sabato 15 marzo 2014

Velvet - Storie

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito


Partiamo dalla storia di questo gruppo romano. I Velvet si formano nel  1998 di fronte ad un locale a cui rubano il nome. Raggiungono il successo grazie all’ironica Boy Band nel 2001, canzone che fa il verso ai gruppi inglesi e americani molto di moda fra i giovani (vedi Backstreet Boys e Take That), nel primo disco, Versomarte, sono contenute anche altre canzoni da ricordare, come il singolo d’esordio Tokio Eyes e la struggente Nascosto Dietro Un Vetro. Ma la parodia e l’ironia di Boyband non è compresa da tutti, anzi gli si ritorce contro, il messaggio viene scambiato per una dichiarazione d’intenti a nuova boyband italiana.
Il secondo disco Cose Comuni rimette un po’ sui binari giusti il discorso grazie alla straordinaria e quanto mai rock Funzioni Primarie, alla collaborazione con Edoardo Bennato per Una Settimana, Un Giorno e a canzoni meno famose ma ugualmente importanti come Cose Comuni o Vampiri. Il disco però gioca un po’ troppo tra il rock e il pop,  si sentono ancora gli echi da boyband come in Perfetto Perdente e in Versomarte.
Con 10 Motivi si lasciano davvero il passato alle spalle e riescono a scrivere una delle più belle canzoni italiane contemporanee, Dovevo Dirti Molte Cose, presentata al festival di Sanremo, e Ti Direi.

L’omonimo album del 2007 presenta un’altra perla, Tutto Da Rifare, anch’essa presentata a Sanremo, e subito dopo, probabilmente all’apice della loro carriera, decidono di autoprodursi con un’etichetta indipendente.
Nel 2009 esce Nella Lista Delle Cattive Abitudini in cui il sound è più che mai british e rock, in cui forse la band ha raggiunto una propria indipendenza artistica e riesce ad esprimersi nel modo più congeniale, il disco venne anche stampato in vinile in mille copie.
L’anno dopo esce Le Cose Cambiano 2000-2010, anticipata dal meraviglioso singolo Normale, in cui tutti i brani sono riarrangiati nella recente chiave. Acquistano un altro valore anche i brani più famosi come Dovevo Dirti Molte Cose e Ti Direi.
Dopo tante sperimentazioni forse il gruppo ha raggiunto la definitiva maturità artistica.

Perdonate questo excursus ma secondo me era necessario, si parla spesso dei Velvet con troppa superficialità.
Arriviamo ai giorni nostri. Al 3 marzo 2014, il giorno dell’uscita di Storie.

