martedì 20 novembre 2012

U2360° Milano

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

7 luglio 2009. Mi sveglio presto, ormai non dormo da più di un mese. Ho fatto gli scritti dell’esame di maturità e tra otto giorni siederò di fronte alla commissione per l’orale.
Sono l’ultimo dell’ultimo giorno.
Qualche mese fa, con il biglietto appena stampato, non pensai a niente di tutto ciò.
Il cielo sembra un lago pronto a capovolgersi sopra le nostre testa quando passa Roberto.
Nove e zero nove il mio polso va bene, ma sto correndo giù per la strada come una caduta di elettricità. Passiamo a prendere due sue amiche, nostre compagne di viaggio. Lasciamo la macchina proprio sotto casa loro. Corriamo a prendere la metro, siamo maledettamente in ritardo con i tempi, anche se la distanza è corta.
Parlando di quello che ci aspetta arriviamo a Termini.
Ormai non conto più le volte che ho camminato su questo pavimento sporco ed impersonale.
Roberto timbra il maxi biglietto da cinque persone. Saliamo nelle postazioni. Il treno è pieno ma non sta soffocando. Nei binari tutti parlano dello stesso argomento. Negli altoparlanti riecheggia la voce del capo treno, ci stiamo muovendo. Io non ho ancora pensato, troppo preso dalla fretta e dall’esame, ma adesso lo posso fare. Tutto il treno sta andando a Milano per la stessa cosa.
Due ragazzi di fronte a noi iniziano a parlare di canzoni familiari e mentre li guardo, Leopardi, Ungaretti, Nietzsche, Gauss e Picasso escono dalla mia testa.
Ho realizzato dove sto andando e non riesco a trattenere l’adrenalina.
U2 san Siro.


