Partiamo dalla
storia di questo gruppo romano. I Velvet si formano nel 1998 di fronte ad un locale a cui rubano il
nome. Raggiungono il successo grazie all’ironica Boy Band nel 2001, canzone che fa il verso ai gruppi inglesi e
americani molto di moda fra i giovani (vedi Backstreet Boys e Take That), nel
primo disco, Versomarte, sono
contenute anche altre canzoni da ricordare, come il singolo d’esordio Tokio Eyes e la struggente Nascosto Dietro Un Vetro. Ma la parodia
e l’ironia di Boyband non è compresa
da tutti, anzi gli si ritorce contro, il messaggio viene scambiato per una
dichiarazione d’intenti a nuova boyband italiana.
Il secondo
disco Cose Comuni rimette un po’ sui
binari giusti il discorso grazie alla straordinaria e quanto mai rock Funzioni Primarie, alla collaborazione
con Edoardo Bennato per Una Settimana, Un
Giorno e a canzoni meno famose ma ugualmente importanti come Cose Comuni o Vampiri. Il disco però gioca un po’ troppo tra il rock e il
pop, si sentono ancora gli echi da
boyband come in Perfetto Perdente e
in Versomarte.
Con 10 Motivi si lasciano davvero il passato
alle spalle e riescono a scrivere una delle più belle canzoni italiane
contemporanee, Dovevo Dirti Molte Cose,
presentata al festival di Sanremo, e Ti
Direi.
L’omonimo
album del 2007 presenta un’altra perla, Tutto
Da Rifare, anch’essa presentata a Sanremo, e subito dopo, probabilmente all’apice
della loro carriera, decidono di autoprodursi con un’etichetta indipendente.
Nel 2009
esce Nella Lista Delle Cattive Abitudini in
cui il sound è più che mai british e rock, in cui forse la band ha raggiunto
una propria indipendenza artistica e riesce ad esprimersi nel modo più
congeniale, il disco venne anche stampato in vinile in mille copie.
L’anno dopo
esce Le Cose Cambiano 2000-2010,
anticipata dal meraviglioso singolo Normale,
in cui tutti i brani sono riarrangiati nella recente chiave. Acquistano un
altro valore anche i brani più famosi come Dovevo
Dirti Molte Cose e Ti Direi.
Dopo tante
sperimentazioni forse il gruppo ha raggiunto la definitiva maturità artistica.
Perdonate questo
excursus ma secondo me era necessario, si parla spesso dei Velvet con troppa
superficialità.
Arriviamo ai
giorni nostri. Al 3 marzo 2014, il giorno dell’uscita di Storie.
Un piccolo capolavoro
della musica alternativa italiana. Un vero e proprio concept album sulla parola
storie, in cui in ogni canzone si parla di una storia.
Ma pensateci
bene, storia, è una parola che ha molteplici significati. Può riferirsi ad una
storia d’amore o di amicizia. Ad una storia raccontata e magari inventata. Alla
storia politica di un paese. A questo periodo storico. Alla voglia di conoscere
nuove storie. Alla storia di un percorso di vita che ha portato ad una nuova
storia.
Tra le
canzoni si susseguono tutte le declinazioni delle storie, con un sound
finalmente perfetto, meno elettronico e più elettrico.
La prima
canzone del disco e primo singolo, Una
Vita Diversa, vede la collaborazione al testo di Federico Dragogna dei
Ministri, e, secondo me, è il degno proseguimento di Funzioni Primarie, parla di come ci si senta diversi dalla massa e
di come siamo costretti a conviverci per forza di cose e per nostra natura.
Vorrei poter
dire che è la canzone più bella del disco ma ogni traccia si lega perfettamente
all’altra senza esserne il proseguimento.
Questo disco
è come una rotonda in cui si incontrano dieci strade provenienti da storie
diverse.
Bellissima ed
emozionante è anche la seconda traccia, Scrivimi
Quello Che Fai, arricchita dalla tromba di Fabrizio Bosso e la storia parla
d’amore (Non importa come finirà/
Scrivimi quello che fai/ Roma era più bella con te/ Forse un giorno tu mi
mancherai/ Come non mi sei mancata mai/ Roma era più bella con te/ Il caldo
porta via i pensieri/ Cancellare una storia per scriverla di nuovo).