Un piccolo capolavoro della musica alternativa italiana. Un vero e proprio concept album sulla parola storie, in cui in ogni canzone si parla di una storia.
Ma pensateci bene, storia, è una parola che ha molteplici significati. Può riferirsi ad una storia d’amore o di amicizia. Ad una storia raccontata e magari inventata. Alla storia politica di un paese. A questo periodo storico. Alla voglia di conoscere nuove storie. Alla storia di un percorso di vita che ha portato ad una nuova storia.
Tra le canzoni si susseguono tutte le declinazioni delle storie, con un sound finalmente perfetto, meno elettronico e più elettrico.
La prima canzone del disco e primo singolo, Una Vita Diversa, vede la collaborazione al testo di Federico Dragogna dei Ministri, e, secondo me, è il degno proseguimento di Funzioni Primarie, parla di come ci si senta diversi dalla massa e di come siamo costretti a conviverci per forza di cose e per nostra natura.
Vorrei poter dire che è la canzone più bella del disco ma ogni traccia si lega perfettamente all’altra senza esserne il proseguimento.
Questo disco è come una rotonda in cui si incontrano dieci strade provenienti da storie diverse.
Bellissima ed emozionante è anche la seconda traccia, Scrivimi Quello Che Fai, arricchita dalla tromba di Fabrizio Bosso e la storia parla d’amore (Non importa come finirà/ Scrivimi quello che fai/ Roma era più bella con te/ Forse un giorno tu mi mancherai/ Come non mi sei mancata mai/ Roma era più bella con te/ Il caldo porta via i pensieri/ Cancellare una storia per scriverla di nuovo).
La Razionalità, brano uscito come singolo l’anno scorso, è forse uno dei fuochi di queste storie. La continua ricerca di razionalità ti porta a vedere le cose in un modo, ma poi bisogna fare i conti con l’istinto e le sensazioni.  E la storia cambia in un attimo e non torna più come prima, poi ci ripensi, poi ti ascolti  e vai avanti o torni al punto di partenza (La razionalità non fa per me/ Fingo di starci dentro/ Ogni giorno un tormento).
Eravamo Io e Te, titolo che si ispira ad uno dei versi di Normale, è il racconto di una storia passata in un tono più documentaristico che emozionale (Non avevamo risposte io e te/ Ma mondi interi e parole da spendere/ Sai quelle storie che non girano/ Basta una penna/ E le posso riscrivere/ Non chiedevamo poi molto io e te/ Noi volevamo soltanto una vita meravigliosa/ Eravamo io e te/ Due storie perse nella stessa polvere).
Cento Corpi è invece un dialogo interiore in toni critici e forse anche questo è un altro fuoco. Perché prima di rimanere toccato di fronte alle storie quotidiane e con le altre persone dobbiamo fare i conti con quello che siamo, scavando dentro di noi fino a conoscerci (E mi ritrovo qui/ Con la mia verità/ Un comandante col suo ultimo soldato/ La guerra è stata dura ma tu non hai tremato).
I Perdenti E Gli Eroi è la voglia di andare avanti ricordandosi di avere sempre degli obiettivi nella vita, mentre Storie, il pezzo più rock, è la voglia di storie, di farsele raccontare, di scriverle, di ascoltarle o di buttarle.
Mentre Fuori Piove parla di come siamo distanti da una persona vicina a noi. Del momento in cui smetti di dare consigli e di prenderti troppo a cuore i problemi altrui aspettando che ognuno faccia il suo percorso (Ma io non ti fermerò/ E non ti inseguirò/Ma ti risveglierò/ Ma ti raccoglierò/ Quando avrai il naso rotto dal muro).
Evoluzione è un mix di citazioni vecchie e nuove di politici e di persone comuni, un monito per questo paese che dovrebbe ribellarsi (Bisogna prendere il denaro dove si trova/ Tra i poveri/ Ne hanno poco ma sono in tanti/ Davanti ai nostri drammi ci siamo noi, inermi/ Dietro ai nostri drammi ci siete voi, indenni/ Meglio un’anarchia di intelligenti/ Che una democrazia di stupidi/ Forse ti stai solo abituando a stare male).
Chiude tutto Goldfinger, una cover degli Ash, un gruppo brit-pop nordirlandese, e forse è la giusta conclusione, perché nelle influenze dei Velvet, nella loro storia, c’è sempre stata poca musica italiana e tanto brit-pop.

Sono sempre stato un grande fan di questa band, ma Storie ha stupito anche me, onestamente non pensavo che i Velvet potessero fare un disco così importante.
Prima d’ora il loro miglior disco rimaneva la raccolta Le Cose Cambiano, e dopo anni di silenzio pensavo avessero spento la loro fiamma.
Ma, oltre ai testi e alle storie, hanno raggiunto un suono perfetto.
Le chitarre sono al centro della scena.
 È un disco col giubbotto di pelle.

Penso che nemmeno l’autoproduzione e quindi la minor visibilità in radio e in televisione possa fermare o tantomeno sminuire il valore di questo album.
A voi non resta che ascoltarlo!

ROCK AND ROLL

Voto: 10/10


Velvet – Storie (2014)

Una Vita Diversa
Scrivimi Quello Che Fai – feat. Fabrizio Bosso
La Razionalità
Eravamo Io e Te
Cento Corpi
I Perdenti e Gli Eroi
Storie
Mentre Fuori Piove
Evoluzione
Goldfinger


Velvet:
Alessandro Sgreccia
Pierfrancesco Bazzoffi
Giancarlo Cornetta

Pierluigi Ferrantini




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