Non voglio sapere la scaletta del concerto e ho evitato di andare sui siti riguardanti le informazioni da settimane: non voglio rovinarmi la sorpresa.
Iniziamo a parlare con i due ragazzi ed uno dei due ci confida che quando è andato a comprare i biglietti non ne ha trovato uno all’infuori della (RED)zone, il posto più esclusivo ad un prezzo improponibile, ma non ha esitato un attimo a comprarlo.
Conosce quanto noi la band e ci spiega quando si è avvicinato alla loro musica. Tutto risale alla fine degli anni ottanta sotto consiglio del suo amico. Il suo amico è un tipo alto e snello e porta capelli cortissimi. Sulle braccia ha le linee di tanti tatuaggi e non smette di indossare i suoi Ray Ban.
Apre un discorso incredibile sulla volta in cui Bono è venuto a Roma per parlare con il Papa del debito dei paesi poveri.
“Bono stava in giro con un Ciao che l’ha lasciato a piedi vicino san Pietro e una macchina per poco non lo investiva.”
Mai sentito questa storia ma continuo ad ascoltare.
“io e degli amici quella sera passavamo lì con la macchina e l’abbiamo caricato. Gli ho detto se voleva venire al Goa con noi e m’ha detto di no, poi gli ho offerto della cocaina e m’ha detto di no, anche se ci stava pensando."
"Poi ha chiesto di scendere e se n’è andato a piedi.”
Conclusa la storia si alzano per andare a pranzo.
Li rivediamo solo dopo Bologna, entrambi semi ubriachi e iniziano a cantare finché uno dei due
Accende l’iPod su Magnificent e a quel punto esplode. Inizia a cantare a squarciagola mentre tutto il treno si volta a guardarlo. Più sono gli occhi che ha addosso e più canta ad alta voce. Quando passa il controllore per il biglietto gli chiede se si può mettere la musica in filodiffusione. Il controllore ride e se ne va.
Vicino a loro siede una donna timida di Milano, che si trovava a Roma per qualche strano motivo ed anche lei sta andando al concerto, ma si è persa il biglietto a Milano e non sembra preoccuparsene abbastanza.
Pian piano le loro energie vanno affievolendosi ed arriviamo dolcemente a Milano dove il cielo è cupo e meschino. Salutiamo i nostri compagni di viaggio sapendo che anche se non li vedremo saranno vicino a noi qualche ora dopo.
Per arrivare al nostro albergo dobbiamo attraversare tutta la città. Scendiamo sotto terra per prendere la metro che ovviamente è stracolma e per poco non ci perdiamo. la segnaletica è ambigua. Roberto ha stampato la mappa della città su Internet ma l’unica parte che ci serviva non è stampata perché la sua stampante aveva finito l’inchiostro.
Fuori dalla stazione ci sono venditori ambulanti di magliette di Bono e degli U2, ragazzi che cercano di vendere i biglietti. Cinque chilometri a piedi nell’umidità in un accenno di adrenalina che si respira nell’aria lombarda.
Ci troviamo in una zona industriale di Milano e notiamo con gioia il nostro albergo. Una piccola costruzione cubica vicino ad un benzinaio.
Il tempo delle formalità alla reception e saliamo con l’ascensore verso le nostre camere.
Poco dopo siamo di nuovo sulla strada dove ci aspetta un taxi per andare finalmente a San Siro.
San Siro è molto meno largo dello stadio Olimpico ma molto più alto. Quella è la prima cosa che mi salta all’occhio.
Siamo sotto lo stadio fa caldo ma il sole sta per nascondersi dietro le nuvole e così il cielo assume quel colore umido e indefinito.
Le donne insistono per chiacchierare con una birra con alcuni loro amici, io e Roberto siamo in fibrillazione e stiamo per perdere la pazienza. Sono tranquille e chiacchierano, io inizio a saltellare e a camminare avanti e indietro. C’è un mucchio di gente già in fila ai cancelli e la fila per entrare è lunghissima. Tanti ragazzi distribuiscono dei giornali con la scaletta del concerto: blocco gli occhi e mi impongo di non leggerla.
Dopo secoli finalmente siamo pronti per entrare. Biglietti in mano. Sfortunatamente perdiamo altro tempo sbagliando ingresso. Rifacciamo di nuovo tutta la fila nell’ingresso giusto e dopo averci strappato il biglietto ci vorrebbero fare un’intervista per Mtv, ma rifiutiamo. Stiamo per correre.
Saliamo per le scale dello stadio e c’è qualche spiffero per sbirciare la situazione del palco. Lo guardo solo quando siamo nella nostra postazione nella tribuna Arancione.
Vedo un palco troppo grande per un’inquadratura sola. Ci sono quattro colonne che si uniscono per dar vita ad un artiglio che si erge fin fuori il tetto di San Siro. Il palco è sotto all’artiglio ed è circondato da un anello circolare.
Bono prima di iniziare il tour a Barcellona disse:"che ne dite di questa porcheria tecnologica? A noi ricorda una via di mezzo tra una stazione spaziale e un fiore di cactus".
Tra l’anello e il palco c’è una cosa uniforme e colorata e solo qualche minuto dopo capisco che si tratta di una folla di persone incollate tra di loro.