La Razionalità, brano uscito come
singolo l’anno scorso, è forse uno dei fuochi di queste storie. La continua
ricerca di razionalità ti porta a vedere le cose in un modo, ma poi bisogna
fare i conti con l’istinto e le sensazioni.
E la storia cambia in un attimo e non torna più come prima, poi ci
ripensi, poi ti ascolti e vai avanti o
torni al punto di partenza (La
razionalità non fa per me/ Fingo di starci dentro/ Ogni giorno un tormento).
Eravamo Io e Te, titolo che si ispira ad
uno dei versi di Normale, è il
racconto di una storia passata in un tono più documentaristico che emozionale (Non avevamo risposte io e te/ Ma mondi
interi e parole da spendere/ Sai quelle storie che non girano/ Basta una penna/
E le posso riscrivere/ Non chiedevamo poi molto io e te/ Noi volevamo soltanto
una vita meravigliosa/ Eravamo io e te/ Due storie perse nella stessa polvere).
Cento Corpi è invece un dialogo
interiore in toni critici e forse anche questo è un altro fuoco. Perché prima
di rimanere toccato di fronte alle storie quotidiane e con le altre persone
dobbiamo fare i conti con quello che siamo, scavando dentro di noi fino a
conoscerci (E mi ritrovo qui/ Con la mia
verità/ Un comandante col suo ultimo soldato/ La guerra è stata dura ma tu non
hai tremato).
I Perdenti E Gli Eroi è la voglia di
andare avanti ricordandosi di avere sempre degli obiettivi nella vita, mentre Storie, il pezzo più rock, è la voglia
di storie, di farsele raccontare, di scriverle, di ascoltarle o di buttarle.
Mentre Fuori Piove parla di come siamo
distanti da una persona vicina a noi. Del momento in cui smetti di dare
consigli e di prenderti troppo a cuore i problemi altrui aspettando che ognuno
faccia il suo percorso (Ma io non ti
fermerò/ E non ti inseguirò/Ma ti risveglierò/ Ma ti raccoglierò/ Quando avrai
il naso rotto dal muro).
Evoluzione è un mix di citazioni
vecchie e nuove di politici e di persone comuni, un monito per questo paese che dovrebbe ribellarsi (Bisogna
prendere il denaro dove si trova/ Tra i poveri/ Ne hanno poco ma sono in tanti/
Davanti ai nostri drammi ci siamo noi, inermi/ Dietro ai nostri drammi ci siete
voi, indenni/ Meglio un’anarchia di intelligenti/ Che una democrazia di
stupidi/ Forse ti stai solo abituando a stare male).
Chiude tutto
Goldfinger, una cover degli Ash, un
gruppo brit-pop nordirlandese, e forse è la giusta conclusione, perché nelle
influenze dei Velvet, nella loro storia, c’è sempre stata poca musica italiana
e tanto brit-pop.
Sono sempre
stato un grande fan di questa band, ma Storie
ha stupito anche me, onestamente non pensavo che i Velvet potessero fare un
disco così importante.
Prima d’ora
il loro miglior disco rimaneva la raccolta Le
Cose Cambiano, e dopo anni di silenzio pensavo avessero spento la loro
fiamma.
Ma, oltre ai
testi e alle storie, hanno raggiunto un suono perfetto.
Le chitarre sono al centro della scena.
È un
disco col giubbotto di pelle.
Penso che
nemmeno l’autoproduzione e quindi la minor visibilità in radio e in televisione
possa fermare o tantomeno sminuire il valore di questo album.
A voi non
resta che ascoltarlo!
ROCK AND ROLL
Voto: 10/10
Velvet – Storie (2014)
Una Vita Diversa
Scrivimi Quello Che Fai – feat. Fabrizio
Bosso
La Razionalità
Eravamo Io e Te
Cento Corpi
I Perdenti e Gli Eroi
Storie
Mentre Fuori Piove
Evoluzione
Goldfinger
Velvet:
Alessandro
Sgreccia
Pierfrancesco
Bazzoffi
Giancarlo
Cornetta
Pierluigi
Ferrantini
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