Stavolta ci troviamo di fronte agli Uscita 17 che con il loro disco Solo
Buone Notizie (Dal 17 gennaio 2014 su CD e digital. CoseComuni/OneMoreLab/Don’t
Worry Rec.) scattano una fotografia perfetta sugli eventi di questa generazione
con un sound preciso e definito.
Dieci domande come dieci sono le tracce di Solo Buone Notizie.
01//Copertina e titolo: per scorgere buone notizie all’orizzonte bisogna vedere il mondo da una
prospettiva diversa: quanta ironia e quanta disillusione provate per la
contemporaneità? Come siete arrivati alla somma, direi geniale, di titolo e
copertina?
L'idea iniziale della copertina era un
ristorante vuoto ma ci sembrava troppo decadente e non di buonissimo auspicio. Non
ci convinceva. Poi Carlo ci ha fatto vedere l'esplosione atomica, lo stereotipo
dell'evento sensazionale per antonomasia. Era la copertina perfetta: essendo
rovesciata dev'essere vista almeno due volte per capire meglio l'immagine che
la compone ed è un'ulteriore aiuto per metterne in risalto il significato. Solo Buone Notizie è un titolo
ambivalente, perché può essere appunto ironico o realista ma è un'affermazione
che può sembrare una "richiesta" o anche una necessità, come le
canzoni che lo compongono.
02//Il 17 gennaio è uscito il primo singolo del disco: In Faccia a Nessuno, riarrangiato in
toni più marcati, rispetto alla pubblicazione sull’EP No. Il testo è una critica a quella categoria di persone che,
piuttosto che prendersi la responsabilità delle proprie azioni, preferisce
nascondersi dietro paraventi evitando di agire. Nella vostra carriera quante
persone di questo tipo avete incontrato e quanto siete legati a questo brano?
Crediamo che la nostra generazione sia piena
di questa categoria di uomini che Dante, descrivendola sicuramente meglio di
noi, classificava come "ignavi". Questo ci fa pensare addirittura che
l'atteggiamento di rassegnazione di fronte alla vita e agli eventi negativi sia
una questione atavica. Noi l'abbiamo presa in considerazione e abbiamo dedicato
loro il nostro primo singolo perché c'è dentro molto del significato di tutto
il disco: la reazione, l'atteggiamento propositivo e la speranza di un futuro
migliore.
03//In Faccia a Nessuno è il
manifesto dei temi di Solo Buone Notizie.
Attraverso le sfaccettature di ogni canzone, il tema principale è quello di
ricercare un percorso, di trovare il coraggio per agire. Quali sono i motivi
per cui vi siete incentrati su questo discorso?
Sono gli eventi che ci hanno circondato
durante la scrittura del disco ad aver lasciato un'impronta forte sui temi
affrontati nei testi. Parliamoci chiaro: essere negativi non avrebbe senso,
andrebbe contro il nostro modo di interpretare la musica come stile di vita. La
musica è speranza, fare i musicisti il più tempo possibile per noi è una
speranza. Dunque analizzare la nostra società trattando i temi più disparati
cercando di essere propositivi di fronte a quel futuro che sogniamo migliore di
oggi per noi è possibile. Anzi, descrivere questo presente pieno di
contraddizioni, nelle relazioni sociali, amorose o lavorative, all'interno di
tutto Solo Buone Notizie, non fa
altro che darci una spinta in più, un po' come quando si dice che una volta
toccato il fondo è il momento in cui trovi lo slancio per risalire verso la
superficie.
04//Solo Buone Notizie è un disco molto ben
strutturato. Tutte le canzoni si muovono sui binari giusti. Quanto è stato
difficile convergere l’evoluzione del suono e l’importanza poetica in un unicum
così riuscito?
Non è stato facile ma avevamo già in mente,
mentre pianificavamo il disco, quale tipo di sound estrapolare dai provini. Ciò
ha comportato anche una naturale scrematura, ma comunque, sin dalle prime
battute, l'obiettivo a livello sonoro a cui puntavamo era chiaro: un rock
moderno con una chiara influenza elettronica dato che, oltre ai Litfiba e
pochissimi altri esempi, è merce sempre più rara una formazione come la nostra,
in cui molto gira intorno ai synth e alle atmosfere che questo strumento genera
ma con pattern di chitarre, spesso raddoppiati, molto incisivi. In tutto questo
non nascondiamo il grande apporto umano e artistico che soprattutto Ale e Pier
dei Velvet ci hanno offerto, attraverso i loro consigli e le loro
"chicche". Questo è il motivo per cui siamo veramente soddisfatti e
oggi questo disco che suona come lo immaginavamo è un grandissimo risultato.
05//Nel corso degli ultimi anni avete raggiunto parecchie
soddisfazioni: Tuscany Music Festival, Heinekein Jammin’ Festival Contest,
Hyundai Music Awards, partecipazioni arricchite da svariati passaggi
radiofonici e complimenti di Omar Pedrini. Come giudicate questo percorso?
Difficilissimo e pieno di insidie, di fatica e
di tanto spirito di abnegazione. Questo ci spinge a fare il nostro massimo.
