh Truth Of The Camera Eye
(I’m) The End Of The Family Line
There’s A Place In Hell For Me And My Friends
Tony The Pony (only in US edition)

Remastered Edition 2013
Side One
Our Frank
Sing Your Life
Mute Witness
King Leer
Asian Rut
Pashernate Love

Side Two
East West
Found Found Found
Driving Your Girlfriend Home
The Harsh Truth Of The Camera Eye
There’s A Place In Hell For Me And My Friends

(I’m) The End Of The Family Line

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito