sabato 15 giugno 2013

U2 - The Joshua Tree

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

Consideriamo solo gli album da The Joushua Tree in poi, gli altri erano dei demo.
Adam Clayton

9 marzo 1987.
 The Joushua Tree è l’album fondamentale degli U2.
29 milioni di copie.
Uno dei più importanti della storia della musica rock.




Gli U2 sfocati di The Unforgettable Fire cercano di mettere a fuoco scavando dall’interno. Entrano in contatto con alcune band irlandesi e scoprono che sotto ai quadrifogli ci sono le radici del folk.
Keith Richards conduce Bono sulle strade sconosciute del blues americano e gli U2 iniziano ad ampliare l’orizzonte.
Nel 1986 partecipano al tour di Amnesty Internation, A Conspiracy Of Hope, che diventa un’altra occasione per scavarsi dentro, un nuovo vocabolario per lanciare messaggi.
Tra il 1985 e il 1986  Bono compie due viaggi fondamentali, uno in Etiopia a prestare servizio di volontariato per le popolazioni bisognose insieme a sua moglie, l’altro a San Salvador e in Nicaragua dove vede la coartazione imposta dagli Stati Uniti e la guerra civile, finanziata sempre dagli USA.
La differenza tra le distese americane, i deserti, le strade infinite e l’atteggiamento autoritario della politica estera e di Ronald Reagan, danno a Bono nuovi occhi per vedere due Americhe.
Il titolo originario del disco, infatti, era proprio The Two Americas e doveva essere un disco doppio (con quelle canzoni che finirono nei b-side dei singoli), ma gli U2 capirono che l’America che stavano scoprendo era tradizione e geografia.

 E’ sentire sensazioni  attraverso la vita solitaria e orgogliosa di un albero del deserto. Di quella Yucca Brevifolia, nome scientifico dell’albero di Giosuè, che è diventato un simbolo impassibile.
Gli U2 riescono a far vedere con la musica i percorsi e le differenze dell’America.
Bono respira libri di Kerouac e urli di Allen Ginsberg con il quale registreranno la poesia in musica Drunk Chicken/America.
La celebre foto dell’albero è scattata al Joshua Tree National Park nel sud della California, mentre la foto di copertina e quelle interne sono statte scattate al Zabrisky Point, lo stesso di Michelangelo Antonioni, nel Death Valley National Park.

The Joshua Tree è dedicato alla memoria di Greg Carroll (1960-1986), un amico neozelandese di Bono, conosciuto nel The Unforgettable Fire Tour , morto in un incidente stradale con l’Harley-Davidson di Bono mentre stava andando a fargli una commissione.
Gli U2 parteciparono al funerale in Nuova Zelanda e videro  One Tree Hill, la collina solitaria che domina Auckland che aveva sulla sommità pino marittimo, immagine che da il titolo alla nona canzone del disco.
One Tree Hill fu pubblicata come singolo solo in Nuova Zelanda e dal giorno in cui la scrissero, ogni volta che passano da quelle parti la suonano in memoria del loro amico scomparso.



Il primo singolo del disco è With Or Without You(UK Single Chart: #1) una delle più conosciute del disco, con un testo dalle differenti interpretazioni (See the stone set in your eyes/See the thorn twist in your side/ I wait for you/Sleight of hand and twist of fate/On a bed of nails she makes me wait/And I wait… without you).
Potrebbe semplicemente riferirsi ad ad un triangolo amoroso, ma siccome costituisce la parte finale del trittico perfetto di The Jousha Tree con le sentitissime Where The Streests Have No Name e I Still Haven’t Found What I’m Looking For, è molto più plausibile che il testo si riferisca alla fede di Bono con Dio, o addirittura ai conflitti di Gesù diviso tra l’amore celeste per il Padre e quello terreno per Maria Maddalena.



I Still Haven’t Found What I’m Looking For (UK Single Chart: #6) è forse la canzone più spirituale degli U2, il testo parla di incertezze, di fede in Dio, di speranze nel futuro, di ricercare se stessi (I believe in the Kingdome Come/Then all the colours will bleed into one/ But yes I’m still running/You broke the bonds/You Loosed the chains/You carried the cross/And my shame/And my shame/ You know I believe it/ But I still haven’t found/What I’m looking for).


Bullet The Blue Sky è il resoconto emotivo del viaggio di Bono in Nacaragua. è una delle canzoni più grezze e pesanti degli U2 e rappresenta la parte buia dell’America, quella di cui non parla nessuno (Across the field you see the sky ripped open( See the rain through a gaping wound/ Pounding on the women ad children/Who run/Into the arms/Of America).
Bono racconta così quell’esperienza: “non mi avevano mai sparato addosso prima e tutto d’un tratto mi trovavo, con Ali, come in mezzo ad una guerriglia. Ricordo il tonfo sordo dei proiettili, i mortai che sparavano e facevano tremare la terra, mentre gli aeroplani volavano basso cercando di spaventare i contadini. Iniziai a farmi domande: chi c’era dietro tutto questo? Poi capii. Erano gli americani”.

