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Ctrl+V. E’ divenuto famoso negli anni ottanta come chitarrista degli Smiths (qui la recensione di The Queen Is Dead),
gruppo nell’ambito del quale ha creato insieme al cantante Morrissey uno stile
musicale in grado di fare scuola.
Morrissey e Johnny Marr ai tempi dei The Smiths |
È passato
parecchio tempo dal 5 settembre 1988, il giorno in cui gli Smiths pubblicarono “Rank”- The Live Lp, il
loro ultimo disco.
Da quel
giorno questo grandissimo maestro del suono e dell’innovazione che ha inventato
quella musica che oggi risponde al nome di indie-rock, è entrato a far parte di
diversi gruppi (The The,Modest Mouse,
tra gli altri), ha collaborato con altri
artisti (tra i quali Simple Minds, nel memorabile concerto in onore di Nelson Mandela del 1988, Oasis per Haethen Chemistry, Pet Shop Boys e
Talking Heads), ha suonato dodici chitarre e scritto le musiche per la colonna
sonora del film Inception di
Christopher Nolan con protagonista Leonardo Di Caprio.
Non contento di aver riscritto la storia
della musica con una delle più importanti band di sempre, ha continuato spingersi
oltre i confini durante la sua carriera lavorando con i migliori artisti del
pianeta.
The Messenger, suona davvero strano per
un personaggio come lui, è il primo album da solista.
Pubblicato
il 25 febbraio 2013, racchiude tutta la genialità e l’originalità del suono
particolare che ha contraddistinto gli Smiths, ma non è un revival nostalgico
di un passato che non esisterà più (Morrissey su un eventuale reunion degli
Smiths disse: “Preferirei mangiare i miei
testicoli, e questo detto da un vegetariano”) e il risultato di un processo
evolutivo ed interrogativo decontestualizzato dai ricordi e reintrodotto nel
mondo contemporaneo senza troppi fronzoli.
Si sente
negli accordi e nello stile che lui è l’originale, il maestro, e che la maggior
parte della musica alternativa di oggi non si è spinta oltre, ha provato solo
ad imitare, e la fotocopia è sempre più nera dell’originale, dopotutto.
È un ritorno
sulle scene, anzi un’opera prima a tutti gli effetti, che ci voleva proprio.
Il brano più
rappresentativo è proprio la titletrack, brano
che ha anticipato l’uscita del disco.
L’altro
singolo del disco è Upstars, ma tutti
i brani sono importanti e geniali, come European
Me, una canzone molto molto molto “non italiana” di cui si sentiva la
mancanza, o Generate! Generate!, ma
anche New Town City Velocity.
Fate prima
ad ascoltarlo tutto. È un disco completo e definitivo.
Non ho
problemi a dire che dal primo momento in cui l’ho messo sul giradischi ho
capito che è uno dei migliori dischi che abbia mai sentito.
L’unica nota
stonata, ma è un pensiero personalissimo, la trovi quando per caso ritrovi
sulla scrivania il disco di Johnny Marr e un disco di Morrissey e pensi…
Ah, se
non si fossero divisi a quest’ora…
Ma la storia
è andata com’è andata e non piangiamoci addosso, piuttosto ascoltiamo questo
memorabile disco.
THERE IS A LIGHT THAT NEVER GOES OUT
Voto: 9/10
Johnny Marr – The Messenger (2013)
Side A
The Right Thing Right
I Want The Heartbeat
European Me
Upstars
Lockdown
The Messenger
Side B
Generate! Generate!
Say Demesne
Sun And Moon
The Crack Up
New Town Velocity
Word Starts Attack
Produced by Johnny Marr and Doviak
Recorded in Manchester and Berlin
Mixed by Claudius Mittendorfer at
Atomic Heart New York
Mastered by Frank Arkwright at Abbey
Road London
Johnny Marr: Guitars, Vocals and
Keyboards
Sleeve by Subset
Photography by Mat Bancroft
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