Pian piano lo stadio inizia ad affollarsi e salgono sul palco gli Snow Patrol che fanno passare più velocemente il tempo. Un’ora dopo scendono dal palco e ci augurano un buon concerto.
Vengono trasmesse altre canzoni a basso volume. Il cielo è sempre più grigio e sempre più scuro. Il sole dietro le nuvole sta calando e le luci artificiali iniziano ad illuminare lo stadio. In un ultimo collaudo si muovono le braccia del palco e si accendono le luci. La musica di sottofondo si fa sempre più alta e raggiunge il massimo volume su Space Oddity.
Roberto sa già la scaletta e sa quando comincerà il concerto: ha trovato tutte le informazioni su YouTube vedendo il concerto d’esordio di Barcellona. Gli ho supplicato di non dirmi niente e non l’ha fatto. Il volume sale ancora di più e si sente un ritmo intenso di chitarre e tastiere.
Sul finire della musica tra mille flash entra la band.
The Edge, Adam Clayton, Larry Mullen Jr e Bono camminano tra la folla, salutano il pubblico ed entrano nel tunnel sotto il palco.
Il primo a risalire è Larry Mullen Jr ed inizia a colpire violentemente la batteria. Poi entrano The Edge ed Adam. Entra Bono e la folla diventa incandescente.
Lo schermo si illumina e trasmette il concerto ripreso dalle telecamere così anche i più lontani possono guardare negli occhi la band.
Neanche il tempo di finire la prima canzone e sullo schermo compare la linea all’orizzonte della cover del disco. Bono prende la chitarra e parte No Line On The Horizon ed io perdo completamente la concezione del tempo, continuo a fissare lo schermo che ruota le immagini proiettate e i flash che sembrano stelle cadenti. Ritrovo l’orizzonte solo due canzoni più tardi quando la voce di tutti gli spettatori oscura quella di Bono tra i versi di Magnificent.
Di concerti ne ho visti parecchi ma sentire più di ottantamila persone cantare a squarciagola la stessa canzone è una sensazione impossibile da dimenticare.


Tra alcuni omaggi a Michael Jackson e qualche chicca del loro repertorio la notte si fa scura e durante City of blinding lights lo schermo si decompone in piccoli tasselli che si illuminano fino a toccare il palco. Poi Vertigo e I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight in una strana versione remix che ricorda i tempi mai troppo capiti del PopMart.




Walk On è un omaggio ad Aung San Suu Kyi e nello schermo compare la sua immagine come emblema della non-violenza e della difesa dei diritti umani.
Desmond Tutu, premio Nobel per la pace nel 1984, inizia con un video messaggio la canzone che non può mancare ad ogni concerto degli U2, Where The Streets Have No Name.
Bono dedica One al presidente Berlusconi con ironia e rabbia, e riesco a realizzare che il concerto sta per finire e dopo altre tre canzoni il gruppo esce tra gli applausi e i flash.

Una volta fuori san Siro riesco a parlare e a mettere a fuoco, anche se non sento ancora molto con le orecchie, con il cuore capisco un concerto non è passare una serata diversa o buttare troppi soldi per due ore. E’ un’esperienza che ti mette in contatto con altre persone di cui forse non conoscerai mai il nome, ma che allo stesso tempo non dimenticherai mai.
E in questo caso, con questo strano palco è una rappresentazione a più dimensioni della musica. È entrare nelle canzoni e, per chi come me le sa a memoria, è una sensazione quasi spaventosa.
La linea all’orizzonte tra il mondo che vedi e quello che provi in un concerto come questo è invisibile. Tutto si fonde in quel confine labile e inarrivabile che, nonostante tutto, ti fa andare avanti e continuare a camminare verso strade che non sai nemmeno di percorrere.
Questa è la magia che nasce dalla musica e dall’energia contenuta in essa.

Ma adesso è ancora troppo presto per metabolizzare.
Tra la folla sarà dura trovare un autobus che ci riporti in albergo.





Setlist:

Breathe
No Line On The Horizon
Get On Your Boots
Magnificent
Beautiful Day
I Still Haven't Found What I'm Looking For / Stand By Me (Snippet)
Angel Of Harlem / Man In The Mirror (Snippet) / Don't Stop 'Til You Get Enough (Snippet)
Party Girl / Happy Birthday (Snippet)
In A Little While
Unknown Caller
The Unforgettable Fire
City Of Blinding Lights
Vertigo
I'll Go Crazy If I Don't Go Crazy Tonight
Sunday Bloody Sunday
Pride (In The Name Of Love)
MLK
Walk On

Desmond Tutu Speech


Where The Streets Have No Name
One

Ultra Violet (Light My Way)
With Or Without You
Moment Of Surrender

Il Terzo Lato Del Vinile - Il Sito

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