Running To Stand Still ci riporta a Dublino, più precisamente a Ballymun.
Quando ero bambino, dietro casa nostra  avevamo gli alberi: per me era una specie di foresta. Poi la tirarono giù per costruire le sette torri di Ballymun, i palazzi più alti di Dublino. All’inizio ci sembrava una cosa moderna, con gli ascensori e tutto il resto, ma quando la gente venne mandata via dal centro della città e costretta a vivere lì, iniziarono i problemi. Ci abitavano anche persone splendide, ma lì dentro c’erano troppe esistenze rovinate. E dopo qualche anno Ballymun raggiunse il più alto numero di suicidi in tutta l’Irlanda.
Questa canzone parla di una delle tante esistenze di Ballymun, e l’espressione correre per stare fermi rende a pieno la corsa di un tossicodipendente verso la sua dose.

Red Hill Mining Town,  prima traccia del Lato B, è la critica alla politica interna di Margaret Thatcher, che condusse gli inglesi alla disoccupazione a alla chiusura di molte miniere. Il testo parla proprio della frustrazione e dell’ostinazione di quei minatori.

In God’s Country ritorna il mix di luoghi e sensazioni con l’America di sottofondo.  Si parla della vita vera, di Libertà, Fede e Speranza.
Bono la spiega in questo modo: “We need new dreams tonight”: in quella frase c’è il cuore del pezzo. Ma dove sono i visionari, la gente che sogna? Stiamo entrando in una nuova epoca, molto simile a quella della rivoluzione industriale, in cui le macchine prendono il posto degli uomini e la disoccupazione continua ad aumentare.
E la vita finisce per diventare sempre più complicata.

Exit, penultima traccia dell’album, è la storia di un uomo religioso che diventa molto pericoloso quando non riesce più a capire il mistero delle mani dell’amore.  E’, insieme a Bullet The Blue Sky, la canzone più cruda del disco.
 Il testo si riferisce al film The Night of the Hunter del 1955, in cui si narra la vicenda di un sadico predicatore evangelico che ha tatuato sulla mano destra LOVE e sulla sinistra HATE.
Mothers Of The Disappeared.
“Se facevi parte dell’opposizione in Salvador dovevi stare attento a come ti comportavi, altrimenti ti seguivano e ti portavano via. E basta. La gente veniva uccisa e fatta scomparire. Incontrai le madri di alcuni di questi ragazzi scomparsi, donne molto coraggiose che tenevano in alto le fotografie dei figli e chiedevano giustizia. Volevano sapere dove erano stati seppelliti per poterli almeno piangere”.
Durante la guerra civile, tra il 1979 e il 1992, sparirono nel nulla più di ottomila salvadoregni (Midnight, our sons and daughters/Were cut down and taken from us/ Hear their heartbeat/We hear their laughter/ In the wind/ We hear thei laughter/ In the rain).
Il significato profondo e l’immedesimazione di Bono di capisce a pieno durante il PopMart Tour del 1998 a Santiago.




La canzone più importante di tutto il disco, e di tutta la storia degli U2, e la prima traccia dell’album.
E’ Where The Streets Have No Name , la canzone per mezzo della quale gli U2 sono gli U2.
Dal giorno in cui la scrissero è stata sempre suonata live durante i concerti.
In questa canzone sono mescolate due realtà, quella del viaggio in Etiopia e quella riguardante Belfast.
“Mi raccontarono che a Belfast, a seconda della via dove qualcuno abita si può stabilire, non solo la sua religione, ma anche quanti soldi guadagna, addirittura a seconda del lato della strada in cui vive, perché più si risale la collina più le case sono costose. Puoi quasi dire quanto guadagna uno dal nome della strada dove abita e su quale lato della strada ha la casa. Questo mi disse qualcosa, e così cominciai a scrivere di un posto dove le vie non hanno un nome”.
Where The Streets Have No Name  è un viaggio irrimandabile, di cui si sente il bisogno, per trovare o ritrovare se stessi, e il contatto con l’anima spesso impossibile nel grigio di una città, è correre e toccare la fiamma.
 È raggiungere un luogo invisibile ma non inesistente.



Voto: 10/10

U2  - The Joshua Tree (1987)

Side One
Where The Streets Have No Name
I Still Haven’t Found What I’m Looking For
With Or Without You
Bullet The Blue Sky
Running To Stand Still

Side Two
Red Hill Mining Town
In God’s Country
Trip Through Your Wires
One Tree Hill
Exit
Mother Of The Disappeared


To The Memory Of Greg Carroll 1960-1986



Nessun commento:

Posta un commento