Siamo amanti della musica, ringraziamo sempre chi ci sostiene e riteniamo che
tutto questo sia la linfa vitale della nostra Band. La cosa fondamentale è che
non ci siamo persi mai d'animo anche quando le cose non andavano per il verso
giusto perché questo è il nostro voto, la nostra vocazione. Ad ogni step ne
consegue uno nuovo di portata più importante e per questo probabilmente più
difficile da raggiungere, ma solo continuando con impegno e determinazione
potremo toglierci ancora tante altre soddisfazioni.
06//Il Dono è una delle
tracce centrali del disco in cui dite una grande verità oggi troppo
dimenticata: “il dono più grande è essere
umili di fronte all’errore”. Come avete generato questa canzone e negli
ultimi minuti cosa accade?
La fine di una relazione burrascosa fa in modo
che si rifletta sul perché sia stata interrotta. E spesso l'errore che noi
tutti facciamo è di non compiere quello che mio padre chiamerebbe "il
passo indietro", ovvero provare a mettere da parte l'ego personale e
capire dove bisogna fermarsi per ascoltare, invece di girarsi dall'altra parte e rimanere con le
proprie idee. Aprirsi all'altro è un grande atto d'amore. Il Dono parla di questo e l'apertura finale con un synth estremo
filtratissimo, suggerito da un grande Alessandro Sgreccia con una macchina
analogica, descrive precisamente quell'esplosione di emozioni finale ed i
colori di tutto il pezzo.
07//In Siamo Poveri si
canta: “Siamo poveri di idee/Evadere/Fuggire/Rimandare/ Un futuro
che non c’è/Non ho più scelta/La realtà è questa/Più amara di come la
suoniamo”. Quanto siamo poveri d’idee, e direi anche ignoranti, se
chiamiamo rock artisti italiani che usano gli stessi accordi e un paio di
occhiali per non dire nulla da anni e anni?
Sei diventato ufficialmente il nostro migliore
amico. Scherzi a parte, la nostra soddisfazione corrisponde a questa domanda,
perché vuol dire che il messaggio che vogliamo portare con le nostre canzoni
arriva e ne scaturisce una riflessione, in questo caso Siamo Poveri. Il livellamento verso la mediocrità è ormai agli
occhi di tutti e ciò si riflette anche nell'arte. Anche qui però esce il nostro
lato ottimista: puoi essere bello quanto ti pare in foto ma, se non sai
suonare, a lungo andare ai tuoi pseudo concerti non verrà nessuno e il tuo
gruppo rimarrà una bellissima promo per una multinazionale di occhiali da sole.
08//l’EP No includeva oltre
a In Faccia a Nessuno anche Oceano, Animarida, Il Dono,
ritoccate in versione definitiva per Solo
Buone Notizie. Tra i due dischi avete instaurato una collaborazione
con Pierluigi Ferrantini e i Velvet, grazie ai quali avete avuto la possibilità
di registrare il disco nello studio di registrazione CoseComuni. No era già un lavoro di qualità, com’è
nata la collaborazione con i Velvet? Che cosa avete imparato e come sono i
rapporti oggi?
Il lavoro con i Velvet è iniziato grazie ad un
incontro casuale con Pier in un locale di Roma (Il Circolo Degli Artisti), il
quale ci ha invitati qualche settimana dopo nel loro studio di registrazione
per un ascolto di No. Per noi era già una grande occasione perché sapevamo il tipo
di lavoro che CoseComuni opera nell'underground della nostra città. È stato un
onore sin da subito perché da una band come i Velvet puoi solo che imparare:
loro sono degli stacanovisti della musica e lo spirito di amore che provano
verso la musica è sincero e traspare, ad esempio, dal modo in cui mettono tutte
le Band che producono al loro livello, soprattutto dal punto di vista umano.
Oggi il frutto di questa esperienza si chiama Solo Buone Notizie e quindi i rapporti possono essere solo che di
sincera gratitudine e di amicizia professionale molto importante.
09//I Velvet hanno raggiunto l’apice della loro carriera con il
recente Storie. Quanto sentite
lontano o vicino quel momento? Come gruppo in che fase storica vi sentite?
Sappiamo che dobbiamo ancora lavorare tanto ma
c'è una forte coesione per raggiungere un obiettivo comune molto importante che
corrisponde alla nostra realizzazione come musicisti. Per fare un parallelo, se
fossimo in una partita di calcio direi che siamo appena scesi in campo per
giocare la finale della Coppa del Mondo.
10//Secondo me Solo Buone Notizie è davvero un disco ottimo. Quanto sarebbe bello
sentirlo sul vinile?
Ti ringraziamo ancora una volta per i
complimenti, ci lusingano! Hai toccato un lato a cui siamo molto affezionati:
siamo amanti del vinile già da molto prima del boom che c'è stato negli ultimi
anni. Gabriele, ad esempio, ha casa piena. È un'operazione impegnativa dati gli
alti costi ma stiamo già valutando l'opzione di stamparne delle copie in serie
limitata, magari con in allegato qualcosa che racconti più di noi è della
nostra musica. E stai certo che la prima copia sarà tua.
Non mi resta che aspettare la prima copia del disco in vinile.
SOLO BUONE NOTIZIE
Uscita 17:
Federico Tacchia – voce, chitarra
Emanuele Tacchia – tastiere, synth
Luigi Leggio – basso, cori
Gabriele Cavazzi – chitarra, cori
Carlo Moscatelli – batteria
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