I Sex
Pistols sono l’unica band essere entrata nella storia del rock avendo
pubblicato un solo disco, ma Never Mind
The Bollocks Here’s The Sex Pistols (Non Rompete i Coglioni Questi Sono I
Sex Pistols) ha avuto, ed ha tuttora, un impatto storico e generazionale che va
oltre le 11 canzoni presenti.
Il percorso
è molto breve e quasi immaginario. Fili sottilissimi legano il gruppo inglese
alla Banana dei Velvet Underground e ai Ramones.
In realtà è il primo caso di rivoluzione punk in Inghilterra. Il concetto è
semplice e viene dalla voce di tutti i giovani dell’epoca: è un grande
vaffanculo a tutti.
Al vecchio rock and roll.
Alla regina.
Al futuro.
Nonostante
le scarse capacità musicali di Sid Vicious (che fu escluso in tutti i modi
dalle registrazioni, da vedere il film Sid
& Nancy di Alex Cox del 1986) il disco ha un sound perfetto, unico e
inimitabile, in una parola: punk, con
Johnny Rotten sempre pronto a sputare verità.
Prima della
pubblicazione del disco il 29 ottobre 1977, i Sex Pistols pubblicarono i
quattro singoli dal novembre 1976 all’ottobre del ’77, i quattro pezzi
indelebili: Anarchy In The UK, God Save The Queen (il cui vinile
originale è considerato il più costoso al mondo), Pretty Vacant e Holidays In
The Sun.
Ma prima del
1977, prima del disco e prima di raggiungere tutti i giovani punk del mondo (fenomeno che, a dir
la verità, avverrà a chiazze e con lentezza: in America solo nel 1991
raggiunse un milione di copie), Johnny
Rotten e gli altri conquistano Londra con una serie infinita di concerti nella
City e nei dintorni. Il successo travolgente e la sostanziale differenza con il
vecchio rock ne fanno uno specchio in cui possono vedersi i giovani, persi altrimenti, i un mondo troppo vecchio: “tutto quello che stiamo facendo è cercare
di distruggere qualcosa”.
È storica la
data del 4 giugno 1976 quando i Sex Pistols suonarono al Lesser Free Trade Hall
di Manchester, di fronte a 42 persone. La storicità dell’avvenimento deriva dal
fatto che facevano parte dei 42 future figure di spicco della musica inglese,
che vennero convinte da quel concerto e da quel gruppo a prendere in mano una
chitarra: I Buzzcoks (“i giovanotti” nello slang di Manchester) organizzarono
il concerto e dovevano essere il gruppo spalla ma non trovarono i musicisti. Mick Hucknall dei Simply Red. Anthony
Wilson fondatore della storica Factory Records.
Ma i due
rami più importanti che hanno preso come radici i Sex Pistols sono da un lato
(di Manchester) Ian Curtis e Peter Hook dei Joy Division, in particolare i
versi di Curtis sono il proseguimento macabro del No Future! No Future! gridato da Rotten; e dall’altro Morrissey,
che insieme a Johnny Marr formerà i The Smiths, e nel 1986 scriveranno The Queen Is Dead (qui la recensione) un
disco di protesta contro la regina e gli
ideali contemporanei, sicuramente con altri modi e senza la presunzione di
diventare un pensiero di massa, ma il riferimento a God Save The Queen è evidente.
L’influenza
punk dei Sex Pistols sarà immediata negli altri due gruppi punk di spicco : The
Clash e Siouxsie And The Banshees.
Johnny Rotten sciolse il gruppo di fronte
alle isterie di Sid Vicious e formò immediatamente i PIL Public Image Limited,
in cui il punk mutò in post-punk.
I gruppi
celebri che hanno citato come riferimento i Sex Pistols sono gli Oasis, i
Nirvana, i Green Day e i Guns’n’Roses.
Ma il punk fondato
da Rotten e dai Sex Pistols ha avuto un effetto domino incredibile su tutta la scena rock come nessuno prima (e dopo).
ANARCHY IN THE UK
UK Album Chart: #1
Voto: 10/10
Never Mind The Bollocks Here’s The
Sex Pistols (1977)
Side One
Holiday In The Sun
Liar
No Feelings
God Save The Queen
Problems
Side Two
Seventeen
Anarchy In The UK
Bodies
Pretty Vacant
New York
E.M.I.
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